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Francine Shapiro: Lasciare il passato nel passato. Auto aiuto nell’EMDR (2013) – Recensione

Shapiro spiega la nostra capacità di rispondere agli eventi della vita in modo più o meno funzionale come associata alla costruzione di ricordi - Recensione

Di Mara Fantinati

Pubblicato il 16 Feb. 2015

Aggiornato il 13 Lug. 2015 11:10

 

Francine Shapiro, ideatrice del protocollo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), spiega lo sviluppo della nostra capacità di rispondere agli eventi della vita in modo più o meno funzionale come associato alla costruzione dei ricordi, attraverso reti mnemoniche.

Il tempo non guarisce tutte le ferite. Il tempo può congelare il ricordo in memoria, generando reazioni automatiche, che creano sofferenza e disagio. L’elaborazione di tali ricordi traumatici ci aiuta a trovare sollievo e a liberarci dal passato, nonché a volgerci al futuro con fiducia e benessere.

Francine Shapiro, ideatrice del protocollo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), spiega lo sviluppo della nostra capacità di rispondere agli eventi della vita in modo più o meno funzionale come associato alla costruzione dei ricordi, attraverso reti memnemoniche. Il tema centrale è capire il perché di ciò che accade a noi e a chi ci circonda e, soprattutto, cosa si può fare a riguardo. Chiarire perché siamo chi siamo e cosa possiamo fare di fronte alla sofferenza, allo scopo di sbloccare ciò che ci impedisce di limitarla, attraversarla e superarla, lasciandola nel passato.

La prefazione di Isabel Fernandez (Presedente dell’Associazione EMDR Italia) sottolinea come l’EMDR rappresenti un intervento efficace sull’elaborazione di ricordi inerenti sia episodi di portata collettiva (lutti, malattie, disastri naturali) sia episodi soggettivamente traumatici, propri dell’anamnesi privata. Quindi traumi col la T maiuscola e minuscola.

Il libro si sviluppa in 11 capitoli, in cui sono esposte sia le basi teoriche, sia le tecniche di intervento utili a riconoscere e gestire i ricordi e la sofferenza connessa ad essi, sia alcune storie cliniche attraverso le quali comprendere lo sviluppo e la risoluzione adattiva della memoria traumatica.

I primi due capitoli (1.Viaggiare col pilota automatico; 2. La mente, il cervello e ciò che conta) spiegano come le nostre esperienze di vita siano influenzate dal modo in cui interpretiamo chi siamo noi, chi sono gli altri e come funziona il mondo. In particolare, si evince come tali esperienze siano immagazzinate in memoria sottoforma di ricordi, in comunicazione tra loro, attraverso reti neurali, che costituiscono la base delle nostre percezioni, quindi delle nostre interpretazioni, nonché dei nostri comportamenti. Poiché i ricordi formano le basi delle caratteristiche della nostra personalità e del modo in cui reagiamo alle situazioni quotidiane, essere di fronte a un trauma significa essere di fronte a un gruppo di informazioni immagazzinate ma non elaborate dal nostro cervello.

I due capitoli successivi (3. Si tratta del clima o del tempo atmosferico; 4. Cos’è che conduce il gioco nella nostra vita) si concentrano sulla comprensione della sofferenza che “Mi fa sentire bloccato” nello scorrere della vita. Una sofferenza che può procrastinarsi di generazione in generazione, quando gravi traumi, quindi raggruppamenti di episodi/ricordi, non siano stati elaborati dai nostri avi. Una sofferenza che può ripresentarsi, attraverso reazioni automatiche, agli eventi esterni, generando sintomi e psicopatologie.

Il libro procede quindi ad esplorare (5. Il paesaggio nascosto; 6. Se potessi lo farei, ma non posso) come si costruisce in noi un senso di vulnerabilità/mancanza di sicurezza, accanto a cognizioni negative e emozioni difficili da gestire in modo efficace. Sono quindi esposte tecniche per esplorare se stessi e comprendere dove abbiamo imparato a giudicarci attraverso cognizioni negative.

Si prosegue (7. La connessione tra cervello, corpo e mente; 8. Che cosa vuoi da me?) individuando come si sviluppano le problematiche psicosomatiche, in quanto il cervello, fonte di tutte le risposte corporee, è la stessa sede dell’organizzazione mnestica dei nostri ricordi di vita. Ne consegue, l’importanza di connettere la genetica, con il funzionamento cognitivo-emotivo-comportamentale, nonché relazionale/sociale per capire le difficoltà familiari e col gruppo di pari, che possiamo riconoscere come parte del nostro soffrire.

Arriva il momento di affrontare (9. Una parte del tutto; 10. Dallo stress al benessere) categorie di persone che abbiano colpito noi o chi amiamo: molestatori di bambini, autori di abuso domestico, stupratori, tossicodipendenti, al fine di chiarire come traumi irrisolti possano danneggiare e influenzare il singolo, il gruppo, la comunità. Si chiude, quindi, con la riflessione sull’importanza dell’impegno personale: non solo volto allo sbarazzarsi della sofferenza, ma anche rivolto ad ampliare le proprie potenzialità, al fine di godere di emozioni di gioia e felicità, nonché del benessere raggiunto.

Uno degli obiettivi del libro è comprendere meglio noi stessi e coloro che ci circondano, muoverci nelle relazioni sociali con maggiore consapevolezza e permetterci di partecipare alla costruzione di una comunità in cui sentirci al sicuro. Il focus della vita è rappresentato dalle esperienze, positive e negative, che raccogliamo nel corso degli anni. L’insieme dei ricordi che ripercorriamo nella nostra mente aiuta a dare un senso e un valore al nostro muoverci nel mondo. Se i ricordi non elaborati sono, spesso, l’origine dei sintomi e del dolore, i ricordi elaborati stanno alla base della salute mentale: quella che desideriamo tutti e che possiamo raggiungere con l’aiuto di professionisti e protocolli, come l’EMDR, che possono indirizzarci verso di essa.

 

EMDR – Intervista a Isabel Fernandez

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BIBLIOGRAFIA:

  • Shapiro, F. (2013). Lasciare il passato nel passato. Tecniche di auto-aiuto nell’EMDR. Astrolabio Editore: Roma.  ACQUISTA ONLINE
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Mara Fantinati
Mara Fantinati

Psicoterapeuta Sessuologo Cognitivo-Comportamentale, Studi Cognitivi, Modena

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