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Rimuginio: ridurlo attraverso l’immaginazione ed il pensiero visivo

Secondo una recente ricerca, per ridurre il rimuginio occorre utilizzare quello che i grandi rimuginatori non usano: l'immaginazione ed il pensiero visivo

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 13 Feb. 2015

Per ridurre la tendenza al rimuginio ed aumentare le proprie capacità di concentrazione occorre allenarsi con una buona frequenza a stimolare le proprie capacità immaginative. 

Il rimuginio è un fenomeno mentale che indica la tendenza a ‘stare a pensare alle cose negative che potrebbero accadere in futuro’, soprattutto in condizioni generali di incertezza. Il rimuginio si accompagna all’ansia e, qualora eccessivo, rappresenta una pessima abitudine per la salute delle persone perché sostiene una condizione di ansia e stress duratura nel tempo (Borkovec, 1994).

Una delle conseguenze negative del rimuginio è la cattura di tutte le capacità mentali dell’individuo. Esiste un limite alle cose che possiamo fare contemporaneamente con la mente e il rimuginio tende a consumare tutte le risorse. Per questa ragione quando rimuginiamo non riusciamo a concentrarci con efficacia su altri compiti, a studiare, a svolgere prestazioni cognitive buone.

 Una recente ricerca ha mostrato come questo danno del rimuginio sia principalmente dovuto all’imponente carica verbale che lo contraddistingue (Leigh & Hirsch, 2011).

I grandi rimuginatori parlano molto con sé stessi mentre non sono abituati a usare l’immaginazione, il pensiero visivo o sensoriale.

Questi risultati suggeriscono che per ridurre la tendenza al rimuginio ed aumentare le proprie capacità di concentrazione occorre allenarsi con una buona frequenza a stimolare le proprie capacità immaginative.

In sintesi imparare a usare l’immaginazione può ridurre il rimuginio e fornirci più risorse mentali.

 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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