Dal simposio SITCC 2012
DISGUSTO E COLPA NEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Con un commento di Gabriele Melli
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Gabriele Melli commenta gli studi presentati, i quali chiariscono il ruolo della colpa e del disgusto nel Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un disturbo caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Le prime sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano ripetutamente, sono intrusive, fuori dal controllo di chi li sperimenta e da lui giudicate come preoccupazioni eccessive, infondate e insensate; sono spesso accompagnate da emozioni quali paura, disagio, disgusto. Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani) o azioni mentali (es. contare) volte a ridurre il disagio causato dalle ossessioni. (Melli, 2003)
Tra le ossessioni più diffuse troviamo il timore della contaminazione, ovvero “un’intensa e persistente sensazione di essere stato contaminato o infetto o messo in pericolo come risultato di un contatto, diretto o indiretto, con una persona, un luogo o un oggetto percepito come sporco, impuro, infetto o dannoso” (Rachman, 2004). La contaminazione può essere fisica, in cui il contaminante è percettibile (es. germi), oppure mentale, cioè una sensazione interna di sporco; entrambe suscitano il bisogno di lavarsi, ma solo nel primo caso si ottiene sollievo, seppur a breve termine.
Zhong & Liljenquist (2006) hanno osservato che esiste un’associazione tra pulizia fisica e morale: l’esposizione a eventi immorali attiva una minaccia alla propria purezza morale che induce la necessità di lavarsi. Curiosamente la contaminazione mentale può essere indotta in laboratorio come conseguenza di un evento immaginato: suscitando nei soggetti sperimentali sentimenti interni di sporco si induce in loro un bisogno di lavarsi; è il cosiddetto Effetto Lady Macbeth (Elliott & Radomsky, 2009; 2012).
Partendo da tali osservazioni Francesco Bulli ha illustrato lo studio condotto presso l’IPSICO (Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva) di Firenze nel tentativo di comprendere quale ruolo giochi la contaminazione mentale nella sintomatologia Disturbo Ossessivo Compulsivo, in particolare nei pazienti con rituali di lavaggio. Dallo studio è emerso che la contaminazione mentale correla molto bene con il timore di contaminazione e funge da mediatore significativo nella relazione tra colpa e rituali di lavaggio e anche nella relazione tra propensione al disgusto e sintomi ossessivi.
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Considerando che la contaminazione mentale può essere generata da eventi traumatici o dal ricordo di eventi negativi, e che le emozioni di colpa e disgusto paiono essere degli “affect without recollection”, ovvero emozioni intense scatenate da stimoli associati ad un trauma di cui non si ha memoria, in analogia con il Disturbo Post Traumatico da Stress la contaminazione mentale sembra essere un problema di memoria e di difficoltà nell’elaborazione di eventi passati. Ciò ha un’importante implicazione clinica: si potrebbe integrare l’EPR (Esposizione e Prevenzione della Risposta, tecnica elettiva nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo) con l’EMDR o l’Imagery Rescripting con l’obiettivo di elaborare eventi traumatici precipitanti ed integrare nella memoria autobiografica del paziente l’evento critico che ha scatenato la sensazione interna di sporco e l’idea negativa di sé, aumentando così l’efficacia della tecnica.
Come suggerisce Mancini, forse si dovrebbe parlare di disgusto morale più che di contaminazione mentale: il timore di aver commesso atti immorali e il conseguente senso di colpa suscitano pensieri e sensazioni di sporco morale (ed emozione di disgusto) e il desiderio di pulizia fisica per ripristinare il benessere.
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Il senso di colpa appare quindi centrale nel Disturbo Ossessivo Compulsivo. Ma di quale senso di colpa stiamo parlando? In letteratura si distingue tra colpa altruistica (che nasce dalla credenza di aver creato un danno ad un altro o di non averlo aiutato) e colpa deontologica (che nasce dalla credenza di non aver rispettato l’autorità morale e le sue regole). “Il comportamento ossessivo sembra essere guidato dallo scopo di prevenire e neutralizzare la possibilità di essere colpevole” afferma Francesca D’Olimpo “e nei pazienti Disturbo Ossessivo Compulsivo sembra sia la colpa deontologica, più che un senso di colpa generale, a giocare un ruolo importante”.
