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Dormire meno per Navigare su Internet: Aumento di Problemi Psichici

Le ore tolte al sonno per navigare in internet sembrano favorire l’insorgenza di patologie psichiche in età adulta.

Di Elena Lucchetti

Pubblicato il 06 Nov. 2012

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Le ore tolte al sonno per navigare in internet sembrano favorire l’insorgenza di patologie psichiche in età adulta.

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Negli ultimi anni le ore di sonno si sono progressivamente ridotte. Ad essere coinvolti sono soprattutto i giovani i quali restano maggiormente incollati ad internet per navigare in rete o per chattare su social network come Facebook.

A conferma di ciò, una ricerca del 2009 di cybersentinel.co.uk aveva messo in luce che gli adolescenti inglesi navigavano sul Web per ben 31 ore, mentre un’analoga indagine dell’European Interactive Advertising Association (2011) ha rivelato che il 57% degli europei va regolarmente online e che l’82% dei giovani dai 16 ai 24 anni utilizza internet da 5 a 7 giorni a settimana.

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Pertanto il dato più allarmante è che le ore tolte al sonno per navigare in internet sembrano favorire l’insorgenza di patologie psichiche in età adulta. Una ricerca dell’Università di Sidney (Australia), diretta dal professor Nicholas Glozier e pubblicata sulla rivista  “Sleep”, ha esaminato salute ed abitudini di 20.000 giovani, tra i 17 ed i 24 anni. L’indagine ha mostrato come i soggetti  che dormivano meno di 5 ore a notte avevano il triplo del rischio, rispetto a coloro che avevano un sonno regolare, di sviluppare problemi psicologici l’anno successivo: ogni ora di riposo persa era legata ad un 14% in più di pericolo per la salute. 

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Il Dott. Glozier, professore di psichiatria e medicina del sonno al sonno al Sydney’s-Woolcock Institute a al Brain and Mind Research Institute, dichiara che i disturbi del sonno, e in particolar modo l’insonnia, in seguito possono sviluppare patologie come l’ansia e depressione. 

Inoltre se è vero da un lato che molti ragazzi possono soffrire di insonnia come risultato di patologie precedenti, dall’altro ci sono adulti che tendono a soffrire di ansia e di problemi sonno-veglia che possono poi sfociare in patologie bipolari o in depressione grave.

Dormire poco non conduce soltanto a disturbi come la depressione per i giovani, ma potrebbe sfociare anche in problemi alimentari quali l’obesità. 

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Questa tesi è sostenuta da una ricerca condotta dal Brigham and Women’s Hospital and Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, che ha monitorato 240 ragazzi dai 16 ai 19 anni monitorando per alcuni giorni il loro sonno (mediante actigrafo, uno strumento che misura l’attività motoria) e indagando le loro abitudini alimentari, con particolare attenzione al consumo di snack.

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Dai risultati emerge che dormendo al di sotto delle otto ore regolari si consumano molti più snack e si ha la tendenza a mangiare ad orari insoliti, privilegiando molto spesso spuntini veloci e poco salutari. Tutto questo potrebbe essere dovuto, secondo la ricercatrice Susan Redline, a un’alterazione del metabolismo conseguente a una variazione nei livelli degli ormoni che regolano l’appetito come la leptina e la grelina, ma anche al semplice fatto che si hanno più opportunità per mangiare.

Tutto ciò porta ad un evidente aumento eccessivo del peso corporeo. Viceversa, per ogni ora in più di sonno, le calorie assunte attraverso gli  snack si riducono mediamente del 21%.

Infine, il Dott. Glozier afferma che  la correzione dell’equilibrio sonno-veglia, dell’insonnia e di altri disturbi può essere effettuata con una cura a base di luce (light therapy), ma anche con ormoni come la melatonina.

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Elena Lucchetti
Elena Lucchetti

Dott.ssa magistrale in Psicologia Clinica

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