RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – X: Tradimento e amore a ostacoli
In ogni storia d’amore i grandi drammi e i fuochi di passione più accesi esistono esclusivamente in presenza di difficoltà, di impossibilità, di scale da salire, mariti gelosi, grandi distanze da percorrere o difficoltà istituzionali da affrontare e risolvere.
Laddove queste difficoltà si sciolgano tutto cambia in modo ineluttabile: immaginate Giulietta e Romeo con i consuoceri felici di frequentarsi e in attesa di un nipotino. Noia mortale, nessuno avrebbe scritto una riga e Romeo prima o poi avrebbe insidiato la governante o Giulietta si sarebbe lamentata con le sue sorelle.
Il don Giovannismo di cui abbiamo parlato nel nono articolo di questa serie non appare quindi come una caratteristica solo maschile o personologica ma come una forma del comportamento umano che va alla ricerca di minacce o di difficoltà per sentire il sapore forte delle emozioni che queste accendono.
Se don Giovanni non trovasse delle difficoltà, delle resistenze non ci sarebbe una storia da raccontare. Eppure in fondo questa operazione non riesce mai pienamente e va costantemente, inutilmente ripetuta. Don Giovanni non è che un collezionista, un passionale freddo, un tecnico raffinato del sesso che tiene il conto delle sue innumerevoli avventure, un freddo raccontatore di storie che evita in tutti i modi di coinvolgersi e si appassiona soltanto all’aspetto misterioso delle nuove storie, alle difficoltà e agli ostacoli godendosi poco il resto.
Questo spiega anche una sua melanconica attitudine metafisica. Anche in Casanova troviamo, nonostante la vitalità della sua autobiografia, un distanziamento, una tendenza a trovare in tutti i bivii affettivi la scelta che lo allontana, lo lascia solo, che conferma la sua impossibilità ad una vicinanza solidale effettiva nel tempo, condotta con grande intelligenza e lungimiranza.
Il suo scopo è quello di arrivare alla vecchiaia e scrivere la sua autobiografia ma dove emotivamente egli sia effettivamente rimane segreto. Di certo sembra non essere nei letti che frequenta. Il demonio che spingeva Casanova e Don Giovanni a non potersi mai fermare ancora si aggira tra noi e lo vedete spuntare ogni qual volta qualcuno, all’ennesimo giro di giostra, vi confessa con aria sognante di aver trovato la persona ideale che gli ha fatto perdere la testa e per la quale si sta mettendo in un mare di guai.
Stupisce che vi siano ancora persone che -in età non più giovanissima- lasciano un buon matrimonio per il sogno di un’unione perfettamente armonica e passionale come quella che hanno in clandestinità, poche ore alla settimana. L’illusione di trovare nell’altro una intesa sessuale perfetta è difficilmente paragonabile con la affettuosa routine che si ha con il proprio vicino di spazzolino. L’amante è appassionato, focoso con una passione e una dedizione sessuale assoluta, spesso è anche molto più disinibito e esperto sessualmente. Ama in modo prepotente e rivitalizzante, fa sentire belli, forti, potenti. Con lui non si deve concordare la spesa per la cena o chi andrà alla posta per ritirare le bollette o dal dentista con i figli e chi cambierà l’olio alla macchina.
Ciò che si ha in casa appare improvvisamente inutile, vano, noioso, mancante di senso e poco desiderabile e così si lascia la vecchia intesa pantofolaia e noiosa per la nuova situazione appassionante e incerta, magari con un po’ di malcelato imbarazzo e con un partner pronto ancora a credere alla pietosa bugia secondo cui si ha bisogno “di trovare se stessi”, “di una pausa di riflessione”, di un momento di ripensamento” mentre in realtà sempre, assolutamente sempre, tutto ciò ha un nome preciso: tradimento.
Il problema è che è tutta l’operazione è drammaticamente ingannevole, e il protagonista ne è la prima vittima. Si stanno paragonando due cose che non hanno nulla in comune. Due forme dell’amore entrambe esistenti in questo nostro mondo ma diverse una dall’altra. Forse cronologicamente conseguenti ma non necessariamente perché si può amare senza essere stati prima innamorati e viceversa molto spesso l’innamoramento esaurendosi non necessariamente si trasforma in amore.
L’unico errore è scambiare l’uno per l’altro dando punteggi a esperienze emotivamente imparagonabili. Naturalmente queste cose in astratto sono facili da definire, mentre nello scorrere del reale divengono difficili da differenziare e necessariamente intricate e spesso confuse.
La ricerca di tracce si delinea nell’amore passionale maggiormente che in quello coniugale. Mentre è nei matrimoni apparentemente stabilizzati che l’irrompere di una traccia non voluta, la ricevuta di un teatro, una traccia informatica, crea il casus che altrimenti non si riusciva a trovare e che lo fa sembrare un incidente, un intoppo.
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