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Valutazione psicologica di pazienti con sindrome di Takotsubo in fase di quiescenza clinica: ricerca pilota

Si tratta di una patologia cardiomiopatica e lo scopo della ricerca è quello di effettuare una valutazione psicologica dei pazienti in fase di quiescenza.

Di Redazione

Pubblicato il 07 Apr. 2015

Aggiornato il 11 Giu. 2015 11:34

Questo articolo ha partecipato al Premio State of Mind 2014 Sezione Junior

VALUTAZIONE PSICOLOGICA DI PAZIENTI CON SINDROME DI TAKOTSUBO IN FASE DI QUIESCENZA CLINICA: RICERCA PILOTA

Autori: Andreello, S., Garofalo, G., Pelosi, A., Ciracì, C.

 

INTRODUZIONE

 La scoperta della sindrome di Takotsubo risale a quando, dal primo articolo del 1990, gli autori giapponesi Dote, Sato, Tateishi, Uchida e Ishihara, incuriositi dalla forma insolita del ventricolo sinistro, che somigliava al “tako-tsubo”, ossia il cestello utilizzato dai pescatori giapponesi per catturare i polipi (Kawai et al. 2000; Kurisu et al., 2002; Tsuchihashi et al., 2001), per primi la descrissero chiamandola appunto “sindrome di Takotsubo” (Dote, Sato, Tateishi, Uchida e Ishihara, 1991). Nel 2001 fu pubblicata la prima serie giapponese e la sindrome apparve come una nuova entità nosologica (Tsuchihashi et al., 2001). Da quel momento, l’interesse scientifico per questa condizione è aumentato costantemente e drammaticamente negli ultimi anni: dalle due pubblicazioni registrate nel 2000, si è passati a quasi 300 nel 2010 (Sharkey, Lesser, Maron, M. S. e Maron, B. J., 2011). Questa sindrome è stata descritta con più di 75 nomi diversi in letteratura, tra i quali Cardiomiopatia da Stress (Stress Cardiomyopathy, SC) o Sindrome di Takotsubo (ST), che enfatizzano le caratteristiche della malattia che sono state più impressionanti per i singoli ricercatori (ibidem).
La presentazione clinica di questa particolare sindrome può spesso simulare un Infarto Miocardico Acuto (IMA). I sintomi tipici e più comuni sono, infatti, dolore toracico acuto e/o dispnea, associato ad alterazioni elettrocardiografiche (Pilgrim, e Wyss, 2008; Prasad, Lerman, Rihal, 2008; Wittstein et al., 2005), quali un sopraslivellamento del segmento ST nelle derivazioni precordiali per il 90% dei soggetti associato a modesti innalzamenti dei markers di necrosi miocardica (Cocco e Chu, 2007). In letteratura sono segnalati anche sintomi non specifici, tra cui sincope, debolezza e nausea (Hurst, Prasad, Askew, Sengupta, Tajik, 2010) e casi asintomatici (2-20%: Castillo Rivera, Ruiz-Bailén e Rucabado Aguilar, 2011).
L’ecocardiografia e la ventricolografia sinistra permettono di evidenziare le anomalie caratteristiche della sindrome Takotsubo, cioè una disfunzione sistolica reversibile del ventricolo sinistro (Pilgrim, e Wyss, 2008; Prasad et al., 2008; Wittstein et al., 2005): la ballonizzazione apicale.
Questo particolare disturbo si distingue dalla Sindrome Coronarica Acuta (ACS) in quanto le anomalie transitorie accennate si estendono prevalentemente al di là di un unico territorio vascolare (Dote et al., 1991; Sato, Tateishi e Uchida, 1990), in assenza di compromissione rilevante dell’albero coronarico.
Una maggiore consapevolezza di questa sindrome ha portato, nel 2006, alla sua incorporazione nella classificazione americana della Heart Association tra le forme di cardiomiopatie primarie di tipo acquisito (Kapoor e Bybee, 2009; Maron et al., 2006). La Sindrome di Takotsubo è quindi oggi sempre più riconosciuta come una nuova forma di cardiomiopatia ischemica acuta (Hafiz, Jan, Paterick, Allaqaband e Tajik, 2012).
Oltre alla forma “tipica” che coinvolge l’apice ventricolare sinistro e rappresenta quella più comune in tutte le casistiche, esistono alcune forme “atipiche”: attualmente, un terzo dei pazienti presentano una forma variante della malattia (Haghi et al., 2007). Nello specifico in letteratura vengono classificate diverse forme di ST in base alla sede di disfunzione contrattile ventricolare (Castillo Rivera et al., 2011):
Tipo I: Cardiomiopatia Takotsubo con ballooning apicale
Tipo II: Balloning Medio-ventricolare
Tipo III: Cardiomiopatia con ipercontrattilità apicale (forma invertita)
Tipo IV: Mongolfiera basale
Tipo V: Coinvolgimento di altri segmenti.

 

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