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Solitudine & livello di fame: quale relazione? – Psicologia

Nello studio sono state esaminate le relazioni tra solitudine, livelli di grelina postprandiale e di fame in soggetti con diverso indice di massa corporea.

Di Redazione

Pubblicato il 13 Mag. 2015

Daniela Sonzogni

FLASH NEWS

Recenti studi suggeriscono che la disregolazione dell’appetito fornisce una potenziale via attraverso la quale la solitudine o altre forme di disconnessione sociale influenzano la salute.

Sono state esaminate le relazioni tra solitudine e livelli di grelina postprandiale e la fame testando se tali collegamenti differivano per le persone con più alto o basso indice di massa corporea (BMI).

La solitudine è stata testata tramite questionario mentre la grelina è stata campionata sia prima che dopo il pasto. La fame autoriferita è stata misurata prima e immediatamente dopo il pasto e poi dopo 2, 4 e 7 ore più tardi. Le donne più sole avevano più alto livello di grelina postprandiale e la fame aumentava rispetto alle donne meno sole e solo tra i partecipanti con un indice di massa corporea più basso.
La solitudine, la grelina postprandiale e la fame non erano legate tra i partecipanti con un più alto indice di massa corporea.
Gli effetti sono stati coerenti in entrambi i pasti.

I dati suggeriscono che la grelina ( importante ormone della regolamentazione dell’appetito) e la fame possono collegarsi alla solitudine, ad un aumento di peso e ad un corrispondente effetto negativo sulla salute tra le persone non obese. Il desiderio e la necessità di relazioni strette probabilmente deriva dall’ importanza della vita di gruppo per la sopravvivenza dell’uomo nel suo passato evolutivo. Poiché la necessità di connessione sociale è fondamentale per la natura umana, il mancato sviluppo di questa esigenza dovrebbe avere un effetto mentale negativo e conseguenze sulla salute fisica.

Una questione chiave è quello di determinare quali meccanismi sono alla guida di questi effetti negativi sulla salute. Uno studio recente ha dimostrato che le donne non obese che hanno sperimentato fattori di stress interpersonali avevano maggiori livelli di grelina rispetto a chi aveva sperimentato un numero minore di agenti stressanti interpersonali.

L’attuale ricerca dimostra che i livelli di grelina ampliano la fame autoriportata, inoltre i dati suggeriscono che le diverse forme di disconnessione sociale ( come fattori di stress interpersonali o solitudine) hanno condiviso le caratteristiche che influenzano i livelli di grelina e di fame. Queste forme di distacco sociale minano il bisogno fondamentale di appartenenza degli essere umani e può essere il nucleo sottostante questi effetti.

Un’ ipotesi del motivo per cui la solitudine influenzi i livelli di grelina e di fame sta nel fatto che la sensazione di fame in risposta allo stress interpersonale sia socialmente adattivo. La necessità di connessione sociale è fondamentale per l’uomo e di conseguenza sentirsi isolati socialmente dovrebbe motivare le persone a legarsi con gli altri e ripristinare il senso di appartenenza.

Inoltre mangiare era un’attività altamente sociale in tutta l’evoluzione umana, di conseguenza le persone possono sentirsi più affamate quando si sentono socialmente distaccate perché hanno implicitamente o esplicitamente imparato che mangiare li aiuta a rimanere in contatto con gli altri e fornisce loro una possibilità di connessione sociale. Questo discorso viene meno tra le persone obese forse perché l’obesità mette le persone a rischio per la stigmatizzazione sociale e depressione.

Questi dati, in sintesi, suggeriscono che la grelina, un ormone che regola l’appetito e la fame può collegare lo stress interpersonale all’aumento di peso e al suo corrispondente effetto negativo sulla salute tra le persone non obese.

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