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La Reputazione: Perchè è così importante?

La reputazione è così importante? Ebbene sì, se si vogliono stabilire scambi sociali positivi, basati sulla fiducia reciproca.

Di Marianna Palermo

Pubblicato il 25 Ott. 2012

Aggiornato il 05 Nov. 2012 11:58

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La reputazione è così importante? Ebbene sì, se si vogliono stabilire scambi sociali positivi, basati sulla fiducia reciproca.

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Perché la reputazione è così tanto importante per noi e per la società? Perché sentiamo il bisogno di fidarci dell’altro e di punirlo se viola le regole? 

Secondo la “teoria di mantenimento delle norme gruppali”, la reputazione dipende dalla capacità di sostenere e mantenere nel tempo norme cooperative gruppali: in questo caso si valorizza il raggiungimento, attraverso la cooperazione, di obiettivi comuni al gruppo e si presume che vengano puniti coloro che violano norme che risultano vantaggiose per tutti i membri del gruppo; secondo la “teoria dello scambio sociale”, invece, una buona reputazione favorisce lo sviluppo di relazioni personali vantaggiose, basate sulla fiducia reciproca, e il raggiungimento di maggiori benefici personali; conseguentemente, si puniscono coloro che agiscono a discapito degli altri o che sono poco produttivi.

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Secondo Krasnow, Cosmides, Pedersen e Tooby, entrambe le teorie sono valide, ma hanno un diverso potere predittivo, a seconda delle circostanze. Ciascuna teoria, infatti, può spiegare, in situazioni diverse, quali siano le finalità auspicate attraverso la messa in atto di strategie cooperative e, dunque, perché sia importante conservare una buona reputazione.  

Gli autori hanno condotto due esperimenti attraverso i quali si sono proposti di verificare la validità di entrambe le teorie e l’assunto secondo il quale è possibile effettuare differenti predizioni, tenendo conto dell’una o dell’altra. Nel primo studio l’obiettivo era quello di validare la teoria dello scambio sociale e hanno preso parte alla ricerca 93 soggetti, mentre al secondo studio, teso a validare la teoria del mantenimento delle norme gruppali, hanno partecipato 119 soggetti. Ai partecipanti venivano proposti dei giochi cooperativi con dei partner, presenti nel network del computer e, in base alle proprie risposte, potevano guadagnare o perdere dei dollari. In realtà i soggetti interagivano con degli script standard che permettevano di simulare tutti i possibili comportamenti, in grado di testare entrambe le teorie di riferimento. I risultati hanno tenuto conto delle risposte di fiducia, cooperazione e punizione manifestate dai soggetti. 

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In entrambi gli studi, la reputazione è stata valutata attraverso le risposte fornite ad una serie di scenari ipotetici in cui i soggetti e i partner virtuali avevano la possibilità di collaborare o ingannare l’altro senza essere scoperti. Nel primo studio ciascun soggetto interagiva con 4 partner virtuali che riportavano 4 risposte differenti. Inoltre, i soggetti venivano informati sull’inclinazione del partner ad essere cooperativo o meno. In una prima fase, il partecipante decideva se fidarsi o diffidare del partner virtuale; quest’ultimo, in risposta, poteva cooperare o favorire se stesso e in quest’ultimo caso, il soggetto, a sua volta, poteva accettare la sua risposta oppure poteva punirlo. Nella seconda fase, i ruoli tra i partecipanti e i partner virtuali si invertivano.

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Anche nel secondo studio, ciascun soggetto interagiva con 4 partner virtuali differenti: uno che lo ostacolava, ma cooperava con un altro soggetto; un altro che cooperava con lui ma non con un altro soggetto; un altro che cooperava con entrambi e infine un altro che ostacolava entrambi. In questo caso, al partecipante venivano comunicate le risposte che il partner aveva fornito precedentemente ad altre persone: in questo modo si cerca di validare la teoria del mantenimento delle norme gruppali, in quanto si presume che, avendo a disposizione delle informazioni sul modo di comportarsi dell’altro in relazione a più persone, ognuno possa regolare le proprie risposte diversamente.

Tuttavia, in nessuno dei due studi è stata confermata la teoria del mantenimento delle norme gruppali, mentre la teoria dello scambio sociale è stata ampiamente supportata: dunque, la reputazione sarebbe associata prevalentemente alla promozione di relazioni personali vantaggiose e di scambi reciproci.

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Dagli studi è anche emerso che, spesso, i soggetti regolano il proprio comportamento in base a quello messo in atto dal partner. Per quanto riguarda l’uso delle punizioni, questo sembra essere più in relazione con la teoria dello scambio sociale: infatti, quando i partecipanti sapevano che il partner era incline a violare le norme, non necessariamente essi decidevano di punire il partner quando questo li ostacolava. Dunque, non sempre si punisce l’altro se questo viola le norme gruppali della cooperazione.

E’ risultato, invece, importante considerare se il soggetto intende continuare la relazione con il partner o interromperla: nello studio se il soggetto intendeva continuarla, allora puniva il partner, nel momento in cui questo lo ostacolava e successivamente, quando i ruoli si invertivano, cooperava con lo stesso; se, invece, intendeva interrompere la relazione, allora non lo puniva, ma successivamente lo ostacolava. 

Dunque, la reputazione è così importante? Ebbene sì, se si vogliono stabilire scambi sociali positivi, basati sulla fiducia reciproca.

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Marianna Palermo

Dottoressa in Psicologia Clinica

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