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I test di mentalizzazione, sostiene il Dott. Adenzato, devono invece essere inclusi nell’assessment standard dei pazienti con disturbi neurodegenerativi (Poletti et al., 2012) perché, a differenza dei test neuropsicologici classici, il funzionamento dei processi di mentalizzazione può essere predittivo della comparsa di una FTD.
Due anni fa Matthias L. Schroeter scrisse una lettera a Brain (Schroeter, 2012) sottolinenando quanto fosse assurdo che le nuove linee guida per la diagnosi di una possibile demenza frontotemporale (FTD) non prendessero in considerazione criteri quali dati di neuroimaging (es. atrofia frontale o temporale anteriore) e il decadimento della social cognition in particolare nell’abilità di teoria della mente, nonostante le numerose evidenze scientifiche in letteratura (Bertoux et al., 2012; Pardini et al., 2013).
I test di mentalizzazione, sostiene il Dott. Adenzato, devono invece essere inclusi nell’assessment standard dei pazienti con disturbi neurodegenerativi (Poletti et al., 2012) perché, a differenza dei test neuropsicologici classici, il funzionamento dei processi di mentalizzazione può essere predittivo della comparsa di una FTD.
Per esempio, soggetti che ottengono una bassa prestazione al Reading of Mind in the Eye Test (RME), al follow up a 2 anni hanno una maggiore probabilità di presentare un peggioramento ai test neuropsicologici e un’atrofia cerebrale, segni di FTD.
La possibilità di identificare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare FTD permette di intervenire in maniera mirata nei primi stadi della malattia, quando gli interventi hanno una maggior possibilità di essere più efficaci (Rascovsky et al., 2011).
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Congresso SITCC 2014
BIBLIOGRAFIA:
- Schroeter M. L. (2012). Considering the frontomedian cortex in revised criteria for behavioural variant frontotemporal dementia. Brain, 35(4), e213.
- Bertoux, M., Funkiewiez, A., O’Callaghan, C., Dubois, B., & Hornberger, M. (2013). Sensitivity and specificity of ventromedial prefrontal cortex tests in behavioral variant frontotemporal dementia. Alzheimers Dement. 9(5 Suppl.), S84–S94.
- Pardini, M., Emberti Gialloret,i L., Mascolo, M., Benassi, F., Abate, L., Guida, S., Viani, E., Dal Monte, O., Schintu, S., Krueger, F., Cocito, L. (2013). Isolated theory of mind deficits and risk for frontotemporal dementia: a longitudinal pilot study. J Neurol Neurosurg Psychiatry, 84(7):818-21.
- Poletti, M., Enrici, I., Adenzato, M. (2012). Cognitive and affective Theory of Mind in neurodegenerative diseases: neuropsychological, neuroanatomical and neurochemical levels. Neurosci Biobehav Rev., 36(9):2147-64.
- Rascovsky, K., Hodges, J.R., Knopman, D., Mendez, M.F., Kramer, J.H., Neuhaus, J., et al. (2011). Sensitivity of revised diagnostic criteria for the behavioural variant of frontotemporal dementia. Brain, 134:2456-77.