Praticare meditazione aiuta a preservare il tessuto cerebrale e quindi migliorare la salute mentale.
Dagli anni ’70 l’aspettativa di vita è cresciuta significativamente in tutto il mondo, oggi si vive anche 10 anni in più rispetto ad allora. Non male, se non fosse che più si invecchia e maggiore è il rischio di malattie mentali. E allora come fare? Un recente studio della UCLA (University of California – Los Angeles) sostiene che la meditazione possa minimizzare questo rischio.
Gli autori di questa ricerca si sono concentrati principalmente sull’associazione tra avanzamento dell’età e diminuzione della massa grigia. Hanno notato che praticare meditazione aiuta a preservare il tessuto cerebrale e quindi migliorare la salute mentale.
Lo studio ha messo a confronto 50 soggetti che hanno meditato regolarmente per anni e 50 che non l’hanno fatto e i risultati mostrano che la perdita di massa è inferiore nei meditatori abituali.
Ovviamente non è possibile stabilire una causalità tra meditazione e conservazione del tessuto cerebrale, sono troppi i fattori che potrebbero influire: scelte di vita, tratti di personalità, genetica… tuttavia è sorprendente la misura della differenza individuata tra i due gruppi: la meditazione sembra avere un effetto diffuso e coinvolgere regioni in tutto il cervello.
Indagini di questo tipo offrono una prospettiva diversa, l’attenzione dei ricercatori infatti è più spesso rivolta a identificare gli elementi che aumentano il rischio di patologie mentali, guardare agli aspetti della vita, invece, è tipico di un approccio che, oltre alla cura, promuove la salute e punta a migliorare la qualità della vita.
Come dice Luders, autrice della ricerca:
[blockquote style=”1″]“I risultati sono promettenti. Sperando che questi stimolino ulteriori studi esplorativi permetterà un effettivo passaggio dalla teoria alla pratica” [/blockquote]
non solo per vivere più a lungo ma anche meglio.
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BIBLIOGRAFIA:
- Luders, E., Cherbuin, N., Kurth, F. (2015). Forever Young(er): potential age-defying effects of long-term meditation on gray matter atrophy. Frontiers in Psychology, 5 DOI: 10.3389/fpsyg.2014.01551