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Infinite diversità nello spettro autistico – Report dal Congresso

Il 28 e 29 maggio Tony Attwood ha tenuto a Roma un Congresso sulla terapia cognitivo comportamentale applicata ai disturbi dello spettro autistico.

Di Irene Giardini

Pubblicato il 09 Giu. 2015

Il 28 e 29 maggio si è svolto presso il collegio internazionale Seraphicum, Roma, un viaggio di andata e ritorno alla scoperta delle persone con disturbi che rientrano nello Spettro Autistico.

Questo viaggio è stato guidato sapientemente da Tony Attwood, psicologo clinico inglese, di scuola cognitivo-comportamentale, che esercita a Brisbane, in Australia. Attwod negli ultimi 30 anni si è specializzato nel trattamento delle persone Asperger e dello Spettro Autistico. In questi due giorni Attwood ha utilizzato un linguaggio semplice e diretto e si è preso cura del suo pubblico fatto di familiari, educatori, psicologi e logopedisti traghettandolo alla scoperta di strategie e modalità di intervento per poter rendere un bambino con autismo un adulto indipendente. Il lavoro di questi giorni ci ha permesso di apprendere diversi strumenti da mettere nella nostra cassetta degli attrezzi per poter supportare i bambini e i ragazzi autistici nel miglioramento delle loro capacità comunicative e delle loro abilità sociali.

Diversi sono gli aneddoti raccontati da Attwood in questi due giorni tra cui il racconto di un ragazzo ormai adolescente che in colloquio dice : “Non si lancia il cane dalla finestra!”….. Frase apparentemente senza senso che per il ragazzo ha oggi il valore di regola e norma da rispettare assolutamente. Ma da dove arriva questa regola? Quello che serve è forse cambiare prospettiva e tutto diventerà più chiaro. New York, grattacielo, appartamento al 5 piano, peluche di animali e un bambino curioso che li prova a lanciare dalla finestra per vedere che cosa accade, e la madre che arriva in cucina proprio mentre sta lanciando il cane di pezza e allora da qui “Non si lancia il cane dalla finestra”, che da frase legata ad un episodio specifico per quel bambino è diventata una regola assoluta di vita, che il ragazzo asperger ripete ad anni di distanza dal fatto accaduto.

Tempi differenti, modalità diverse di espressione delle emozioni, tipo di pensiero che si allontana dagli standard dei normotipici sono tra le peculiarità di chi vive la sindrome di Asperger. Vive perché, come fa notare A. Attwood, non si soffre di sindrome di Asperger, si soffre delle difficoltà che si incontrano nell’essere capiti e accolti dagli altri. Nel quadro che l’americano, ormai di adozione Austrialiana, dipinge la terapia di maggiore successo risulta essere quella cognitivo comportamentale.

Grazie all’approccio tipico della CBT diventa infatti immaginabile e possibile intervenire sugli apprendimenti che costano maggiore fatica a soggetti Asperger. Durante gli anni ’90 la CBT (Cognitive Behaviour Therapy) è stata adattata da Tony Attwwod allo spettro autistico. [blockquote style=”1″]Le terapie cognitive-comportamentali sono disegnate per le persone tipiche e quelli con l’Asperger hanno un cervello collegato in modo diverso, non sbagliato, ma diverso. Queste psicoterapie sono state elaborate per persone tipiche che hanno l’abilità di esplorare, descrivere e analizzare i propri pensieri e sentimenti in modo intuitivo, ma per le persone Asperger non è così facile. Quello di cui c’è bisogno sono psicoterapeuti che realmente comprendano questo diverso modo di pensare e le diverse esperienze di vita e come adattare queste terapie per gli Asperger[/blockquote] in questo modo Attwood spiega come adattare gli intevernti CBT alle persone con caratteristiche Asperger.

