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Supereroi fragili: adolescenti a scuola tra vecchi e nuovi disagi – Report dal Congresso di Rimini

Il 24 e 25 Ottobre al Palacongressi di Rimini si è svolto un congresso su diverse problematiche adolescenziali tra cui la dipendenza da internet -Psicologia

Di Elisa Vanzetta

Pubblicato il 12 Nov. 2014

Aggiornato il 09 Feb. 2015 10:44

Il 24 e 25 ottobre al Palacongressi di Rimini si è svolto il primo convegno dal titolo Supereroi fragili – Adolescenti a scuola tra vecchi e nuovi disagi, organizzato dal Centro Studi Erickson.

Più di mille presenti tra insegnanti, educatori, genitori, assistenti sociali e psicologi. Molti e diversi tra loro gli argomenti affrontati nelle due sessioni plenarie e nei quattordici workshop di approfondimento: dalla dispersione scolastica alla microcriminalità, dai disturbi del comportamento alimentare ai bes, dal bullismo al cyberbullismo, dalla dipendenza da sostanze a quella da internet.

Particolare interesse hanno suscitato gli interventi riguardanti i cosiddetti “nuovi disagi” in adolescenza. Dove si è parlato di identità digitale, avatar, rischi della rete e di nuove dipendenze si è sentita forte la presenza di un pubblico in cerca di risposte.

Riporto qui di seguito alcuni punti tratti dall’intervento del dott. Federico Tonioni dal titolo “Vecchie e nuove dipendenze”.

Federico Tonioni è psichiatra e dirige l’ambulatorio per l’ascolto e la cura del cyberbullismo del Policlinico Gemelli di Roma, dove è responsabile anche del gruppo di intervento integrato per l’Internet Addiction Disorder.

Tonioni cerca si sfatare alcune generalizzazioni e tendenze moderne riguardo al rapporto tra ragazzi e nuove tecnologie, fornendo una lettura non semplicistica del complesso fenomeno della “dipendenza patologica”. Invita tutti a non utilizzare il termine “dipendenza” come se avesse una valenza negativa intrinseca. Dipendenza non è infatti sinonimo di patologia. Per questo

“la dipendenza da internet negli adolescenti è semplicemente un nuovo modo di pensare e comunicare che ha degli effetti collaterali che non ci aspettavamo”.

Oggi, piuttosto che misurare le ore di connessione sembra avere più importanza comprendere questo nuovo modo di pensare e soprattutto la natura delle relazioni web-mediate.

Tonioni e i suoi collaboratori durante questi primi anni di attività dell’ambulatorio per la dipendenza da internet hanno visto più di 700 ragazzi. Il problema più evidente è quello del ritiro sociale che può portare in alcune situazioni fino all’abbandono scolastico per passare le proprie giornate al gaming online. Le situazioni di vita di questi ragazzi hanno delle chiare somiglianze con il noto fenomeno degli Hikikomori in Giappone. Dice Tonioni “in questi ragazzi, dotati di intelligenza e maturità straordinarie, ci ha colpito da subito l’impossibilità di avere un contatto visivo… se io provavo ad inseguirli durante una seduta vis a vis diventavo subito persecutorio”.

Ritornando alla domanda riguardante la natura delle relazioni web-mediate Tonioni punta il focus sulla questione del corpo. “Abbiamo imparato in questi anni che due ragazzini reciprocamente visibili con una web-cam mentre parlano o chattano su skype, non arrossiscono, anche se sono attivati dal punto di vista emotivo. Questo succede perché la comunicazione non verbale si attiva esclusivamente quando si è a portata di contatto fisico”. Difficilmente ipotizzabili sono le conseguenze dell’esclusione del corpo nella comunicazione. La comunicazione non verbale non è un alternativa a quella verbale, ma ne è per certi versi l’essenza stessa.

I nativi digitali sono nati in un mondo che ha delle cornici spazio-temporali completamente diverse da quelle che conoscevamo noi. L’unità di misura dello spazio nell’era digitale non è il metro ma la connettibilità. Le relazioni online sono “senza luogo” perché travalicano la presenza di uno spazio concreto. Il tempo digitale è più intenso, più simile ad un letto a castello, piuttosto che un letto a due piazze. Oggigiorno abbiamo inficiato la nostra capacità di attesa e la nostra capacità di stare da soli, conquiste nello sviluppo della mente e del corpo.

In questo contesto mutato sembra molto difficile trovare un modo per aiutare i nostri figli, alunni e pazienti ad orientarsi.

Secondo Tonioni importante è non privare bambini e ragazzi del rispecchiamento emotivo, che oggi spesso sembra mancare. L’identità dei bambini si sviluppa per livelli crescenti di rispecchiamento emotivo ed è per questo che ogni bambino vuole essere visto. “Guarda mamma che disegno ho fatto. Guarda che voto ho preso. Guarda come ho disegnato la Barbie al Nintendo, che è la stessa cosa non importa se è sul foglio o al Nintendo. Il punto è che noi lo dobbiamo vedere, non guardare”. Continua Tonioni “vedere significa far sentire i bambini considerati. Sento tanti genitori che mi dicono compiaciuti che il figlio davanti al computer non si vede e non si sente. Ma allora vuole dire che non si pensa. E i bambini hanno bisogno di essere pensati prima, anziché controllati dopo”.

Un altro aspetto importante per aiutare bambini e ragazzi nel loro processo di sviluppo è quello di porre regole che veicolino la nostra presenza. Ma porre delle regole in maniera rigida può essere del tutto inutile. Esistono frustrazioni e regole che fanno crescere, ed altre che bloccano la crescita.

“Più che porre la regola è importante vedere fino a dove i ragazzi riescono a tollerarla. È li che dobbiamo porre attenzione come dottori, insegnanti e genitori. Nell’incontrare i figli, i giovani pazienti e gli alunni nel loro punto di massimo sforzo, perché quello è il punto dove possono crescere”.

In conclusione Tonioni invita a conservare attiva dentro di noi la capacità di meravigliarci.

“Perché un fenomeno che ci meraviglia ci fa vedere anche qualcosa che non conoscevamo. Non dobbiamo fare l’errore di etichettare come patologico tutto ciò che non riusciamo a comprendere”.

 

 
BIBLIOGRAFIA:
  • Quanto internet diventa una droga, Federico Tonioni, 2011, SuperET
  • Psicopatologia web-mediata. Dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi, Federico Tonioni, 2013, Springer Verlag
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Elisa Vanzetta
Elisa Vanzetta

Psicologa clinica e specializzanda in Psicoterapia cognitivo-comportamentale

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