In linea con queste considerazioni, Barbara Basile ha mostrato i risultati ottenuti da uno studio fMRI volto ad indagare i correlati neurali coinvolti nell’elaborazione del senso di colpa in pazienti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo. Dallo studio è emerso che “i pazienti Disturbo Ossessivo Compulsivo mostrano una risposta cerebrale anomala durante l’elaborazione della colpa, in particolare della colpa deontologica (ma non di quella altruistica), notoriamente associata all’aumentato senso di responsabilità e alla sensibilità al regret, comunemente coinvolte nell’esordio e nel mantenimento del Disturbo Ossessivo Compulsivo”.
Abbiamo chiesto a Gabriele Melli, chairman del simposio, un commento ai rigorosi studi scientifici presentati che hanno tentato di chiarire il ruolo delle emozioni di colpa e disgusto nella patogenesi del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Concordiamo con lui sul fatto che è stato un simposio ricco di stimoli, a tal punto che il tempo a disposizione si è rivelato purtroppo nettamente insufficiente.
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Lo ringraziamo nuovamente per la disponibilità e vi riportiamo qui di seguito la sua dichiarazione in esclusiva per State of Mind.
“Dagli studi presentati sono emerse importanti conferme rispetto all’importanza di indagare il ruolo che nel singolo paziente affetto da Disturbo Ossessivo Compulsivo riveste la moralità e di approfondire la raccolta della storia di vita per individuare quegli eventi che possono aver intaccato il senso di sé come persona degna e moralmente integra, innescando lo scompenso ossessivo. La riduzione del senso di colpa di tratto e la rielaborazione emotiva di esperienze “traumatiche” che possono aver minato il senso di dignità morale della persona sembrano essere ingredienti essenziali del trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo, soprattutto del sottotipo con rituali di lavaggio resistente ai tradizionali interventi di esposizione e prevenzione della risposta.”
Ci auguriamo che le interessanti evidenze scientifiche presentate alla SITCC forniscano nuovi spunti in ambito clinico per migliorare sempre di più l’efficacia del trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo andando ad intervenire anche sui fattori causali della sofferenza psicologica, per esempio lavorando sulla riduzione del senso di colpa per diminuire la frequenza dei rituali compulsivi di lavaggio.
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SIMPOSIO – INTERVENTI
- T. Cosentino, B. Basile, F. Mancini, G. Romano, & D. Capobianco. Il disturbo ossessivo-compulsivo in relazione al timore di colpa ed al disgusto
- F. Bulli, C. Carresi, E. Stopani, & G. Melli. Contaminazione mentale, colpa, propensione al disgusto: quale relazione con i sintomi ossessivo-compulsivi?
- F. D’Olimpo, F. Mancini, G. Romano, & A. Saliani. Rituali di lavaggio e sensi di colpa: alcune colpe sono più lavabili di altre?
- B. Basile, M. Bozzali, E. Macaluso & F. Mancini. Substrato neurale dell’elaborazione delle emozioni di colpa nel disturbo ossessivo-compulsivo
BIBLIOGRAFIA
- Melli G. (2003) Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Ecomind srl
- Rachman, S. (2004). Fear of contamination. Behaviour Research and Therapy, 42: 1227–1255.
- Zhong CB, Liljenquist K. (2006). Washing away your sins: threatened morality and physical cleansing. Science. Sep 8, 313(5792):1451-2.
- Elliott C.M., & Radomsky, A.S. (2009) Analyses of mental contamination: Part I, experimental manipulations of morality. Behaviour Research and Therapy. 47(12):995-1003.
- Elliott CM, Radomsky AS. (2012) Mental contamination: the effects of imagined physical dirt and immoral behaviour. Behav Res Ther. 2012 Jun;50(6):422-7