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L’eco della violenza: l’ EMDR per il trattamento di vittima e aggressore

L’Associazione EMDR Italia si è dedicata all'importanza dell'utilizzo dell'EMDR nei casi di violenza, non solo sulle vittime ma anche sui perpetratori.

Di Mara Fantinati

Pubblicato il 28 Mag. 2014

Aggiornato il 13 Lug. 2015 11:13

 

 

L’Associazione EMDR Italia si è recentemente dedicata all’importanza dell’EMDR nei casi di violenza, focalizzando l’interesse e l’opinione degli esperti che vi fanno parte, sugli interventi terapeutici efficaci non solo sulle vittime di violenza ma anche sui sex offenders.

Nell’ultimo Congresso Nazionale sull’EMDR “Labirinti Traumatici: il filo diretto dell’EMDR”, tenutosi a Milano dall’8 al 10 novembre 2013, Isabel Fernandez (Presidente dell’Associazione Italiana EMDR) ha esposto una presentazione volta a sottolineare come l’importanza dell’intervento terapeutico diretto all’elaborazione dei traumi pregressi aiuti a prevenire e ridurre i costi psicologici ed economici legati alla violenza. Dei 16,719 miliardi di euro spesi ogni anno a causa della violenza di genere, 2,377 sono costi diretti: sanitari, farmacologici, giudiziari, consulenze e trattamenti psicoterapici, centri antiviolenza, ecc.

Nel 2013 si sono contate 128 donne vittime di violenza domestica e fino a 17 miliardi spesi ogni anno in assistenza. Tale dato si ritiene sia sottostimato rispetto alla realtà.

Derek Farrel (Presidente del Comitato di accreditamento EMDR UK & Irlanda) ha invece focalizzato il suo intervento sull’importanza dell’EMDR per il trattamento di sopravvissuti ad abusi subiti da membri del clero o religiosi, sottolineando come tale tipologia di abuso si verifichi principalmente durate l’infanzia e come tali avvenimenti costituiscano un fattore di vulnerabilità per una possibile ri-traumatizzazione. L’autore ha sollecitato l’attenzione verso un’attenta diagnosi, capace di cogliere sintomi di PTSD non contemplati dal DSM-IV per queste persone, associati alla credenza che Dio abbia contribuito all’abuso attraverso strategie implicite/esplicite dell’obbligo al silenzio, attuato da preti perpetratori, oppure al timore del significato associato al suo non esser intervenuto. Sintomi, quindi, associati ad aspetti propri della rappresentazione di sé inerenti l’identità spirituale, temi religiosi e politici, che diventano target dell’intervento con EMDR.

Cosa dire invece di coloro che abusano e violentano? All’interno dello stesso convegfno, Julie Stowasser (Formatrice per l’Istituto Californiano EMDR e Consulente per i Programmi di Assistenza Umanitaria EMDR-HDA) si è soffermata sul trattamento dei perpetratori di violenze domestiche, sottolineando l’importanza di fare riferimento al background traumatico di coloro che agiscono la violenza e introduce tecniche specifiche, da affiancare al protocollo EMDR standard, per intervenire ad hoc su tali pazienti.

 Ronald Ricci (Ricercatore presso l’Istituto Politecnico in Virginia e in Pennsylvania) ha anche confermato come i traumi sessuali subiti in infanzia possano portare ad un arousal sessuale deviante e confuso, quindi fattori di rischio specifici per reati sessuali in età adulta, quindi riporta i dati di efficacia nel miglioramento con interventi EMDR a confronto con interventi standard rivolti ai sex offenders.

Attraverso l’alternarsi degli studi e delle ricerche esposte dai maggiori esperti dell’EMDR, riportate anche nel corso del Convegno Nazionale, sia sul trattamento della rabbia patologica (Mark Nickerson, formatore EMDR in Massachusetts) sia sugli effetti neurofisiopatologici delle violenze subite e dell’intervento con EMDR (Marco Pagani, Primo Ricercatore presso Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione CNR, Roma), si evince che la violenza, come manifestazione della mente, ha una base dimostrabile e dimostrata: i correlati neurobiologici dei comportamenti vilenti sono localizzabili in particolar modo nell’amigdala e nell’ippocampo, l’attivazione patologica di queste strutture comporta delle alterazioni del sistema limbico.

L’efficacia dimostrata dell’EMDR nel normalizzare l’attività limbica e i sintomi da essa derivanti rende quest’intervento uno dei miglior candidati nel trattamento sia dei disturbi traumatici sia delle sindromi comportanti violenza e aggressività.

 

Violenza sulle donne: EMDR, una terapia per la speranza anche in Italia. Guarire il trauma nelle vittime, interrompere la catena della rabbia negli aggressori.

 

L’impegno dell’Associzione Italiana EMDR verso il tema della violenza lo si può evincere dallo spazio riservato, all’interno del Congresso Nazionale di cui sopra, a una tavola rotondain cui si sono confrontate associazioni informali con professionisti esperti, tutti rivolti all’impegno attivo verso la ‘cura della violenza’.

In ambito nazionale, l’Emilia Romagna si è particolarmente distinta grazie al Programma di Trattamento della Violenza di Genere e Intrafamiliare, promosso dall’AUSL di Modena e presentato dalla Dr.ssa Daniela Rebecchi (Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica del Dipartimento Salute Mentale ).

Questo programma sperimentale ha risposto al Progetto Nazionale ‘Violenza alla donna’ 2008-2009 attraverso l’Istituzione del Centro ‘Liberiamoci dalla Violenza’, nato il 2 dicembre 2011, finanziato dai fondi pubblici della Regione Emilia-Romagna. Tra gli psicoterapeuti che lavorano al centro, il Dr. Paolo de Pascalis, presente al Convegno di Milano, ha sottolineato come il Consultorio Familiare rappresenti uno dei nodi della rete di servizi che deve esser capace di fronteggiare la richiesta d’aiuto per le donne vittime di maltrattamenti, per i minori che assistono e per gli aggressori che chiedono di esser aiutati a interrompere i comportamenti di violenza. Ad oggi il Centro ha accesso volontario ed è coordinato da un’équipe di professionisti esperti e formati nel trattamento della violenza. Ad Ottobre 2013 si contano circa 243 contatti totali, fra uomini, partner, figure professionali che hanno fatto riferimento al centro. Il dato permette di intuire la necessità sia di un intervento competente sugli autori di violenza e su coloro che la subiscono sia di una coordinazione in rete delle risorse del settore di psicologia clinica e di comunità, protagonista sensibile alla sofferenza.

 

 

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Mara Fantinati
Mara Fantinati

Psicoterapeuta Sessuologo Cognitivo-Comportamentale, Studi Cognitivi, Modena

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