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Anoressia Nervosa. Come Funziona il Cervello Anoressico

Anoressia: la percezione di pesare 40 kg e sentirsi grasse va ricercata nella struttura neurale delle persone con anoressia nervosa.

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 15 Feb. 2013

 

Il Cervello Anoressico. -Immagine:© domenicodezio - Fotolia.comL’attenzione selettiva può distorcere la percezione che le ragazze anoressiche hanno del proprio corpo, ma può spiegare da sola una così grande differenza tra il dato di fatto (i 40 kg) e la sensazione di essere irrimediabilmente grasse? A quanto pare, la causa di questo gap va ricercata nella struttura neurale delle persone con anoressia nervosa.

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Da anni gira su YouTube un video che si chiama The Mirror – Lo Specchio – Anoressia, creato dal sito svedese abkontakt.se, che ben rappresenta la percezione distorta del proprio corpo e delle proprie forme che caratterizza le ragazze anoressiche. Fianchi troppo larghi, pancia troppo sporgente, gambe troppo grosse, anche quando si arriva a pesare 40 kg, declamate con una convinzione che spiazza e con una sofferenza che si può quasi toccare. Essere in grave sottopeso e continuare a vedere il proprio corpo come enorme, sgraziato, grasso; si perde la speranza di poter cambiare la situazione, di poter essere finalmente “belle”.

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E davanti a disperate ragazze, ancor più spiazzati professionisti (psichiatri, psicologi, nutrizionisti, dietisti) a cercare di convincerle che 40 kg sono decisamente pochi e che del loro corpo non sono rimaste che pelle e ossa. 

La ricerca si fa allora assidua, inizia ad approfondire meglio se non ci sia qualcosa che non vada proprio nella percezione spaziale e visiva delle ragazze anoressiche. Continuare a urlare al mondo la propria disperazione davanti ai chili di troppo non può essere solo un capriccio, un pretesto. L’angoscia è tangibile, ne sono troppo convinte. Deve allora esserci qualcosa che non va a un livello più strutturale.

L'anoressia- Il corpo Invisibile. - Immagine: © deviantART - Fotolia.com
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Sappiamo che l’anoressia è una malattia, di origine psicologica, con grandi e gravi ricadute sulla salute della persona. Sappiamo anche che è qualcosa di simile a un disturbo di tipo ansioso: il cibo diventa un’ossessione, l’unica cosa a cui si può pensare sono i modi per evitare di assumere calorie o per smaltirle e si sviluppa la fobia di prendere chili su chili, con la percezione di non poterne prendere uno senza ingrassare in modo irrefrenabile.

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Sappiamo anche che nei disturbi ansiosi entra in campo una distorsione che ci porta a prestare attenzione in modo selettivo all’oggetto della nostra paura e a tutto quello che risulta a esso attinente. Tra le conseguenze, la percezione di una probabilità che quell’evento si realizzi viene stimata come più alta rispetto alla possibilità reale che la cosa temuta avvenga. Allo stesso modo, l’attenzione selettiva può distorcere la percezione che le ragazze anoressiche hanno del proprio corpo, ma può spiegare da sola una così grande differenza tra il dato di fatto (i 40 kg) e la sensazione di essere irrimediabilmente grasse?

A quanto pare, la causa di questo gap va ricercata nella struttura neurale delle persone con anoressia nervosa. O almeno, questa è la proposta di alcuni ricercatori tedeschi della Ruhr-Universität di Bochum, con a capo Boris Suchan, che hanno individuato un errore di comunicazione nel lobo sinistro, quello deputato all’elaborazione di immagini. La ricerca in questione, pubblicata su Behavioural Brain Research, ha confrontato i criteri di giudizio della propria immagine di 10 donne anoressiche e 15 donne senza alcun disturbo alimentare, da cui è emerso che mentre la maggioranza dei soggetti sani si vedeva solo leggermente più magra della realtà, le persone anoressiche si percepivano come molto più grasse.

A queste interviste si sono affiancate le immagini neurali catturate attraverso una risonanza magnetica svolta mentre le donne osservavano una serie di immagini, tra cui dovevano scegliere quella che a loro giudizio meglio rappresentava la propria silhouette. Le neuroimmagini prodotte hanno confermato come nelle persone anoressiche sia presente una connessione debole tra l’area FBA (area del corpo fusiforme) e l’area EBA (area del corpo extrastriata), entrambe collocate nell’emisfero sinistro. Sembra allora che in caso di anoressia nervosa la rete per il processamento delle immagini del corpo sia alterata anche dal punto di vista funzionale.

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Ecco allora l’Eureka! dei blog e dei quotidiani più o meno divulgativi che titolano “Anoressia, svelata l’origine del disturbo”, “Anoressia, la causa è un errore di comunicazione nel cervello”, e via dicendo. Ci sembra invece giusto lanciare un alert, ricordando che lo studio in questione raccoglieva i dati di appena 10 pazienti anoressiche e 15 soggetti sani, e che, nonostante l’entusiasmo che stimolano le ricerche svolte con l’ausilio di strumentazioni come la risonanza magnetica, constatare l’attività neurale o la struttura cerebrale di una persona anoressica non ha carattere esplicativo, ma solamente descrittivo, e non consente di conseguenza di parlare di cause neurali alla base del disturbo.

Quindi, sebbene sia fondamentale indagare le diverse componenti che possono contribuire a aumentare la nostra conoscenza su un problema così diffuso e invalidante come l’anoressia nervosa, è importante ricordare che ogni ricerca è un tassello in più ma non la risposta definitiva.

Sicuramente uno dei punti fermi rispetto all’anoressia e ai disturbi alimentari in genere, visto anche che l’età di insorgenza tipica si colloca nella fascia adolescenziale, è l’importanza di una buona prevenzione.

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La prevenzione che propone il progetto ProYouth, attivo in 7 Paesi Europei e co-finanziato dalla Comunità Europea si basa sull’utilizzo di una piattaforma web, consultabile all’URL www.proyouth.eu, che contiene una serie di strumenti e offre alcuni servizi importanti, come le chat individuali e di gruppo, in cui è possibile confrontarsi con uno psicologo in modo anonimo e gratuito. È sufficiente registrarsi alla piattaforma fornendo un indirizzo e-mail e scegliendo una password, e compilare in seguito un breve questionario che valuta il benessere personale. Dopo essersi registrati, si può usufruire dei servizi del sito in modo gratuito e anonimo (chat, forum, informazioni sui disturbi alimentari, blog), ed è possibile cancellare la propria registrazione in qualsiasi momento.

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Il ProYouth rappresenta un tentativo di aumentare il benessere psicologico in adolescenza e di combattere i disturbi alimentari sul nascere, prima che possano diventare davvero dannosi per la persona.

Per ogni dubbio o necessità potete scrivere a [email protected], lo staff vi risponderà al più presto!

Abbiate cura di voi.

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Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

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