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Genitori positivi, figli forti. Come trasformare l’amore in educazione efficace (2003) – Recensione

Questa guida pratica e scorrevole traccia semplici e chiare linee guida utili a rendere il ruolo educativo un’esperienza anche piacevole - Psicologia

Di Manuela Ramundo

Pubblicato il 16 Set. 2015

Agevolmente fruibile dai genitori, questa guida pratica e scorrevole traccia semplici e chiare linee guida utili a rendere il ruolo educativo un’esperienza anche piacevole e positiva, oltre che impegnativa e faticosa. 

L’attenzione empatica e la sensibilità genitoriale alla prospettiva del bambino, avvicinandolo al suo mondo e al suo modo di sentire, permette di creare una maggior sintonizzazione con i suoi vissuti emotivi e bisogni e, dunque, anche una più facile comunione di intenti nel rapporto educativo.
Se i modelli pedagogici tradizionali sono stati per lo più centrati sulla definizione del limite e sull’enfatizzazione dell’errore, questa metodica educativa ridimensiona la tendenza classica per dare maggiore rilievo allo spazio di libertà entro il limite e alla valorizzazione della qualità della relazione tra minore e adulto.

L’ “accettazione incondizionata”, ben diversa dal permissivismo, e le aspettative genitoriali, proporzionate al livello evolutivo del figlio, già di per sé favoriscono nel bambino lo sviluppo di un atteggiamento di fiducia che lo porterà ad affrontare le situazioni quotidiane in modo costruttivo e senza particolare timore per gli elementi di novità.

Tra i principi educativi più importanti vengono sottolineati:

– la trasmissione di regole chiare, sintetiche, concrete, espresse al positivo e comunicate in momenti non conflittuali in modo tale da evidenziare il comportamento adeguato atteso, evitando di comunicare aspettative negative facilmente associabili anche alla possibilità di trasgressione e di conseguente rimprovero; ciò promuove non solo pensieri e azioni funzionali, ma anche una maggiore autoefficacia personale;

– la coerenza educativa tra i genitori che favorisce l’interiorizzazione di norme univoche e costanti che rendono la regola un’abitudine sicura e condivisa;

– la valorizzazione delle condotte adeguate manifestate dal bambino che gratifica i suoi sforzi e li sostiene con puntuali rinforzi sociali (sorrisi, coccole), dinamici (attività piacevoli) o simbolici (punteggi); ciò incoraggia nel tempo l’evoluzione da una motivazione di tipo estrinseco ad una più intrinseca e autonoma che sta alla base della capacità di autocontrollo e di autoregolazione;

– il contenimento dei comportamenti provocatori e fastidiosi tramite l’estinzione: ignorare questi tipi di azione ne incoraggia infatti gradualmente la scomparsa;

– la punizione dei comportamenti problematici e dannosi attraverso l’applicazione di conseguenze negative (assegnazione di un compito non gradito o sospensione di attività piacevoli) e, nei casi più estremi, tramite il contenimento fisico o il time-out (allontanamento temporaneo del bambino da una situazione gradevole dopo l’emissione di una condotta inadeguata); si sconsiglia l’utilizzo della delega e della minaccia: la prima risulta una strategia tanto facile nell’applicazione quanto inefficace nell’effetto, poiché comporta nel futuro un minor potere di autorevolezza; la seconda contribuisce solo ad aumentare l’ansia e la tensione nel bambino per ciò che avverrà;

– l’”ascolto pulito”, uno spazio di “disponibilità affettiva, benevolenza, comprensione e vicinanza emotiva”, all’interno del quale poter esprimere quotidianamente contenuti emotivi positivi o negativi al fine di elaborarli in modo costruttivo.

I brevi questionari di autovalutazione che corredano il manuale rendono la lettura più coinvolgente ed interattiva, consentendo un’efficace auto-osservazione da parte del genitore che è invitato ad aprire margini di riflessione su metodi alternativi a quelli abituali e a verificare gli apprendimenti acquisiti.

Se educare (dal latino e-ducere) significa “trarre fuori”, liberare, far emergere ciò che è latente, è fondamentale creare un ambiente positivo che stimoli questo processo di crescita.

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Manuela Ramundo
Manuela Ramundo

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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