In Treatment – Psicoterapia in TV
UNDICESIMA PUNTATA
Laura
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L’intera puntata è tutta una violazione di un setting deteriorato e pericolante. Il dialogo tra Paul e Laura è tra due persone che non si capiscono. Paul sostiene che la terapia sia finita. Il ritardo di 25 minuti ne è la dimostrazione, e Laura non era mai arrivata in ritardo.
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Si moltiplicano i segnali di disfacimento. Paul, abbandonato il letto matrimoniale, dorme sul divano. Ormai la sua simbiosi con la stanza analitica è completa. Non esce più fuori di lì. Arriva Laura in ritardo di 25 minuti, si siede sul divano dal quale Paul è da poco emerso e incoccia nella cintura di Paul, abbandonata lì, come su un letto sfatto.
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L’intera puntata è tutta una violazione di un setting deteriorato e pericolante. Il dialogo tra Paul e Laura è tra due persone che non si capiscono. Paul sostiene che la terapia sia finita. Il ritardo di 25 minuti ne è la dimostrazione, e Laura non era mai arrivata in ritardo. Laura a sua volta porta un racconto di morte e disperazione, racconta di un cane investito e travolto dalle auto sulla Madison Avenue. La seduta si conclude in una situazione di completo stallo, ma la puntata non è finita.
Laura esce in strada e incontra Alex, il paziente del martedì. Che si è confuso ed è arrivato con un giorno di anticipo. Altro deterioramento del setting. Non basta. Alex non solo sbaglia giorno, ma ha con sé uno scatolone che vuole regalare all’analista. È davvero una puntata in cui saltano tutte le regole e come tale si conclude. Alex offre un passaggio in centro a Laura, iniziando quella che sembra una relazione.
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Mi chiedo se tutto questo sia sempre una sottile polemica contro gli sviluppi relazionali e intersoggettivisti della psicoanalisi. Gli sceneggiatori sembrano pensare che, una volta imboccata quella strada, l’involuzione relazionale extra-terapeutica è inevitabile. È impossibile pensare che il setting possa essere protetto rinunciando alla neutralità.
Prendiamo ad esempio il caso, suggeritomi dal collega Diego Sarracino (leggi l’articolo del dott. Sarracino Rileggendo Abraham Maslow – Le Caratteristiche dell’Individuo “Sano” su State of Mind ), dell’interpretazione concreta. Sarracino mi scrive che “Per gli intersoggettivisti, l’interpretazione concreta è una violazione intenzionale delle regole del setting, che un analista ortodosso considererebbe un “acting out”, motivata dall’intenzione del terapeuta di trasmettere un contenuto sul piano implicito e relazionale (“concreto”) più che su quello simbolico e verbale. Per es., Lachmann a un certo punto “riacchiappa” una paziente grave che stava droppando telefonandole un po’ prima di ogni seduta e ricordandole l’appuntamento (più che il contenuto della telefonata, è il gesto relazionale in sé che fa la differenza)”.
Per gli sceneggiatori di In Treatment tutto questo sembra essere pericoloso e –nemmeno tanto sottilmente- raccontano che su questa strada non si fa più terapia.
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BIBLIOGRAFIA:
- Lachmann, F. (2007). Transforming Narcissism: Reflections on Empathy, Humor, and Expectations (Psychoanalytic Inquiry Book Series). London: Routledge. (ACQUISTA ONLINE)