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Avrò fatto la cosa giusta? Non chiedetelo ai vostri amici!

Secondo una ricerca del 2008, il confidare le proprie insicurezze a un amico o a un partner influirebbe negativamente su se stessi e sull'intera relazione.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 28 Mag. 2015

Quando ci sentiamo insicuri, una delle prime reazioni che si tende a mettere in atto è il confidarsi con un amico o con il proprio partner e, alle loro prime parole di conforto, ci sentiamo subito capiti e accettati…ma sarà davvero così? 

Le insicurezze fanno parte dell’essere umano: dal non sentirsi in grado di svolgere un compito al non vedersi come la persona giusta per quel ragazzo che tanto ci piace, il dubbio sul nostro essere all’altezza delle situazioni è sicuramente spesso dietro l’angolo. Ovviamente il pensiero di sentirsi inadeguati non genera emozioni positive e ci ritroviamo frequentemante a fare i conti con tristezza, vergogna e senso di colpa.

Una delle prime reazioni che si tende a mettere in atto è il confidarsi con un amico o con il proprio partner e, alle loro prime parole di conforto, ci sentiamo subito capiti e accettati…ma sarà davvero così?

Secondo una ricerca condotta nel 2008 da Edward Lemay e Margaret Clark della Yale University, il confidare le proprie insicurezze a un caro amico o a un partner non farebbe altro che influire negativamente non solo su chi si confida ma anche sull’intera relazione.

Il modello che i ricercatori tentano di supportare empiricamente è più o meno il seguente: sento di aver fatto un’enorme gaffe davanti al ragazzo che mi piace e decido di confidarmi con la mia migliore amica, la quale mi conforta con frasi e gesti rassicuranti.

La stessa situazione si ripete altre volte fino al punto in cui comincio a domandarmi: e se adesso anche la mia amica pensa che io sia una persona insicura con un disperato bisogno di approvazione? (primo pensiero disfunzionale); Se fosse così, allora non è sincera quando mi dice quelle parole tanto carine e rassicuranti, le dice solo per farmi sentire meno inetta (altro pensiero disfunzionale); dunque, mostrandomi così indifesa con la mia amica non ho fatto altro che confermare quanto già temevo, che sono una persona insicura (ennesimo pensiero disfunzionale). Se ne ricava che, in questo turbinio di pensieri disfunzionali, non sono solo i poveri insicuri a rimetterci: anche la figura del confidente è vista come poco affidabile in quanto ci sta dicendo solo delle ovvietà.

Pensare di disconfermare tale modello non sembra cosa facile: gli autori hanno effettuato ben sei studi (di cui uno anche longitudinale su vere coppie di amici o partner), ognuno dei quali sembra confermare una parte del circolo vizioso di cui sopra!

Tuttavia non è il caso di allarmarsi: delle soluzioni a tutto questo ci sono e sono riportate nell’articolo consigliato. Nel frattempo, se leggere queste poche righe vi ha reso meno sicuri, be’… non riferitelo assolutamente ai vostri cari!

 

One seemingly obvious solution might be to reveal your insecurities to someone you’re close to — such as a friend or a romantic partner — so that this person could help you to feel better. However, recent research has revealed a way that this approach can sometimes fail to work, and can even backfire.

 

Avrò fatto la cosa giusta? Non chiedetelo ai vostri amici!Consigliato dalla Redazione

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Secondo una ricerca condotta nel 2008, il confidare le proprie insicurezze a un caro amico o a un partner non farebbe altro che influire negativamente non solo su chi si confida ma anche sull’intera relazione. (…)
Tratto da: Science of Us

 

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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