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La nostra ipotesi sul tradimento – Tracce del tradimento Nr. 08:

Il cercatore di tracce ha spesso un problema personale mentre il lasciatore di tracce ha spesso scopi che riguardano la relazione, talvolta inconsapevoli

Di Sandra Sassaroli, Roberto Lorenzini

Pubblicato il 08 Mag. 2015

La somministrazione d’inutili sofferenze non è mai gratuita. Non fare i conti con i propri reali progetti, indipendentemente dalle sensazioni temporanee di grandiosità o potere, rende sempre poveri e i sogni di cambiamento rischiano di naufragare in una inutile conflittualità di coppia.

La tesi che sosteniamo è che il cercatore di tracce ha prevalentemente un problema personale mentre il lasciatore di tracce, il seminatore, ha spesso scopi che riguardano la relazione, il partner, anche se non sempre egli o lei è consapevole di questo. Questi scopi relazionali sono facilmente inferibili da chi indaga. Quindi chi lascia tracce parla al partner, e lo fa nei casi in cui desidera che queste tracce vengano in qualche modo intercettate. Mentre chi cerca tracce è in una fase difficile della propria vita personale e di coppia ed è solo, isolato psicologicamente dentro la sua ossessione con comportamenti intrusivi che violano gli spazi privati dell’altro.

Spesso chi lascia lo fa senza analizzare a fondo le conseguenze del suo atto, e chi cerca lo fa per un ossessione ma senza una reale valutazione dei comportamenti da adottare qualora  trovasse le tracce che teme di trovare. Qual è allora l’utilità possibile di questi nostri articoli sul tradimento? Un invito alla riflessione per tutti i cercatori e lasciatori di tracce all’approfondimento delle implicazioni dei propri comportamenti invadenti o distratti. E le conseguenze che è necessario o preferibile trarre. Un aiuto per sapersela cavare con onore e con capacità di buon navigante tra i misteri e le complessità della propria vita affettiva.

Questi articoli potrebbero essere letti come un aiuto alla consapevolezza delle motivazioni reali di chi tradisce e lascia tracce e di chi cerca le tracce del tradimento. Potrebbe essere interessante per il cercatore sapere che l’altro ha tradito realmente e trarne le conseguenze oppure rendersi conto che l’altro non ha tradito e rendersi conto di quanto c’è di personale e privato nella rabbia o nel dolore del cercare tracce, così da rendersi conto che non è cercando tracce che si risolve il problema.

Forse il cercatore di tracce può imparare a interrogarsi sulla propria ossessività, sulla difficoltà a lasciare passare i propri pensieri negativi che invece abitano il palcoscenico mentale in modo ripetitivo e senza alternative, così come può essere interessante rendersi conto di quanto la costante sospettosità verso l’altro parli della propria solitudine, della sfiducia, della solitudine interiore. Per il lasciatore, potrebbe essere utile individuare i propri desideri e le proprie insoddisfazioni dentro la relazione in modo maggiormente consapevole e potrebbe essere utile capire bene come intervenire su una relazione che sta stretta o che si vorrebbe più frizzante o che si è deciso di chiudere. La somministrazione d’inutili sofferenze non è mai gratuita. Non fare i conti con i propri reali progetti, indipendentemente dalle sensazioni temporanee di grandiosità o potere, rende sempre poveri e i sogni di cambiamento rischiano di naufragare in una inutile conflittualità di coppia. Concludiamo la premessa con due esempi interessanti e utili a portare avanti  il nostro discorso.
 

Una seminatrice e un cercatore testardo: La ragazza in questione è stata scoperta dal convivente a intrattenere un dialogo amoroso con un ragazzo usando un indirizzo di posta elettronica di cui lui non era a conoscenza. La ragazza si era dimostrata negli ultimi mesi sempre meno disposta ad abbracciarlo e a fare l’amore con lui, per il resto era normalmente gentile anche se un poco distratta come presa da pensieri a lui non conosciuti. Il ragazzo aveva tentato di forzare la posta elettronica in vari modi ma non era riuscito a entrare fino a quando una volta preso il portafoglio di lei mentre lei dormiva aveva trovato un nome di uomo scritto in un bigliettino dentro la patente. Aveva molto faticato a trovare qual era l’indirizzo di posta a cui applicare la password ma alla fine con Yahoo ci era riuscito, nome di lei, password ed era entrato. Nella posta di lei aveva trovato un mondo sconosciuto di relazioni e soprattutto un ragazzo che aveva riposto ingenuamente ad alcune sue lettere e aveva riattraversato con lui le tappe e i progetti di una nuova relazione che stava per sostituirsi alla sua.

Questo caso ormai abbastanza comune è interessante, perché nel mondo complesso dell’informatica e d’internet, spesso le password si nascondono in modo convenzionale e assolutamente non innovativo. E ci si fa scoprire.

Il cercatore ossessionato e la ragazza fedele: quando lei usciva lui passava tutto il tempo a rovistare tra le sue cose, borse, cassetti, tasche degli abiti, e non trovava nulla di sospetto ma non demordeva dalla sua ossessione che gli consentiva di sentirsi capace e in dominio della situazione, non trovando nulla sospettava in lei fini doti di nasconditrice sempre più malevole. Sempre più spesso analizzava centimetro dopo centimetro le cose di lei, e non trovava nulla, il suo umore peggiorava e diventava sempre più sgarbato non avendo nulla da rimproverarle ma non essendo affatto contento di come andavano le cose. Il fatto che non trovasse nulla non veniva interpretato come una prova di fedeltà ma come la conferma della furbizia e malevolenza di lei.

 

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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