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Behavior Science and Policy: XI Edizione dell’ICBS – Congresso Internazionale delle Scienze del Comportamento

Il 6 e 7 novembre si è tenuto a Milano il Behavior Science and Policy, XI Edizione dell'ICBS, il congresso internazionale delle scienze del comportamento

Di Valentina Davi

Pubblicato il 14 Nov. 2014

Chi pensava che il comportamentismo fosse morto ha commesso un grave errore: il paradigma si è certamente evoluto rispetto al riduzionismo e riduttivismo che lo ha caratterizzato nei primi anni della sua esistenza e oggi continua ad influenzare, grazie anche alla rigorosa metodologia scientifica che lo distingue, vari campi, dalla salute umana.

Il 6 e 7 novembre l’università IULM di Milano ha ospitato il Behavior Science and Policy, XI Edizione dell’ICBS – International Congress on Behavior Studies organizzato da IESCUM, l’Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, centro studi e ricerche no profit che ha l’obiettivo di “promuovere lo studio scientifico e l’avanzamento della conoscenza relativi al comportamento umano (compresi gli aspetti emotivi, cognitivi e verbali) con particolare attenzione alle applicazioni psicologiche per la soluzione di problemi pratici nonché alla prevenzione e al rimedio del disagio umano in un mondo soggetto a rapidi e continui cambiamenti”.

La XI Edizione dell’ICBS è stata l’occasione per “approfondire e discutere temi di grande attualità e interesse secondo la prospettiva della scienza del comportamento che, attraverso il metodo scientifico, studia il comportamento umano per promuovere in maniera efficace il cambiamento individuale e della società.”

Il congresso ha visto moltisssimi interessanti contributi in diversi ambiti, tra cui salute e prevenzione, politiche sociali, amministrazione pubblica, sostenibilità e smart cities. Per citarne alcuni, nell’ambito delle politiche sociali T.V. Joe Layng ha illustrato il ruolo delle contingenze di esclusione nello sviluppo della violenza e del terrorismo e gli interventi da adottare per prevenirli o contrastarli; nell’ambito della salute Hans Rudiger Rottgers ha descritto il ruolo delle scienze comportamentali nella terapia dell’autismo in Germania mentre la Dott.ssa Majani, attraverso il brillante intervento “La psicologia in sanità fa risparmiare?”, ha mostrato come per poter promuovere la psicologia nell’ambito sanitario – dove chi prende le decisioni parla un linguaggio economico – , è importante sapersi interfacciare sia con gli aspetti di efficacia clinica degli interventi psicologici sia con la loro utilità economica.

Durante il congresso si è inoltre discusso, tra i tanti argomenti affrontati, con il Prof. Santo Di Nuovo dell’Università di Catania del rapporto di influenza reciproca tra genetica e comportamento, si è parlato con il Dott. Goyos del ruolo dell’ambiente nell’influenzare il comportamento (Behavioral Games and the study of generosity), e alcuni esponenti dello IESCUM hanno evidenziato come interventi psicologici (es. ACT – Acceptance and Commitment Therapy) volti ad aumentare la flessibilità psicologica possano promuovere comportamenti efficaci e benessere all’interno di contesti sociali.

Il comportamentismo nel 2013 ha festeggiato un secolo di vita con la pubblicazione del testo Cent’anni di comportamentismo. Dal manifesto di Watson alla teoria della mente, dalla BT all’ACT (Franco Angeli Edizioni), un prezioso volume che raccoglie gli scritti di esponenti storici del comportamentismo italiano e internazionale (di questi ultimi i contributi sono in lingua inglese) offrendo una visione attuale e aggiornata di questo paradigma.

Chi pensava quindi che il comportamentismo fosse morto ha commesso un grave errore: il paradigma si è certamente evoluto rispetto al riduzionismo e riduttivismo che lo ha caratterizzato nei primi anni della sua esistenza e oggi continua ad influenzare, grazie anche alla rigorosa metodologia scientifica che lo distingue, vari campi, dalla salute umana (si pensi agli interventi Evidence Based) alla prevenzione, dall’ambito sociale a quello politico (es. la Nudge Theory1), dimostrando che dall’alto dei suoi cento anni non solo è vivo e vegeto, ma ha ancora tanto da offrire allo studio del comportamento umano.

 

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Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

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