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Felice per un giorno di Primo De Vecchis (2013)- Recensione

Felice per un giorno: Oppresso dalla vita l'unica felicità per il protagonista può essere raggiunta quindi soltanto attraverso una rivoluzione totale.

Di Daniele Bruni

Pubblicato il 13 Feb. 2014

Aggiornato il 27 Ago. 2019 12:53

 

Felice per un giorno

di Primo De Vecchis (2013)

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Felice per un giorno - E-book (2013)

Oppresso da un vita colma di catene economiche e legali oltre che mentali, l’unica felicità possibile per il protagonista del romanzo può essere raggiunta quindi soltanto attraverso una rivoluzione totale, ma improvvisa e mal gestita, arrivando a connotarsi a tutti gli effetti come una vera e propria crisi psicotica

Alessandro, il protagonista del romanzo, condensa in una giornata di vagabondaggi e contemplazioni il picco di una presa di coscienza: è un uomo di mezza età, sulla quarantina, divorziato dalla moglie che lo tradiva con un dirigente di banca e con una figlia di dodici anni che vede solo ogni tanto.

Finora il suo lavoro burocratico e ripetitivo ha assorbito tutte le sue energie, ma all’improvviso questa struttura implode, e il grigio impiegato sembra voler consumare una guerra principalmente contro se stesso, contro la maschera sociale che ha indossato per desiderio di quieto vivere.

Tuttavia, tale improvviso desiderio di felicità, o meglio di libertà, non imbocca la strada dell’armonia, bensì del nichilismo e delle fantasie di violenza, come un improvviso esplodere di gioia di vivere.

Il romanzo di Primo De Vecchis rappresenta un’affascinante e accurata descrizione della vita interiore di un uomo da sempre prigioniero delle proprie ossessioni e dei propri schemi comportamentali orientati alla passività.

Ormai sfinito e depresso dalla prospettiva di una vita priva di stimoli autentici, Alessandro, protagonista del romanzo, decide da un giorno all’altro di riappropriarsi del tempo perduto, con un tentativo maldestro e esagerato di tornare a godere di ciò che ha attorno, senza più proiettarsi per abitudine né nel futuro né nel passato.

Ciò che conta per Alessandro è quindi ora soltanto il presente, un eterno presente raccontato con dovizia di particolari e illuminato da una nuova prospettiva, meravigliosa ma terrificante al tempo stesso. L’intera vicenda di Alessandro, si snoda così all’interno di una sola giornata: il giorno in cui decide di non presentarsi a lavoro, per la prima volta nella sua vita.

L’aspetto forse più interessante è che l’autore scandisce la vicenda di Alessandro dall’interno, nella forma di un memoriale scritto di getto in prima persona, ma con un contrappunto esterno di immagini, descrizioni e metafore, che si vanno disfacendo nell’arco della storia. Con dovizia di particolari, l’autore riesce a dipingere scenari che si costruiscono attorno al lettore, trasportandolo all’interno di un mondo nuovo e affascinante.

L’autore descrive bene la tendenza morbosa del protagonista a rimuginare sugli aspetti negativi e fallimentari del passato: un groviglio di pensieri connotati ormai dalla credenza delirante della loro ineluttabilità, come se fossero dettati da una sorta di destino al quale non si può sfuggire.

La nausea, l’angoscia di vivere, di «condurre un’esistenza da zombie, sempre immersi nelle medesime mansioni, con le stesse misere aspirazioni» si trasferisce anche all’universo intero, in una sorta di terrore cosmico.

Oppresso da un vita colma di catene economiche e legali oltre che mentali, l’unica felicità possibile per il protagonista del romanzo può essere raggiunta quindi soltanto attraverso una rivoluzione totale, ma improvvisa e mal gestita, arrivando a connotarsi a tutti gli effetti come una vera e propria crisi psicotica. 

Da leggere, sicuramente. Per terapeuti che vogliono entrare nella mente di un ossessivo per identificarsi con i meccanismi mentali del protagonista, per pazienti che vogliono comprendere l’importanza del godere pienamente della propria vita evitando di gestire la propria rivoluzione senza un aiuto esterno, e per semplici lettori che apprezzano la letteratura fatta bene, colma di citazioni, reti associative, paesaggi pittoreschi e rivelazioni mentali. 

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RECENSIONIOSSESSIONI PSICOSI LETTERATURA

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Primo De Vecchis, Felice per un giorno , 2013.

 

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