La ricerca ci porta nuovi strumenti per curare il Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD), un disturbo d’ansia grave che può avere un esordio precoce e graduale e che, se non trattato, può diventare cronico.
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La caratteristica principale del DAG è la preoccupazione eccessiva e persistente che negli adolescenti riguarda soprattutto le difficoltà interpersonali: gli adolescenti infatti temono nelle relazioni con gli altri soprattutto di poter essere rifiutati o di non poter scegliere liberamente.
Su questi timori sviluppano il rimuginio che caratterizza il Disturbo d’Ansia Generalizzato: un adolescente che ha l’acne può temere di essere rifiutato da una ragazza che gli piace. Inizierà a pensare a una serie di soluzioni per evitare il rifiuto ad esempio: “Potrei coprire la fronte con i capelli, però la frangia mi ingrossa il viso…allora potrei utilizzare una pomata ma l’effetto non sarà immediato… sono proprio stupido a pensare a queste strategie… però se non faccio qualcosa verrò rifiutato…”
Bögels e Brechman-Toussaint (2006) hanno messo in evidenza che la sintomatologia del DAG può svilupparsi sin dall’età adolescenziale e spesso è associata a comportamenti interpersonali problematici, soprattutto familiari.
Gli stessi autori avevano individuato la tendenza dell’adolescente con DAG a valutare l’attaccamento ai propri genitori come insicuro e che tale percezione contribuiva ad alimentare i sintomi del DAG. Proprio per questo motivo è necessario conoscere meglio in che modo nella famiglia si creino problemi che rinforzano l’ansia in modo da aiutare i familiari a ridurre il disturbo del figlio.
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Muris e Merckelbach (1998) attraverso uno studio trasversale avevano già precedentemente verificato la presenza di una correlazione tra percepire il genitore come ipercontrollante e/o rifiutante e intensità dell’ansia. Ma, oltre che di correlazione, è possibile parlare dell’esistenza di un nesso di causa effetto tra stile genitoriale e ansia?
Un recente studio longitudinale (Hale et al., 2013) fornisce un tentativo di risposta. Studiando 923 adolescenti per un lasso temporale di 5 anni è emerso che la presenza dei sintomi d’ansia porta l’adolescente a percepire i genitori come rifiutanti e ipercontrollanti, andando così ad innescare dei cicli interpersonali disfunzionali in famiglia: così un adolescente con DAG potrebbe vedere i genitori come estremamente preoccupati e controllanti se ad esempio passa ore in bagno cercando di trovare una soluzione all’acne. Allora l’adolescente a causa di questa percezione potrebbe sentirsi ancora più in ansia ed accusare i genitori di essere troppo invadenti. Le critiche rivolte ai genitori potrebbero così andare ad incidere direttamente sul comportamento genitoriale creando squilibri familiari.
I risultati di questo studio sono di notevole rilevanza teorica e clinica poiché grazie a queste riflessioni abbiamo la possibilità di supportare i familiari nella cura del disturbo dei figli: i genitori vanno aiutati a comprendere come le critiche che il figlio con DAG rivolge loro (ossia di essere troppo controllanti o rifiutanti) siano frutto dell’attivazione ansiosa e ad assumere quindi un atteggiamento non difensivo di fronte ad esse. Sottolineiamo che un limite dello studio è che è difficile escludere se le critiche dei genitori siano legati ad ansia e ipercontrollo o siano legate al naturale processo di svincolo e individuazione.
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Nel complesso, a partire da questo studio, sembra che esplorare cautamente da parte del genitore i motivi che portano il figlio a sentirsi controllato e rifiutato può aiutare a creare un clima familiare più aperto e collaborativo, condizione che favorisce la riduzione dell’ansia.
I risultati di questo studio mostrano nuovi orizzonti nella cura dell’adolescente con DAG poiché hanno messo in evidenza che i sintomi DAG nell’adolescente possono incidere sullo stile genitoriale: sentirsi descritti come ipercontrollanti e rifiutanti può creare difficoltà nei genitori. Aiutare i genitori a non personalizzare queste critiche può ridurre il clima di allarme o tensione familiare.
Questa idea non sottrae niente all’altro possibile percorso, ovvero che uno stile genitoriale ansioso o allarmato possa favorire nell’adolescente l’idea di essere controllato o fragile.
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BIBLIOGRAFIA
- Bögels S.M., Brechman-Toussaint M.L. (2006). Family issues in child anxiety: attachment, family functioning, parental rearing and beliefs, in Clin. Psychol. Review,26:834–856.
- Muris P. & Merckelbach H. (1998). Perceived parental rearing behaviour and anxiety disorders symptoms in normal children. Pers. Indiv. Differ., 25: 1199-1206.
- William W. Hale III W.W., Klimstra T.A., Branje S.J.T., Wijsbroek S.A.M. & Meeus W.H.J. (2013). Is adolescent generalized anxiety disorder a magnet for negative parental interpersonal behaviors? In Depression and Anxiety, 00:1–8.
Silvia Carlucci
Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale – Roma