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Disagio mentale & promozione del benessere globale: un nuovo progetto

Il progetto di promozione del benessere globale in pazienti con disagio mentale è centrato sul senso della vita, relazionalità, trascendenza e accettazione.

Di Antonio Scarinci, Roberto Lorenzini, Sofia Piccioni

Pubblicato il 22 Gen. 2015

Aggiornato il 26 Ago. 2019 12:12

Roberto Lorenzini, Antonio Scarinci, Valeria Valenti, Sofia Piccioni

 

Premessa teorica

La salute non è la semplice assenza di malattia e ciò è particolarmente vero per la “salute mentale” che secondo l’OMS è

“uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.

Un nuovo campo di ricerca e di intervento per gli operatori della salute mentale (termine comprensivo ma non riducibile alla psichiatria come volle sottolineare il legislatore della famosissima Legge n.180/78) si affianca alla tradizionale prevenzione, cura e riabilitazione del vero e proprio disagio mentale. E’ la promozione del benessere, con evidenti vantaggi individuali ma anche collettivi per il miglior funzionamento della società e il risparmio sui costi diretti ed indiretti del disagio mentale.

Un intervento di promozione del benessere appare particolarmente opportuno all’ inizio del ciclo di formazione in psicoterapia. In un momento particolarmente importante per lo sviluppo di una professionalità adeguata alle richieste del mercato, che prevede anche un lavoro personale su temi dolenti e piani esistenziali semiadattivi, un preliminare e propedeutico intervento sul benessere, da tenersi all’ inizio del training, potrebbe predisporre il trainee nelle migliori condizioni esistenziali per affrontare il percorso. La nostra ipotesi è che trattandosi di giovani, un intervento breve, indirizzato alla promozione del benessere, non soltanto aumenti il vissuto soggettivo di benessere ma migliori il rendimento, il funzionamento e le performance della stessa scuola di formazione.

La proposta (Lorenzini, Scarinci 2013) si focalizza su quattro dimensioni: senso della vita e consapevolezza, relazionalità, trascendenza e accettazione.
Lo sviluppo degli stati mentali ed emotivi e dei conseguenti comportamentali in questi quattro ambiti consente uno sviluppo qualitativo e quantitativo del well-being. Gli sviluppi della ricerca psicologica e delle neuroscienze, dimostrano che sono questi i fattori preminenti che promuovono il benessere (Kringelbach, Berridge 2010; Cloninger 2012; Fava 2012; Panksepp 2007; Pacciolla, Mancini 2010; Seligman 2009; Siegel 2009; Steca et al. 2009; Tang, Rothbart, Posner 2012; Kringelbach, Berridge 2010).

 

Il progetto operativo

Si prevede un intervento di promozione del benessere (IPB) breve e di gruppo che si articoli in 4 incontri di 2 ore per un numero di venti partecipanti, da attuarsi in un tempo complessivo di 6 mesi che vedrà impegnati i partecipanti oltre che negli incontri di gruppo in un lavoro personale guidato dai conduttori attraverso internet da svolgersi nel tempo che separa un incontro dall’ altro.
E’ un intervento a trazione anteriore con l’accento posto sul progetto di vita piuttosto che sulla propria storia.

Durante il percorso si promuoverà l’esplorazione del proprio funzionamento e delle relazioni con l’altro. Il focus dell’intervento non sarà sulle emozioni negative ma su quelle positive, non sulle paure ma piuttosto sulla costruzione di senso e significato.
La realtà ideale sarà proposta come motore di un cambiamento che a partire dal sé nel qui ed ora si allarghi via via alla propria comunità di appartenenza fino alla classe di tutti gli umani e più ancora dei viventi per l’importanza fondamentale attribuita alla relazionalità.
L’intervento facilita il movimento in cui l’individuo separato e autonomo valorizza le dinamiche di appartenenza e consapevolmente, dopo averlo saldamente conquistato, stempera “l’io” in un “noi” più grande e duraturo nel tempo.

Un IPB non spinge il soggetto soltanto a guardare dentro di sé ma lo invita ad aprire gli occhi su tutte le espressioni dell’animo umano che da sempre hanno rappresentato il prodotto della ricerca dell’uomo intorno al senso della sua esistenza (filosofia, letteratura, religione, arte).
Un IPB favorisce l’impegno continuo e consapevole verso i valori personali identificati nella ricerca di senso come fari orientanti l’esistenza.
La prassi operativa prevede un assessment iniziale in cui verrà utilizzata la Scala di Valutazione del Benessere, uno strumento che consentirà alla conclusione dell’intervento di valutare eventuali scostamenti significativi. Gli incontri avranno come temi specifici la scelta di scopi-valore e del piano di vita, la relazionalità, il passaggio al “noi”, altri mondi possibili, la dimensione spazio/tempo. L’IPB vuole favorire una piena valorizzazione del piano esistenziale del soggetto e l’incremento del benessere sia sotto l’aspetto edonico, sia sotto l’aspetto eudemonico.

 

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