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Persi nei social network: a volte gli adolescenti non sanno resistere!

Gli adolescenti sono molto sensibili alle ricompense immediate dei loro comportamenti e ciò spiegherebbe perchè inviare un sms è più allettante che studiare

Di Ioana Cristina Marchis

Pubblicato il 07 Ott. 2014

FLASH NEWS

 

Un recente studio condotto dall’Università di Iowa sostiene che gli adolescenti sono molto più sensibili degli adulti a ricevere ricompense immediate per i loro comportamenti. I risultati potrebbero aiutare a spiegare come mai rispondere agli sms ricevuti invece che studiare è più gratificante nell’immediato per gli adolescenti in quanto lo studio presume uno sforzo non ricompensato a breve termine.

In qualità di genitore, non ti arrabbiare la prossima volta quando scopri che il figlio adolescente scrive sms invece di studiare. Lo fa semplicemente perché non è in grado di resistere.

Un recente studio condotto dall’Università di Iowa sostiene che gli adolescenti sono molto più sensibili degli adulti a ricevere ricompense immediate per i loro comportamenti. I risultati potrebbero aiutare a spiegare come mai rispondere agli sms ricevuti invece che studiare è più gratificante nell’immediato per gli adolescenti in quanto lo studio presume uno sforzo non ricompensato a breve termine.

“Le ricompense hanno una forte attrazione percettiva e sono più allettanti per gli adolescenti; di conseguenza, anche se un comportamento non sarebbe più nell’interesse dell’adolescente di attuarlo, continuerà ad essere eseguito in quanto l’effetto della ricompensa iniziale persiste molto di più nell’adolescente che nel bambino” sostiene Jatin Vaidya, professore di psichiatria e autore del presente studio.

Per facilitare il processo decisionale degli adolescenti nel compiere i compiti scolastici, ai genitori viene suggerito di eliminare i possibili “distrattori” come computer collegati all’internet che permettono l’accesso immediato ai network di socializzazione come Facebook o Twitter.

Tali comportamenti si devono attuare non per negare l’accesso alla tecnologia ma per aiutare gli adolescenti a regolare la loro attenzione in modo che possano sviluppare le capacità di controllo degli impulsi.

Gli autori del presente studio suggeriscono che oltre ad avere difficoltà nel prendere le decisioni, gli adolescenti attuano dei comportamenti impulsivi e a rischio. La maturazione incompleta dei lobi frontali, potrebbe essere una delle ipotesi avanzate dagli autori per spiegare tali comportamenti.

Lo scopo del presente studio era quello di capire il funzionamento del sistema di ricompensa e come esso cambia dall’infanzia all’età adulta. Al presente studio hanno partecipato 40 ragazzi (tra 13 e 16 anni) e 40 adulti di età compresa tra 20 e 35 anni. I partecipanti dovevano svolgere un compito in cui veniva chiesto loro di trovare un anello rosso o verde rispettivamente nascosto all’interno di un’immagine che rappresentava diversi altri anelli colorati, presentata su uno schermo di un PC. Una volta trovato, il partecipante doveva segnalare se all’interno dell’anello fosse disegnata una linea bianca verticale o orizzontale.

Il ritrovamento dell’anello veniva rimborsato con 2 o 10 centesimi rispettivamente. Per metà dei partecipanti il colore verde veniva retribuito di più e viceversa per l’altra metà. Nessuno dei partecipanti conosceva a priori il valore della ricompensa per il ritrovamento dell’anello. Dopo la presentazione di 240 trials, ai partecipanti veniva chiesto se avessero notato qualche associazione collegata al colore dell’anello. La maggior parte dei partecipanti non è stata in grado di identificare il legame tra la ricompensa e il colore quindi il compito dell’anello non coinvolge dei processi decisionali di alto livello. 

Nella fase successiva dell’esperimento i partecipanti hanno mostrato di aver sviluppato un’associazione intuitiva quando è stato chiesto loro di trovare un diamante tra diversi anelli utilizzati come distrattori. Ciò significa che, durante le prime prove del compito, invece di individuare il nuovo bersaglio – il diamante – sia adolescenti che gli adulti individuavano il bersaglio del primo compito: l’anello del colore a cui veniva associata la retribuzione maggiore.

Dopo la presentazione di un paio di trials gli adulti sono stati in grado di risintonizzarsi in base alla nuova richiesta del nuovo compito a differenza degli adolescenti che continuavano ad essere più propensi a scegliere anche dopo 250 trials il vecchio bersaglio (l’anello).

Dai risultati emerge quanto sia difficile estinguere in un adolescente un’associazione imparata in un compito soprattutto se collegata ad una ricompensa.

Gli autori del presente studio sostengono che l’incapacità di regolare gli impulsi potrebbe spiegare certi comportamenti inappropriati come, per esempio, il motivo per cui un’adolescente continua a fare commenti inappropriati in classe anche se i compagni non ridono più alle sue specifiche battute.

Inoltre gli autori sostengono che nel futuro si dovranno condurre nuove ricerche per approfondire se ci siano regioni del cervello o dei circuiti neurali che continuano a svilupparsi dall’adolescenza all’età adulta e che giocano un ruolo importante nell’allontanare l’attenzione da stimoli ricompensa che non siano rilevanti per i compiti svolti. E se si, quali esperienze di vita potrebbero aiutare lo sviluppo di tale abilità.

 

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Ioana Cristina Marchis
Ioana Cristina Marchis

Dottoressa Magistrale in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi Educativi, Tirocinante presso Studi Cognitivi

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