Muoversi in contesti sociali, capire le emozioni e leggere i segnali non verbali sono infatti abilità che non si sviluppano in modo innato o grazie ad apprendimenti per esperienza. I soggetti Aspie hanno bisogno di essere istruiti, hanno bisogno che gli sia spiegato come interagire con gli altri. Il cambiamento dei comportamenti istintivi riesce a consentire, a soggetti ad alto funzionamento, un inserimento reale e concreto nelle realtà sociale. Il costo, in termini di fatica vera e propria, rimane però alto. La tentazione di rispondere alla moglie che chiede se è grassa con un: “non sei grassa, sei obesa, il tuo indice di massa corporea supera…..” richiede uno sforzo cognitivo. È necessario ricordarsi che le norme sociali alle volte si scontrano con l’estrema schiettezza ed onestà e richiedono la capacità di prendere in considerazione l’effetto che le nostre parole hanno sugli altri.

E allora partiamo proprio da qui, dalle dieci cose essenziali che un adulto che si relaziona con un bambino che soffre di questo disturbo dovrebbe tenere a mente:

Io sono un bambino
I miei sensi non si sincronizzano
Distingui fra ciò che non voglio fare e non posso fare
Interpreto il linguaggio letteralmente
Fai attenzione a tutti i modi in cui cerco di comunicare
Fammi vedere! Io ho un pensiero visivo
Concentrati su ciò che posso fare, non su ciò che non posso fare
Aiutami nelle relazioni sociali
Identifica che cos’è che innesca le miei crisi
Amami incondizionatamente

Nella prima giornata di lavori Attwood si è soffermato sulle caratteristiche e sulle difficoltà che un soggetto Asperger incontra, in particolare si è soffermato su 8 dimensioni centrali, portando esempi clinici e racconti di vita, che ci hanno permesso davvero di comprenderne il significato e il senso:

La Comprensione sociale

Le Abilità comunicative

La Sensibilità sensoriale

L’ Ansia (come affrontarla? Impariamo insieme le tecniche cognitive, il rilassamento, la mindfulness e a fare attività fisica)

La resistenza al cambiamento

Il Livello di sviluppo cognitivo

Il Profilo di apprendimento

I Disturbi motori

Il taglio dei capelli è sempre stato un evento cruciale. Facevano male! Per cercare di calmarmi i miei genitori dicevano che i capelli sono morti e non avevano sensibilità. Era impossibile per me comunicare che la trazione del cuoio capelluto stava causando il disagio” Stephen Shore
intensamente assorta, con il movimento di una moneta o un coperchio che ruotava non vedevo o sentivo nulla. Le persone intorno a me erano trasparenti e nessun suono si intromettava nella mia compulsione. Era come se fossi sorda”, ecco alcune frasi tratte dall’esperienza clinica di Attwood.

La giornata si è conclusa ragionando sulle difficoltà e sui punti di forza della persona con Asperger nell’intrattenere relazioni sociali, e nel gestire le relazioni amicali. Per fare questo abbiamo visto come e in che modo i soggetti normotipici intrattengono e mantengono le relazioni interpersonali e per ogni blocco di età l’abbiamo confrontato con le modalità delle persone Asperger.

Durante la seconda giornata Tony Atwood ci ha presentato poi il programma e la struttura clinica del suo centro raccontandoci in dettaglio e con strumenti operativi e pratici alcuni dei progetti e dei programmi attualmente attivi, ci ha portato a ragionare sull’area tematica e sui contenuti dei singoli incontri. I temi principali sono: depressione, relazioni amicali e bullismo, affettività e sessualità e gestione dell’ansia.

Durante la mattina c’è stato anche il tempo di ragionare sulla sessualità dei ragazzi Asperger, sui rischi, sul mancato confronto coi pari come strumento protettivo e orientativo rispetto alle scelte, sull’uso della pornografia come “ tutor” e come attività che risponde alla caratteristica di isolamento sociale e di rifugiarsi nell’immaginazione tipica di questi soggetti.

