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Insonnia e paranoia. Se non dormo penso male

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 04 Lug. 2011

Aggiornato il 03 Ott. 2011 16:08


L’insonnia è il più diffuso disturbo del sonno. Il suo impatto sulla qualità della vita è ampiamente riconosciuto, tuttavia le persone scelgono spesso di conviverci sostenendone le fastidiose conseguenze. Alcune di queste, come la stanchezza o l’irritabilità, sono universalmente associate all’insonnia. Altre risultano più difficili da riconoscere e spesso non vengono attribuite alla cattiva qualità del sonno.

Un esempio interessante riguarda la paranoia. Si tratta di un peculiare modo di usare il pensiero, uno sforzo mentale teso a immaginare tutte le possibili intenzioni malevole degli altri. La paranoia è un’esperienza comune ma può sfociare anche in forme molto gravi di delirio persecutorio. Una recente ricerca ha mostrato come la scarsa qualità del sonno sia maggiormente associata al pensiero paranoico in un campione di persone senza disturbi psicologici e in un campione di persone con alti livelli di paranoia (Freeman et al., 2009).

Le spiegazioni ipotizzate sono due. Innanzitutto, l’insonnia aumenta il livello di stanchezza e di tensione corporea e questo mantiene le persone in uno stato di allerta, come se fossero sotto una minaccia ancora non chiara. Lo stato di allerta conduce le mente a cercare possibili fonti di pericolo o danno, anche immaginando cosa possa correre nella mente altrui. Questa ipotesi è sostenuta da uno studio di Freeman e collaboratori (2010) che ha mostrato come l’associazione tra insonnia e paranoia sia spiegata, anche se solo parzialmente, dall’incremento di ansia e irritabilità.

Una seconda spiegazione considera il ruolo delle piccole dispercezioni, allucinazioni, pensieri intrusivi che solitamente si accompagnano alla deprivazione del sonno e che rappresentano un elemento chiave in grado di attivare il pensiero paranoico.

In sintesi, dormire male ci porta a pensare male e soprattutto a costruire riflessioni paranoiche, talvolta irrealistiche, che possono avere come lo spiacevole effetto di rovinare le nostre relazioni sociali  (Myers et al., 2011). Queste riflessioni sottolineano come la qualità del sonno rappresenti una condizione necessaria per il benessere psicologico.

Freeman, D., Pugh, K., Vorontsova, N., Southgate, L. (2009). Insomnia and paranoia. Schizophrenia Research, 108 (1-3), 280-284.

Freeman, D., Brugha, T., Meltzer, H., Jenkins, R., Stahl, D., Bebbington, P. (2010). Persecutory ideation and insomnia: Findings from the second British National Survey of Psychiatric Morbidity. Journal of Psychiatry Research, 44(15-13), 1021-1026.

Myers, E., Startup, H., Freeman, D. (2011). Cognitive behavioural treatment of insomnia in individuals with persistent persecutory delusions: a pilot trial. Journal of Behaviour Therapy and Experimental Psychiatry, 42(3), 330-336.

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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