Pietro Roberto Goisis mette a disposizione dei lettori, in una forma fruibile a un pubblico anche non esclusivamente “di settore”, la propria esperienza clinica e la profonda conoscenza della letteratura di riferimento. Questo aspetto, enfatizzato dalla scelta di un registro linguistico non asettico e non confinato da una gergalità scientifica eccessiva, consente al lettore di approcciarsi ad un argomento tanto complesso come l’adolescenza in modo semplice, chiaro, pur riuscendo ad avere una visione complessiva esaustiva.
In un momento storico e culturale in cui l’interesse verso l’adolescenza è più vivo che mai, l’autore – che giunge all’elaborazione di questo testo dopo un’esperienza clinica di oltre 35 anni – ci presenta un moderno approccio clinico a questa delicata fase di sviluppo. Il testo è suddiviso in tre capitoli e risulta caratterizzato da uno stile comunicativo immediato che ha il merito di facilitare l’apprendimento e di chiarificare, anche ai non “addetti ai lavori”, il complesso mondo adolescenziale.
Il primo capitolo si apre con la citazione di alcune opere letterarie (e.g., “La metamorfosi” di Kafka) con l’intento di mostrare al lettore come i conflitti psichici – così vivi nell’età adolescenziale – siano ben descritti in ambito artistico/letterario e non solo in ambito scientifico/psicologico.
A seguire, l’autore propone un esaustivo excursus relativo alle diverse teorie psicologiche che, in ambito psicoanalitico, si sono sviluppate nel corso degli anni sul tema dell’adolescenza: dai primi lavori di Stanley Hall a Sigmund Freud, da August Aichorn a Donald Winnicott fino ad arrivare ai lavori di Tommaso Senise (autore fondamentale nella costruzione dell’intero lavoro di Goisis) e ai recenti modelli teorici presenti in letteratura. Nel concludere il capitolo l’autore riflette sul tema della “crisi adolescenziale”, a partire dall’accezione etimologica fino all’analisi delle molteplici dimensioni implicate (e.g., fisiologica piuttosto che sociale/gruppale).
Il secondo, corposo, capitolo del testo è suddiviso in due macrocategorie con l’intento di scindere le riflessioni relative alla teoria da quelle relative alla “tecnica”. Nella prima parte del capitolo – dedicata alla teoria – viene esposto il “modello Senise”, elaborato inizialmente negli anni ’60 ma presentato ufficialmente nel 1980 al Congresso della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile. In particolare, Goisis ne enfatizza due punti fondamentali: il primo relativo alle modalità comunicative da utilizzare nel lavoro con gli adolescenti (sottolineando l’importanza della scelta di una comunicazione schietta, diretta e sincera) e il secondo, invece, relativo alle figure genitoriali e alla possibilità/necessità di coinvolgimento degli stessi – come parte attiva – nel processo terapeutico del giovane paziente.
L’aspetto centrale della riflessione di Goisis è orientato intorno ai concetti di “immedesimazione” e di “costruzione”. L’immedesimazione (che parte sempre dal modello teorico di Senise, passando per i lavori più recenti di Bolognini) è ciò che permette al terapeuta di “mettersi nei panni” del giovane paziente – attraverso una serie di “identificazioni” e “contro-identificazioni” – per poter successivamente “restituire” e aiutare a “costruire” una visione di sé e del mondo più sana.
Dopo aver dato ampio spazio all’analisi delle recenti acquisizioni derivate dall’apporto delle neuroscienze alla comprensione delle dinamiche psicobiologiche sottostanti lo sviluppo cerebrale (come il fenomeno del pruning o la mielinizzazione), la seconda parte del II capitolo è dedicata alle riflessioni dell’autore in merito alla “tecnica”. Per facilitare la comprensione delle interessanti considerazioni relative ai primi contatti con il paziente adolescente, agli invii e agli incontri con i genitori del paziente, vengono fornite un buon numero di esemplificazioni cliniche.
Inoltre, in un paragrafo scritto da Stephen Finn, viene discusso il ruolo dell’Assessment Psicologico in terapia, mettendo in luce l’importanza di una ripartizione cooperativa di ruoli tra chi si occupa della terapia e l’Assessor. Nel paragrafo che chiude questo capitolo, scritto da Patrizia Bevilacqua, vengono infine raccolte le esperienze professionali dell’autrice come assessor che forniscono un quadro esaustivo di quanto prima teorizzato. Il III e ultimo capitolo, infine, risulta caratterizzato da una serie di esemplificazioni cliniche, racconti e trascrizioni di colloqui, che chiariscono i concetti chiave illustrati nei capitoli precedenti ed esemplificano con zelo il pensiero dell’autore.
Pietro Roberto Goisis mette a disposizione dei lettori, in una forma fruibile a un pubblico anche non esclusivamente “di settore”, la propria esperienza clinica e la profonda conoscenza della letteratura di riferimento. Questo aspetto, enfatizzato dalla scelta di un registro linguistico non asettico e non confinato da una gergalità scientifica eccessiva, consente al lettore di approcciarsi ad un argomento tanto complesso come l’adolescenza in modo semplice, chiaro, pur riuscendo ad avere una visione complessiva esaustiva. Anche i numerosi richiami al mondo musicale e letterario (i riferimenti al testo della canzone di Ivano Fossati “La costruzione di un amore”, piuttosto che al libro di Tove Jannson “Racconti dalla Valle dei Mumin”) nell’esposizione delle proprie argomentazioni, infatti, contribuiscono a stimolare una riflessione più ampia sull’argomento e a carpire molteplici spunti di riflessione clinica e non.
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BIBLIOGRAFIA:
- Goisis, P.R. (2014). Costruire l’adolescenza. Tra immedesimazioni e bisogni. Mimesis Editore