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Le mamme che lavorano, sposate e con un partner accanto non depresso hanno maggiori probabilità di andare incontro alla remissione.
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Il disturbo depressivo maggiore è uno dei disturbi mentali più comuni, che colpisce, annualmente, più di 13 milioni di individui solo negli Stati Uniti e genera, spesso, una serie di limitazioni nello svolgimento delle attività della vita quotidiana. Ma se la depressione colpisce le mamme, allora è evidente che gli effetti appaiono ancora più gravi, visto che i bambini non ne escono indenni, anzi spesso riportano disturbi cognitivi e comportamentali che possono persistere anche in età adulta. Le madri depresse infatti, di solito, manifestano atteggiamenti ostili e negativi nei confronti dei bambini e questo crea un ambiente familiare che viene percepito come stressante.
A questo punto potremmo chiederci: quali fattori potrebbero favorire la persistenza della depressione nelle mamme e quali, invece, potrebbero fungere da fattori di protezione e generare una remissione?
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Per fornire una risposta a questi interrogativi, Kristin Turney ha condotto uno studio longitudinale coinvolgendo 4.898 coppie. Entrambi i genitori sono stati intervistati subito dopo la nascita del bambino e successivamente sono stati nuovamente intervistati, quando i bambini avevano compiuto 1, 3, 5 e 9 anni. Nella fase iniziale della ricerca, l’82% delle mamme erano coniugate, mentre l’87% non erano sposate. Tuttavia, non tutte le mamme che inizialmente hanno preso parte alla ricerca, hanno fornito il proprio contributo in tutte le fasi dello studio; per questo, sono state considerate solo le mamme (N=4.366) che hanno partecipato ad almeno 2 sessioni consecutive, escludendo la baseline, ossia il momento subito dopo la nascita del bambino. La depressione materna è stata rilevata attraverso la CIDI-SF, quando i bambini avevano 1, 3, 5 e 9 anni: alle mamme è stato chiesto se nell’anno precedente avessero esperito sintomi di disforia o anedonia.
Le variabili prese in considerazione dall’autrice come potenziali fattori, in grado di innescare un cambiamento nel decorso della depressione o di inibirlo, sono le seguenti: nazionalità, età, educazione, stato civile, impegno lavorativo, presenza di altri bambini e depressione nel partner. Dai risultati è emerso che la depressione è un problema molto comune tra le donne non coniugate: circa il 16% delle mamme era depresso quando il bambino aveva 1 anno, il 21% era depresso dopo 3 anni dalla nascita del bambino, il 17% quando il bambino aveva 5 anni e il 17% quando il bambino aveva compiuto 9 anni. Inoltre, circa il 38% del campione complessivo ha riportato sintomi depressivi almeno una volta nel periodo preso in considerazione dalla ricerca, il 31% ha riportato una depressione intermittente e il 7% una depressione persistente. Rispetto alla variabile della nazionalità, è emerso che le donne non ispaniche, sia bianche che nere hanno maggiori probabilità di sviluppare una depressione persistente rispetto alle donne ispaniche; mentre, rispetto alla variabile dell’età, la depressione è risultata più diffusa tra le donne più giovani dei 25 anni.
Inoltre, la depressione materna è più comune tra le donne che hanno un partner depresso, col quale sono sposate o coabitano; nel caso in cui i due genitori non coabitano o non hanno più alcun tipo di relazione, la presenza di depressione del partner non incide sulla depressione materna.
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Per quanto riguarda le caratteristiche demografiche, l’educazione e l’impegno lavorativo possono essere determinanti per la depressione intermittente delle mamme, ma non per la depressione permanente, evidenziando come le cause dell’esordio della depressione siano diverse da quelle responsabili della sua permanenza. Altro fattore di rischio per la stabilità della depressione riguarda la presenza di altri bambini in casa: le mamme con depressione intermittente o permanente spesso hanno più bambini.
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Ma quali potrebbero essere, invece, i fattori in grado di modificare il decorso della depressione materna? Dai risultati è emerso come potrebbero fungere da fattori di protezione rispetto alla cronicità della depressione l’impegno lavorativo, la relazione coniugale e la mancanza di depressione nel partner: mamme che lavorano, sposate e con un partner accanto non depresso hanno maggiori probabilità di andare incontro alla remissione.
Conoscere i fattori di rischio e di protezione della depressione materna può essere sicuramente funzionale ad una maggiore prevenzione e ad un miglior trattamento del disturbo.
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BIBLIOGRAFIA:
- Turney, K., (2012). Prevalence and correlates of stability and change in maternal depression: evidence from the fragile families and child wellbeing study. PLos ONE 7(9): e45709.
- Wang, P., Lane, M., Olfson, M., Pincus, H.A., Wells, K.B., et al. (2005) Twelve-month use of mental health services in the United States: Results from the National Comorbidity Survey Replication. Arch Gen Psychiatry 62: 629–640.
- Augustine, J.M., Crosnoe, R. (2010) Mothers’ depression and educational attainment and their children’s academic trajectories. J Health Soc Behav 51: 274–290.