Il pomeriggio di venerdì è stato dedicato al trattamento della depressione secondo il protocollo CBT adattato per soggetti Asperger. Come nella giornata precedente molto utili sono stati gli strumenti operativi e gli esempi di casi clinici. Si parte da questa definizione [blockquote style=”1″]la depressione è la sorella gemella dell’ansia, giocano insieme nella mente, raccogliendo energia mentale rubandola alle cose che vogliamo fare e pensare[/blockquote] per passare alla descrizione dei programmi CBT per i bambini e gli adulti con Sindrome di Asperger, che si dividono in più fasi.

La prima fase riguarda l’educazione cognitiva e affettiva, durante la quale i partecipanti imparano a conoscere le emozioni, ed è strutturata in discussioni ed esercizi sulla connessione tra cognizione, sentimento, comportamento, sensazioni fisiche ed il modo in cui ogni individuo concettualizza le emozioni e percepisce le varie situazioni. La fase successiva riguarda la ristrutturazione cognitiva ed include un programma di attività per mettere in pratica le nuove abilità acquisite. La ristrutturazione cognitiva modifica concetti e credenze disfunzionali. I partecipanti vengono incoraggiati a stabilire ed esaminare le prove sia contro che a favore delle proprie emozioni e dei propri pensieri per poi creare una nuova percezione di un evento specifico. Viene fornito un programma di attività con difficoltà crescente che permette ai partecipanti di esercitare le nuove abilità acquisite.

Ma quali sono le ragioni per una persona Asperger di sentirsi triste? Solitudine, essere rifiutati, essere vittima di bullismo, sentirsi sempre in ansia, essere annoiato, troppi cambiamenti nella propria vita, non avere abbastanza strategie per essere di nuovo felice sono solo alcuni dei motivi rintracciati da Attwood. Inoltre fattori come l’isolamento sociale, la mancanza di relazioni amicali significative, la bassa autostima, la difficoltà ad esprimere emozioni e pensieri, la disconnessione tra mente e corpo e la difficoltà a rispondere alla felicità altrui, prolungano lo stato depressivo e ne aumentano l’intensità. Anche in questo caso Attwood ci descrive il programma di esplorazione alla depressione attivo nel suo centro e ce ne spiega le fasi operative.

1. Qualità e abilità: quali sono le caratteristiche positive della persona, quali i punti di forza e di vulnerabilità?
2. Che cos’è la depressione? Dove introduce il concetto di contabilità energetica, facendo ragionare i partecipanti su quali sono le attività che a loro costano in termini di energia e quali attività li ricaricano.
3. Strumenti per combattere la depressione. Quali strumenti è possibile mettere dentro la nostra cassetta degli attrezzi personale? Strumenti di autoconsapevolezza, fisici, di pensiero, di rilassamento e di mindfulness che vengono insegnati ai partecipanti.
4. L’arte come forma espressiva
5. Avere un piano di emergenza: in questa fase i partecipanti ragionano e costruiscono la loro rete di sicurezza, si creano un piano operativo rispetto a cosa fare in caso di estrema difficoltà, quali sono le persone da contattare, cosa posso fare per stare subito meglio?
6. Il tuo futuro: nell’ultima fase si ragiona sugli obiettivi raggiunti, si consolidano gli strumenti della cassetta degli attrezzi e soprattutto si incentivano i contatti tra i partecipanti come rete di auto-supporto reciproco.

Entrambe le giornate si sono concluse con la testimonianza di alcune persone con sindrome di Asperger, che hanno condiviso con il pubblico la loro storia di vita e le loro esperienze, apportando alla conferenza un grande valore aggiunto, sentire la loro storia raccontata, vedere quali passi hanno fatto nell’acquisizione di una teoria della mente complessa, permette di collegare con un filo rosso le due giornate di lavori, quando la teoria si sposa bene con l’applicazione.

 

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