Congresso APA 2014: La supervisione in psicoterapia
La supervisione in psicoterapia è stata per anni la cenerentola della psicoterapia: poco studiata e poco teorizzata. La via facile voleva che il buon terapeuta diventasse senza scampo il buon supervisore, e arrivederci a tutti; ma non è così semplice.

Un simposio sulla supervisione in psicoterapia, per iniziare. La supervisione è stata per anni la cenerentola della psicoterapia, poco studiata e poco teorizzata. La via facile voleva che il buon terapeuta diventasse senza scampo il buon supervisore, e arrivederci a tutti. Non è così semplice, come ha detto Ray Digiuseppe al corso che ho fatto per diventare supervisore REBT (eh! Lo so, ci sono ricascato!)
I compiti della supervisione in psicoterapia
Nel simposio, a cura di Chun-I Li, Scott Fairhurst e Scott Liu dell’Università dello Iowa, sono stati delineati i compiti del supervisore della psicoterapia e le aspettative del supervisionato (supervisee), che sono dieci:
- aiutare l’introspezione (facilitating insight)
- riscontro e correzione (feedback and correction)
- incanalare l’eaborazione (allowing for debriefing)
- delineare le scelte (outlining options)
- impartire conoscenze generali (imparting general knowledge)
- spiegare che fare (explaining what to do)
- impostare differenze di valori (addressing differences in values)
- promuovere lo sviluppo professionale (promoting professional development)
- essere un modello (modeling)
- validare gli stati emotivi del supervisionato (validating supervisee’s feelings)
Queste variabili potrebbero essere a grandi linee raggruppabili in due aree principali: la validazione degli stati emotivi vissuti in seduta e la valutazione e correzione degli aspetti tecnici e strategici. Insomma, la carota e il bastone.
Aspettative e valutazioni dell’esperienza di supervisione nella psicoterapia
Il risultato interessante, almeno in base ai dati empirici, è che il supervisionato dichiara maggiore bisogno di correzioni e valutazioni, mentre il supervisore sembra più interessato nel fornire supporto, conferma e validazione emotiva. Questo per quanto riguarda le aspettative.
Il quadro si conferma quando si passava a come supervisori e supervisionati valutavano le loro esperienze. I supervisori, confermando la loro idea di dover dare soprattutto conforto e conferma, valutavano le loro esperienze come emotivamente appaganti e calde. Insomma sentivano di aver offerto quel supporto che pensavano di dover dare. I supervisionati, invece, valutavano più negativamente il colore emotivo delle loro esperienze, forse in parallelo con il loro bisogno di essere guidati e corretti.
L’interesse del simposio, più che nei risultati, risiede nella proposta di strumenti di valutazione della supervisione in psicoterapia. La ricerca empirica potrà aiutare la supervisione a uscire dalla sua condizione di attività trascurata e minore rispetto alla psicoterapia.