In Treatment – Psicoterapia in TV
QUINDICESIMA PUNTATA
Gina
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In Treatment S01E15 – Gina. Non si tratta più di un incontro tra vecchi amici come nella prima puntata. È una supervisione, o forse qualcosa in più.
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Terzo incontro con Gina, terza settimana con il dottor Paul Weston e i suoi pazienti. Ne approfitto per far sapere ai lettori che, dalla settimana prossima, non seguiremo più Gina e Paul puntata per puntata, ma passeremo a commentare cicli di cinque puntate alla volta, ovvero l’intero giro settimanale delle quattro sedute e della supervisione di Paul. Perché? Per evitare il rischio della monotonia e della pedanteria, inevitabili nel commentare tutte le puntate. Inoltre, alternerò settimane con Paul Weston e settimane con Giovanni Mari, il terapista della serie italiana di In Treatment, in modo da dare varietà a questo percorso.
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Dicevo che Paul torna da Gina per la terza volta. Non si tratta più di un incontro tra vecchi amici come nella prima puntata. È una supervisione, o forse qualcosa in più. Paul sembra ormai in terapia con Gina. La quale si conferma terapeuta robusta e, a tratti, feroce.
Paul ha problemi con lei, la svaluta. Ne critica la tecnica, alla perenne ricerca di analogie, rimandi e somiglianze col passato.
Per Gina, qualunque cosa faccia Paul ha una radice in un comportamento passato, che Paul è condannato a ripetere, meccanicamente e inconsciamente. Se Laura ha dovuto accudire i suoi genitori, questo è in rapporto con il fatto che anche Paul ha dovuto accudire i suoi. Se Laura esce con Alex e non ne può più del suo convivente, questo è in rapporto col fatto che anche Paul non ne può più di sua moglie. Il tutto è bombardato sul povero Paul con impressionante frequenza e intensità. E ferocia.
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Non sono, né pretendo di essere, un esperto di tecnica psicoanalitica, ma questo modo di operare mi pare tendenzialmente kleiniano: interpretazioni precoci, frequenti, intense, con un certo sapore aggressivo verso il paziente, un retrogusto di “ti ho beccato!”- Non lo dico solo io, lo dice anche Paul, che rimprovera a Gina la sua passione per la rivelazione degli schemi interpersonali come ripetizione di un eterno transfert irrisolto e, in qualche modo, irrisolvibile. È vero che Paul non dice a Gina. “sei un’insopportabile kleiniana!”.
È anche vero che in USA la psicoanalisi ortodossa tendeva a essere soprattutto annafreudiana, ovvero focalizzata sulle difese più che sulla ripetizione degli schemi transferali. E Gina è molto ortodossa. Tuttavia il sospetto c’è.
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Paul sembra una sorta di sviluppo imprevisto di Gina, e per questo Gina a sua volta sembra avercela con lui. Così come la psicoanalisi relazionale, di cui Paul è esplicitamente adepto, è uno sviluppo dolce e imprevisto dell’attenzione per i temi interpersonali cari alla Klein. Certo, per la Klein questi schemi interpersonali erano sempre completamente interiori, completamente inconsci e profondamente negativi (l’emozione dominante è l’invidia). Invece per Mitchell gli schemi interpersonali sono anche vissuti nel qui e ora delle relazioni presenti, non sono completamente inconsci e soprattutto non hanno la colorazione cupa del kleinismo. Anzi, per Mitchell la relazione è una forza positiva, un’energia di amore. Che poi sembra la differenza tra Paul, che crede nell’amore per Laura, e Gina, che invece predica la diffidenza verso ogni trasporto sentimentale e lo valuta come ripetizione inconscia di rancori infantili.
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