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Corso di meditazione di mindfulness: conosco, conduco, calmo il mio pensare (2014) – Recensione

Si tratta di un manuale di auto aiuto interattivo che guida alla pratica mindfulness attraverso un percorso di otto settimane di meditazione - Psicologia

Di Francesca De Giovanelli

Pubblicato il 09 Feb. 2015

Aggiornato il 26 Ago. 2019 12:55

Il libro di Ennio Preziosi è un manuale di auto aiuto, attivo e interattivo che ci guida alla pratica mindfulness attraverso un percorso di otto settimane di meditazione guidata.

Cos’è la mindfulness? Come si fa? Da dove viene? Chi può praticarla? A chi può essere utile?

Dalle radici antiche nelle pratiche meditative delle religioni orientali fino ai più moderni studi delle neuroscienze, la mindfulness è una pratica sempre più riconosciuta ed utilizzata per i suoi benefici a livello cognitivo.
Il libro di Ennio Preziosi è un manuale di auto aiuto, attivo e interattivo che ci guida alla pratica mindfulness attraverso un percorso di otto settimane di meditazione guidata. Il libro è correlato da otto tracce audio da scaricare e da un diario di monitoraggio della meditazione da compilare giornalmente.
Le otto settimane di esercizio sono accompagnate da un’autovalutazione psicologica iniziale e finale nella quale sono presenti alcuni test di tipo clinico, che servono a definire per quali aree di intervento può essere più utile la pratica mindfulness e a rilevare i progressi nella pratica meditativa. Inoltre è presente una parte psicoeducativa, un inventario delle emozioni e del pensiero, dove il paziente viene invitato a riflettere sulle emozioni della rabbia, della tristezza e della paura, sui pensieri ossessivi, sui pensieri anticipatori e sul rimuginio.

Il libro è rivolto senz’altro anche ai neofiti della meditazione, in quanto ogni passaggio è spiegato in modo semplice, ma dettagliato.
Partendo da queste premesse il libro è pensato come una guida per un paziente che si rivolge ad un terapeuta per svariate problematiche.

Il primo esercizio è quello della meditazione sul corpo o body scan. Il paziente per una settimana si allena alla meditazione, cogliendo le sensazioni che vengono spontaneamente dal corpo, osservando i pensieri che lo distraggono, imparando piano piano a selezionare il campo attentivo della propria esperienza e comincia ad imparare a distanziarsi dai pensieri e a non percepirli come fatti.
Complementare a questa esperienza meditativa viene offerta una guida per riconoscere e differenziare le emozioni e per riconoscerne le componenti corporee. Tristezza, rabbia, felicità, senso di colpa etc., vengono analizzate rispetto alle loro caratteristiche nell’espressione e nella percezione corporea, alla loro conseguenza sul nostro umore, alla loro capacità di estinguersi o autoalimentarsi.
Il corso continua poi con una settimana di meditazione sul respiro, e una settimana di meditazione sul respiro di tre minuti; queste pratiche favoriscono il passaggio dalla modalità del fare alla modalità dell’essere, modalità di attenzione non giudicante (osservo i pensieri, non vi reagisco) e di presenza mentale (osservo ciò che c’è e ciò che ho).

La quarta settimana è il momento di esercitarsi a giudare l’attenzione sul respiro, sui pensieri, sul corpo o sui suoni, per ricordarci l’importanza della presenza mentale, o come viene chiamata della modalità on-line, contrapposta al pilota automatico, in ogni istante della nostra esistenza, mentre mangio, mentre faccio la doccia o mentre cammino, come verrà riproposto nella meditazione in movimento della settima settimana e nella meditazione dell’uvetta dell’ultima settimana del corso.
La meditazione della montagna infine è una tecnica di visualizzazione che ci conferisce un forte senso di stabilità e di fermezza, che ci aiuta a essere pronti di fronte alle turbolenze esistenziali.

A favore dei benefici della pratica mindfulness viene riportata una completa rassegna bibliografica di più di ottocento pubblicazioni che vanno dal 1980 al 2013 che indagano le principali aree di applicazione della mindfulness nella medicina e nelle scienze cognitive, come ad esempio i disturbi d’ansia e depressione, il disturbo borderline, la gestione del dolore cronico etc.

Con la pratica mindfulness possiamo sostituire alla consueta modalità di pilota automatico di utilizzare la nostra mente, la contrapposta modalità mindful dove i pensieri sono osservati e lasciati andare, senza intervenire su di essi, senza porvi la nostra attenzione, senza cadere nella trappola del rimuginio e senza essere giudicati. La pratica mindfulness mira a determinare una nuova dimensione osservativa della propria esperienza sensoriale, cognitiva ed emotiva, che porta ad una nuova consapevolezza, benevola e non giudicante di se stessi e della propria esistenza.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Gli interventi basati sulla mindfulness (2011) di Alberto Chiesa – Recensione

BIBLIOGRAFIA:

  • Preziosi, E. (2014). Corso di meditazione di mindfulness. Conosco, conduco, calmo il mio pensare. Franco Angeli Editore: Milano.  ACQUISTA ONLINE
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