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Il Mito della Monogamia di D.P. Barash & J.E. Lipton – Recensione

Il Mito della Monogamia -Recensione: State tranquilli, il desiderio sessuale per più partner è assolutamente naturale. La monogamia, invece, no.

Di Valentina Davi

Pubblicato il 05 Apr. 2013

Aggiornato il 11 Apr. 2013 15:50

 

Recensione del Libro:

 

IL MITO DELLA MONOGAMIA

Animali e uomini (in)fedeli

by D.P. Barash & J.E. Lipton

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Il Mito della Monogamia di D.P. Barash & J.E. Lipton - Recensione - Immagine: Raffaello Cortina Editore
Il mito della monogamia. Animali e uomini (in)fedeli
Barash David P.; Lipton Judith E.
Raffaello Cortina Editore (2002)

“Cielo, mio marito!!!” –

Evolutivamente programmati per il tradimento

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Vi ritrovate a fantasticare sulla collega del quarto piano o sul giovane panettiere che vi imbusta lo sfilatino nonostante siate sentimentalmente impegnati? State tranquilli, il desiderio sessuale per più partner è assolutamente naturale. La monogamia, invece, no.

Questo è quanto affermano Barash e Lipton nell’interessantissimo e divertente libro Il mito della monogamia (2002), in cui fanno letteralmente a pezzi l’ideale della monogamia portando prove a supporto dell’ipotesi che la poligamia sia la regola (e non l’eccezione) non solo nel regno animale, ma anche, e soprattutto, fra gli esseri umani.

Tra curiosità alla “Incredibile, ma vero!”, ricerche di zoologia comparata e psicologia, studi dai titoli esilaranti sulla vita sessuale libertina degli uccelli, in aggiunta ad una nutrita rassegna bibliografica, gli autori illustrano come siamo biologicamente programmati per il tradimento.

Dal punto di vista evolutivo il discorso è molto semplice: nella gara per la riproduzione i maschi hanno un netto vantaggio rispetto alle femmine. Infatti mentre una femmina nasce con un numero limitato di ovuli, costosi da produrre e con impressa una data di scadenza, i maschi possono sfornare milioni di spermatozoi in pochissimo tempo con un piccolo dispendio di energia e hanno quindi un vasto potenziale riproduttivo. Se aggiungiamo a ciò una bassa soglia di eccitazione sessuale ed una forte attrazione per la varietà tipicamente maschili, non stupisce che i maschi tendano più facilmente alla poliginia o, in caso di monogamia, abbiano una maggiore suscettibilità a ricercare rapporti extra-coppia. In un’ottica evolutiva, quindi, il tradimento ha per il maschio lo scopo di aumentare la possibilità di trasmettere i propri geni.

LA SCIENZA DEL BACIO. - Immagine: Raffaello Cortina Editore (2011)
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Che cosa spinge invece una femmina a tradire il proprio compagno? Innanzitutto avere rapporti con partner diversi aumenta la probabilità di essere fertilizzate, in secondo luogo permette di scegliere ed ottenere geni migliori per la propria prole; infatti difficilmente si tradisce con il primo che si incontra, ma si sceglie un partner che sia in qualche modo superiore al proprio compagno: si tiene il maschio affidabile che cura la prole, ma non si disdegna un giro col maschio alfa!

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Il tradimento, però, può essere pericoloso! Il maschio, per esempio, lasciando la propria compagna da sola per andare a caccia di una scappatella potrebbe a sua volta ritrovarsi “cervo a primavera” (quale ironia!) oppure rischiare di prenderle dal partner dell’amante o, ancora, andare in bianco o trovare una femmina non fertile. Per le femmine i rischi sono addirittura maggiori, soprattutto nel caso in cui venga scoperto il tradimento: oltre alla possibilità di ricevere una punizione fisica dal proprio partner, rischiano di essere abbandonate o che la propria prole riceva meno cure dal compagno che sospetti di non esserne il vero padre (senza contare la perdita della reputazione sociale).

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Sebbene la tendenza ad avere più partner sia naturale, a nessuno piace ritrovarsi con un paio di corna in testa; così nel regno animale si osserva la messa in atto di comportamenti di stretto controllo nei confronti del partner (soprattutto femmina), con maschi che si ritrovano a fare la guardia alla propria compagna soprattutto nei periodi di fertilità … un po’ l’equivalente del controllare i messaggi sul cellulare o l’account di Facebook, dei pedinamenti e del divieto di uscire da sole con le amiche in discoteca!

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Quindi la prossima volta che il nostro partner ci troverà tra le braccia di un altro potremo giustificarci dando la colpa alla biologia? Sì, ma solo se saremo in grado di dimostrare di non possedere il libero arbitrio! Infatti l’essere umano ha la possibilità di scegliere se fare o meno qualcosa, e quindi può decidere se tradire o meno. Pertanto la monogamia sembra essere più che altro una scelta per noi umani, per di più non facile visto che, in quanto animali sociali, siamo continuamente immersi nelle relazioni ed esposti alle tentazioni della carne. 

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Cinicamente si potrebbe condividere quanto sostengono Barash e Lipton: “La maggior stabilità [di una coppia] presumibilmente deriverebbe da una situazione in cui ogni partner è davvero – o pensa di essere – un po’ meno desiderabile dell’altro! In questo caso, ognuno penserebbe probabilmente di avere fatto un buon affare (cioè di avere un partner ‘migliore’  del previsto) e probabilmente non cambierebbe per tentare di conseguire una superiore eccellenza”.

Ma, riconoscono gli autori, se negli animali la monogamia è solo una questione biologica, negli umani è anche qualcosa in più: “è anche una questione di psicologia, sociologia, antropologia, economia, diritto, etica, teologia […]” dove concorrono altri fattori come l’amore, la fiducia, l’impegno, la paura, la rabbia, la prole, la lealtà, il denaro, la malattia, ecc.

E forse ci piace pensare che con la persona giusta la monogamia sia una scelta … naturale. Il problema è solo trovarla tra 7 miliardi di persone. Buona caccia!

LEGGI:

 SESSO – SESSUALITA’ –  SOCIETA’ & ANTROPOLOGIA – AMORE & RELAZIONI SENTIMENTALI – SCELTA DEL PARTNER

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Valentina Davi
Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

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