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Schema Therapy: efficace per i disturbi di personalità

La Schema Therapy porta a una risposta terapeutica positiva più rapida ed è proprio questo l'elemento determinante i bassissimi livelli di drop out.

Di Giulia Radice

Pubblicato il 21 Feb. 2014

Aggiornato il 08 Lug. 2019 13:00

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

La Schema Therapy, rivolgendosi direttamente e in modo più focalizzato alle parti più vulnerabili del paziente (Mode del Bambino), sembra portare a una risposta terapeutica positiva più rapida (confrontata con le terapie più incentrate sulla parte adulta) e, secondo i ricercatori, è proprio questo l’elemento determinante i bassissimi livelli di drop out.

Già in passato, diversi studi avevano dimostrato l’efficacia della Schema Therapy nel trattamento del Disturbo Borderline di Personalità. L’International Socety of Schema Therapy ha recentemente reso pubblici alcuni dati da cui emergerebbe la possibilità di considerare la Schema Therapy come trattamento da preferire anche nella cura dei Disturbi di Personalità Paranoide, Istrionico, Narcisista e del Cluster C.

Ciò che principalmente contraddistingue la Schema Therapy dagli altri approcci, è la focalizzazione sullo Schema mal adattivo precoce (definibile come tema costituito dai ricordi, emozioni e sensazioni del paziente, che viene elaborato nel corso della vita e porta alla generazione dei comportamenti disfunzionali).

Riassumendo brevemente la teoria di Young, è dai qui che si svilupperebbero i diversi Mode del paziente (Young ne individua quattro: Mode del Bambino, Mode di Coping Disfunzionale, Mode dei Genitori Disfunzionali, Mode dell’Adulto Sano). Secondo quanto emerso fino ad ora, la Schema Therapy, rivolgendosi direttamente e in modo più focalizzato alle parti più vulnerabili del paziente (Mode del Bambino), sembra portare a una risposta terapeutica positiva più rapida (confrontata con le terapie più incentrate sulla parte adulta) e, secondo i ricercatori, è proprio questo l’elemento determinante i bassissimi livelli di drop out.

Nel recente studio di Bamelis, Evers, Spinhoven e Arntz, condotto dal 2006 al 2011 in dodici istituti di salute mentale oldandesi, 323 pazienti con disturbi di personalità sono stati assegnati casualmente a tre gruppi terapeutici diversi (Schema Therapy, psicoterapia insight-oriented e psicoterapia clarification-oriented).

Al follow up di tre anni, il maggior numero di pazienti con outcome positivo proveniva dal gruppo Schema Therapy (80% di outcome positivo dei pazienti sottoposti a Schema Therapy vs il 60% dei pazienti insight-oriented e il 50% dei pazienti clarification-oriented), con una significativa diminuzione della sintomatologia depressiva e un elevato miglioramento del funzionamento personale e sociale. Anche i livelli di drop-out sono risultati particolarmente bassi in questo gruppo, suggerendo agli autori una rapida accettazione di questa terapia da parte dei pazienti.

I ricercatori sottolineano anche che nessuno dei terapeuti del gruppo Schema Therapy presentava una consolidata conoscenza di questo approccio e che la maggior parte era stata formata attraverso un corso di  quattro giorni, dimostrando così la possibilità di inserire la Schema Therapy all’interno della metodologia standard da usare in ambito clinico. In rapporto alla formazione dei terapeuti, al follow up è emerso un ulteriore dati interessante, per cui i terapeuti formati attraverso un training più pratico avevano “fatto meglio” dei terapeuti che avevano ricevuto una formazione più teorica.

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SCHEMA THERAPY – DISTURBI DI PERSONALITA’ 

 

 

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Giulia Radice
Giulia Radice

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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