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Teoria e Clinica del Perdono: intervista a Francesco Mancini su Rai 1

Pubblichiamo con piacere il link a questa intervista a Francesco Mancini sul nuovo volume “Teoria e clinica del perdono”, andata in onda su RAI 1

Di Redazione

Pubblicato il 10 Set. 2013

Aggiornato il 04 Apr. 2016 11:34

Intervista a Francesco Mancini su RAI 1
Pubblichiamo con piacere il link a questa intervista a Francesco Mancini sul nuovo volume “Teoria e clinica del perdono”, curato da Barbara Barcaccia e Francesco Mancini, edito da Raffaello Cortina.

 

Nel libro Teoria e clinica del perdono, si affronta il perdono, ovviamente da un punto di vista psicologico, non religioso o filosofico. Che cosa è il perdono? Se si considera la parola “perdono”, si nota come sia composta di un prefisso rafforzativo “per”, cioè super, e dalla parola “dono” cioè regalo. Il perdono dunque come grande regalo, come atto di magnanimità con cui la vittima rimette il debito a chi lo ha offeso o ingiustamente danneggiato e, allo stesso tempo, riconosce al colpevole la sua dignità di essere umano e dunque il suo diritto a non essere escluso e disprezzato.
E’ importante chiarire che cosa non è il perdono. Il perdono non è oblio, non è negazione del torto, non è giustificazione, non è rassegnazione a subire. Il perdono non implica necessariamente riconciliazione piena, la ripresa di un rapporto sentimentale o di amicizia. Il perdono è la fase conclusiva di un processo che è spesso molto lungo e difficile, a volte psicologicamente troppo difficile, e che inizia con il riconoscersi vittima di un torto e dunque con rabbia, risentimento e desiderio di vendetta.
Non esistono modelli del tutto soddisfacenti di questo processo, tuttavia è possibile indicare alcuni fattori che lo facilitano: la richiesta del perdono da parte della vittima, la capacità di mettersi empaticamente nei panni del colpevole, il desiderio di pacificazione, il timore che la vendetta faccia passare dalla parte del torto, il desiderio di liberarsi dalla ruminazione rancorosa, la capacità di trovare attenuanti e dunque di contrastare l’outrage heuristic tipica di colui che a subito un torto.

Il perdono fa bene a chi perdona, naturalmente va salvaguardata la prudenza, cioè perdonare non significa correre i rischi di riavvicinarsi a persone pericolose, vendicarsi, al contrario, sembra che non aiuti a chiudere la ruminazione rancorosa, non sempre fa bene al perdonato che può sentirsi ancora più in colpa o umiliato  dalla magnanimità del perdonatore.

 

Il perdono può essere la strada per uscire dalle conseguenze di abusi maltrattamenti e ingiustizie, dal ruolo di vittima rancorosa.

 

Francesco Mancini cerca di rispondere a queste domande. L’intervista è andata in onda su Rai 1 ieri mattina, ed è disponibile cliccando questo link: INTERVISTA

ATTENZIONE: Per andare direttamente all’intervista saltando le altri parti del programma posizionarsi al minuto 10:25.

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