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Secondo una ricerca durata dieci anni e i risultati di quattro studi clinici indipendenti, il trattamento elettivo per i disturbi d’ansia, sarebbe la CBT in combinazione ad “un approccio transdiagnostico”, un modello che prevede l’applicazione di una serie di principi trasversalmente validi per tutti i disturbi d’ansia. Questo modello di trattamento è stato messo a punto da Peter Norton, professore associato di psicologia clinica e direttore della Anxiety DisorderClinic at the University of Houston (UH).
Il disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, post-traumatico da stress (PTSD), disturbo d’ansia sociale, fobie specifiche e disturbo d’ansia generalizzato, sono spesso anche in comorbilità con depressione o abuso di sostanze o alcool.
Secondo Norton i trattamenti mirati a ogni singolo disturbo d’ansia sarebbero per la maggior parte molto simili tra loro, e differirebbero realmente solo in alcuni specifici punti.
Nella sua esperienza clinica in Nebraska, Norton, non avendo abbastanza pazienti per creare gruppi di pazienti omogenei per ciascun disturbo d’ansia, ha incominciato a lavorare con gruppi eterogenei di pazienti, cercando di andare al nucleo del disturbo d’ansia, superando le artificiali distinzioni tra le diverse sottocategorie del disturbo.
La svolta è arrivata usando CBT in collaborazione con l’approccio transdiagnostico. La combinazione era più efficace è risultata essere CBT in combinazione con altri tipi di trattamenti per i disturbi d’ansia, come training di rilassamento. I pazienti che ricevono il trattamento transdiagnostico hanno mostrato un miglioramento notevole, in particolare con il trattamento in diagnosi di comorbilità.
“Quello che ho imparato sul campo è che se si tratta la diagnosi principale, come la fobia sociale e l’avversione a parlare in pubblico, si avrà un miglioramento solo su alcuni aspetti della diagnosi secondaria. Con un approccio transdiagnostico, invece, si può avere un impatto molto maggiore sulla diagnosi secondaria“, sostiene Norton. Nel suo studio di ricerca, oltre i due terzi dei pazienti con di diagnosi di comorbilità è andato incontro alla remissione dei sintomi; quando il trattamento invece è specifico per un disturbo, ad esempio un disturbo di panico, solo il 40% dei pazienti mostra un miglioramento nel disturbo in comorbilità. L’approccio transdiagnostico si pone quindi come un trattamento efficace della persona nella sua interezza.
Questi risultati forniscono importanti linee guida per il trattamento efficace dei disturbi d’ansia da parte di psicologi e psicoterapeuti.
BIBLIOGRAFIA:
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- Norton, P.J., Klenck, S.C., Barrera, T.L., Sudden gains during cognitive-behavioral group therapy for anxiety disorders. J Anxiety Disord. 2010 Dec;24(8):887-92. Epub 2010 Jun 19. (DOWNLOAD)
- Norton, P.J. An open trial of a transdiagnostic cognitive-behavioral group therapy for anxiety disorder. Behav Ther. 2008 Sep;39(3):242-50. Epub 2008 Jan 29. (DOWNLOAD)
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