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Ansia sociale: rimuginio & dialoghi interiori prima di parlare in pubblico

Lo studio dimostra che i soggetti meno ansiosi riportano pochi dialoghi interni autocriticisti e tendono ad autorinforzarsi attraverso parole di incitamento

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 11 Feb. 2015

FLASH NEWS

Parlare in pubblico & ansia sociale: su che cosa rimuginiamo prima di una presentazione o di un discorso davanti a un pubblico più o meno esteso? In che modo i dialoghi interni della mente (i cosiddetti self-talk) si differenziano nelle persone ansiose e non ansiose all’ idea di parlare in pubblico?

Un gruppo di ricercatori ha approfondito la tematica coinvolgendo 200 studenti di un corso di public speaking. Per indagare il fenomeno è stato chiesto agli studenti di riportare puntualmente i contenuti dei loro self-talk mentali e il livello di ansia nei giorni e nei momenti precedenti la prestazione di fronte al pubblico. Anzitutto è emerso che le donne tendono ad essere più ansiose degli uomini all’ idea di parlare in pubblico. Ma una volta considerata tale variabile di genere, la frequenza di diversi tipi di dialoghi interni spiega il 20% della restante varianza nei livelli di ansia del campione preso in considerazione.

Nello specifico, gli studenti con minori livelli di ansia riportano minori quote di dialoghi interni autocriticisti e relativi alle valutazioni basate sul giudizio degli altri, mentre con maggiore frequenza tendono ad autorinforzarsi attraverso parole di incitamento nella loro mente (ad esempio dirsi quanto si sentivano ben preparati per affrontare la prova), ai limiti di un bias positivo di autovalutazione.

Lo studio, che si è focalizzato su un campione subclinico, può fornire spunti interessanti, più che per la clinica, per la formazione delle competenze trasversali quali le abilità di public-speaking e di comunicazione. Può essere importante supportare gli studenti anche nella regolazione dell’ansia che si innesca essendo al centro dell’attenzione di fronte al pubblico. Intervenire nelle fasi iniziali di insorgenza del self-talk, monitorarlo, riconoscerlo e modificarlo nei suoi aspetti più disfunzionali può portare non solo a prestazioni migliori ma anche a vivere meglio l’esperienza del public-speaking.

 

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Redattrice di State of Mind

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