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Lo Stigma basato sul peso: nemico più che alleato

La ricerca evidenzia le ricadute psicologiche e fisiche sull’ individuo a causa dello stigma sul peso e come questo non motivi le persone a perdere chili.

Di Daniele Di Pauli

Pubblicato il 15 Ott. 2014

Aggiornato il 18 Feb. 2015 11:34

La visione negativa dell’obesità è resa evidente da numerosi stereotipi negativi che descrivono le persone obese, per esempio, come pigre, goffe, poco disciplinate e senza forza di volontà.

Nonostante la comunità scientifica la riconosca come malattia cronica e multifattoriale, l’obesità è spesso vista come una colpa della persona. 

Questa visione negativa dell’obesità è resa evidente da numerosi stereotipi negativi che descrivono le persone obese, per esempio, come pigre, goffe, poco disciplinate e senza forza di volontà.

La ricerca, soprattutto Americana, ha evidenziato come le persone obese possono incontrare ostacoli nella vita di tutti i giorni a causa del loro peso.

Gli ostacoli possono andare dalle prese in giro fino a veri e propri episodi di discriminazione come, per esempio, mancate assunzioni, atti di bullismo, esclusioni sociali e trattamento irrispettoso da parte del personale sanitario.

Nonostante la ricerca abbia evidenziato le ricadute sull’individuo a livello psicologico, sociale e fisico a causa dello stigma sul peso è ancora diffusa la credenza che questo possa motivare le persone a perdere peso.

La realtà però è proprio l’opposto come dimostrato da uno studio da pochi giorni pubblicato sulla rivista Obesity.

Lo studio condotto nel Regno Unito su circa 3000 soggetti sopra i 50 anni di età mostra come l’avere subito subito questo tipo di discriminazione sia correlato a un aumento ponderale rispetto a chi non l’ha subito.

Le conclusioni del team Londinese confermano la pericolosità dello stigma basato sul peso e correlazione con il rischio di peggiorare nel tempo la condizione di obesità stessa.

I risultati confermano quelli di altri lavori pubblicati su questo tema negli ultimi anni e sono ben sintetizzati da uno degli autori, Jane Wardle, quando dice:

La discriminazione basata sul peso è parte del problema obesità e non la sua soluzione.

 

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BIBLIOGRAFIA:

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Daniele Di Pauli
Daniele Di Pauli

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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