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Lettura magistrale del Prof. Christopher Fairburn sui DCA

Prof. Fairburn al Convegno “La maledizione del cibo. Le ragazze anoressiche e bulimiche e la coesistenza impossibile con il corpo”, Bologna.

Di Francesca Martino

Pubblicato il 30 Nov. 2012

Aggiornato il 02 Gen. 2013 12:57

di Francesca Martino

  

Reportage dal convegno

“La maledizione del cibo. Le ragazze anoressiche e bulimiche e la coesistenza impossibile con il corpo”

venerdì 23 novembre 2012,

Complesso Monumentale di San Giovanni di Monte, Bologna

 

Lezione Magistrale del Prof. Christopher Fairburn sui DCA
Professor Christopher Fairburn al convegno del 23 novembre 2012.

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Il Complesso Monumentale di San Giovanni in Monte di Bologna apre le sue Aule agli esperti della salute mentale per un interessante confronto sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), in memoria del Prof. Maurizio Bellini, Direttore dell’Istituto di Psichiatria di Bologna e autore del volume dal quale l’evento prende il nome. L’organizzazione scientifica del convegno ha chiamato a partecipare il Prof. C. Fairburn, Direttore del Centro di Ricerca sui DCA presso l’Università di Oxford.

Il Professore ha presentato il suo modello transdiagnostico dei DCA, sottolineando come nella sua esperienza clinica e di ricerca non esistano della condizioni diagnostiche così chiaramente definite dal DSM IV, come la Bulimia Nervosa (BN), l’Anoressia Nervosa (AN) e il DCA-NAS, e come queste tendano invece ad avere elementi comuni identificabili in (1) condotte restrittive e/o compensative (2) alterazione dell’immagine corporea (3) presenza di abbuffate, soggettive e/o oggettive (4) fattori di rischio e di ricaduta comuni (5) età di esordio sovrapponibile.

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La somiglianza di diversi fattori ha portato lo studioso inglese a considerare i DCA, come un’ unica condizione clinica “migrante” da stati in cui prevalgono le condotte restrittive a stati in cui prevalgono quelle espulsive, fatta eccezione per il Binge Eating Disorder (BED) che manterrebbe invece una sua indipendenza diagnostica.

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Da questa concezione nascono gli studi condotti dal Professore sul trattamento Enhanced-Cognitive Behaviour Therapy (CBT-E), da lui stesso formulato, che deriva dal protocollo CBT standard per la BN, ormai largamente dimostrato efficace, e perfezionato grazie anche all’esperienza diretta dei pazienti “non responders” al fine di individuare un modello di intervento unico per la categoria trans-diagnostica da lui individuata (Fairburn 2010).

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Il primo studio presentato è stato condotto in due centri indipendenti (Fairburn 2009) su 154 pazienti con DCA e un BMI medio di 17.5. Il trial prevedeva l’erogazione del trattamento CBT-E in 20 sessioni per la durata di 20 settimane e un follow up a 60 settimane. Il trattamento è stato destinato a pazienti con BN e ED-NOS.

I risultati dello studio hanno dimostrato, in entrambi i centri coinvolti, un significativo miglioramento sintomatico alla fine del trattamento, dato che rimaneva stabile fino all’ultimo follow-up. Inoltre, i pazienti coinvolti rispondevano al trattamento allo stesso modo, a prescindere dalla categoria diagnostica. Il dato confermerebbe dunque (1) l’efficacia dell’intervento studiato e (2) una sostanziale sovrapponibilità della risposta nei pazienti con BN e ED-NOS, confermandone dunque la somiglianza diagnostica.

Ancora più sorprendentemente Fairburn ci presenta dei recentissimi dati di efficacia del modello CBT-E, ottenuti su pazienti con AN (Fairburn et al 2012). Lo studio multicentrico condotto in Inghilterra e in Italia su pazienti adulti con un BMI medio di 16 ha mostrato un miglioramento clinico significativo dopo 40 settimane di trattamento, con un buon mantenimento della remissione al follow up di 60 settimane, nel 60% del campione. Il dato è stato replicato con risultati sovrapponibili su una popolazione di adolescenti (Dalla Grave et al 2012).

 Il Professore ha sottolineato la rilevanza scientifica dei dati, soprattutto per quanto riguarda l’AN, condizione diagnostica sulla quale ad oggi c’è una drammatica carenza di studi di efficacia su interventi specifici. 

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L’ultimo studio presentato da Fairburn e condotto recentemente a Copenhagen (Poulsen S., in press) su un campione clinico con DCA confronta il trattamento CBT fornito in 20 sessioni per la durata di 5 mesi e un trattamento di matrice psicoanalitica della durata di 2 anni. I risultati mostrano come il braccio al quale viene destinata la CBT vada incontro ad una remissione sintomatologica significativa entro i 5 mesi del trattamento, dato che si mantiene al follow up, condotto dopo 24 mesi dall’inizio dell’intervento. Nel gruppo di pazienti con Psicoterapia Psicoanalitica il miglioramento è notevolmente inferiore a quello ottenuto con la CBT, sia dopo 5 mesi, sia dopo 2 anni di intervento.

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Lo studio anticipato dal Professore e non ancora disponibile in rete, rappresenterà una fonte preziosa, dove saranno  messi a confronto i due interventi, per la prima volta con un certo rigore scientifico.

Gli applausi finali interrompono il silenzio con il quale la sala aveva ascoltato l’intervento.

Un sentito grazie al Prof. Fairburn per la ricchezza scientifica del suo contributo!

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DCA – DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE – BED – BINGE EATING DISORDER – ANORESSIA – PSICOTERAPIA COGNITIVA – 

 

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Francesca Martino
Francesca Martino

PSICOTERAPEUTA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE Codidatta Studi Cognitivi Milano

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