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Psicoterapia: Il modello ABC: perché dopo l’A si accerta il C

ABC è una tecnica di formalizzazione sia dell’Accertamento Cognitivo che del Lavoro Psicoterapeutico. Antecedent, Belief, Consequences.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 07 Mag. 2012

 

Psicoterapia: Il modello ABC: perché dopo l’A si accerta il C. - Immagine: © stevecoda - Fotolia.comL’ABC è una tecnica di formalizzazione sia dell’accertamento cognitivo che del lavoro terapeutico cognitivo. Il termine ABC è di Ellis e si tratta di un sistema per incoraggiare il paziente a comprendere i suoi stessi meccanismi cognitivi di valutazione degli eventi.

ABC è un acronimo, dove A sta per antecedent, B per belief e C sta per consequence. L’antecedent è lo stimolo di partenza, che in terapia è una situazione problematica in cui la sofferenza emotiva si è presentata in maniera particolarmente vivida e concreta. Per lo più si tratta di situazioni: guidare l’auto, parlare in pubblico. I B sono i pensieri, le convinzioni (ovvero, in inglese, i belief) che il paziente ha utilizzato per valutare –positivamente o negativamente- l’antecedent. Infine i C, le consequences, possono essere emozioni o comportamenti, azioni.

L’ABC non è soltanto una tecnica semplice di investigare le basi cognitive del comportamento disfunzionale e delle emozioni dolorose, e di trovare delle alternative positive. L’ABC è anche un oggetto concreto, un foglio suddiviso in 3 colonne verticali, in ognuna delle quali si descrive una delle componenti dell’ABC, come segue:

Il foglio ABC
Il foglio ABC

 

Il foglio ABC va consegnato al paziente, che così familiarizzerà direttamente con lo strumento. Naturalmente il paziente va istruito e guidato a compilare l’ABC in seduta e incoraggiato a usarlo a casa. In questo modo la sua consapevolezza degli stati cognitivi e la sua capacità di leggere le proprie emozioni aumenterà.

Tecniche in Psicoterapia: Le forme dell' ABC. - Immagine: © valdis torms - Fotolia.com
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Ora aggiungiamo dei chiarimenti sulle regole di compilazione dell’ABC. Abbiamo detto che l’A è una situazione. In realtà, è più corretto dire che durante la fase iniziale di familiarizzazione con il paziente è preferibile usare situazioni reali e recenti come A. Ma non è necessario che l’A sia una situazione o un evento esterno. Si può considerare un A anche un evento immaginario, possibile o perfino impossibile; uno stato d’animo interno, un’emozione, un pensiero. Può essere una relazione e può appartenere al passato, al presente o al futuro.

Individuato l’A, si passa a compilare il C. Che dopo l’A si compili il C non è proprio una regola esplicitamente espressa da Ellis, eppure ci sono buone ragioni per sostenere questo suggerimento. In primo luogo possiamo notare che a pagina 60 del manuale di Neenan e Dryden (2006) in cui è esposta in breve la terapia di Ellis, nella sequenza di domande raccomandata dagli autori l’elicitazione dell’emozione e/o del comportamento precede quella del B del pensiero. In secondo luogo lo stesso Ellis (1962) riteneva che la situazione problematica dovesse essere accertata definendo ciò che era evidente, eventi, emozioni e comportamenti, e per ultime andassero analizzati pensieri consapevoli che accompagnano lo stato di malessere. È vero che per la teoria il B precede il C, ma in clinica l’accertamento del C deve precedere quello del B. Che il C venga dopo l’A è l’impressione del paziente, che però va inizialmente rispettata proprio perché in seguito, elicitando il B, emerga in maniera più evidente l’azione mediatrice dei pensieri.

Questo anche perché se si chiedesse il B subito dopo l’A, potrebbe accadere che il paziente non riferirebbe quanto pensato in quel momento, nel momento della sofferenza, ma potrebbe fornire i pensieri più ragionevoli che vengono in mente nella situazione protetta della seduta.

Le 4 domande per elicitare un ABC (Neenan e Dryden, 2006):

1. Qual era la situazione nella quale il problema si è manifestato? (elicitare l’A)

2. Come si è sentito/a? (elicitare il C)

3. Cosa la ha maggiormente disturbato/a in quella situazione? (passaggio al B)

4. Quali cose diceva a se stesso/a e pensava e che hanno determinato il C? (elicitare il B)

Naturalmente, questa sequenza non è per nulla obbligatoria. Nulla ci impedisce di accertate il B dopo l’A se lo preferiamo o lo riteniamo opportuno in quella situazione terapeutica. Per esempio, se riteniamo che il paziente debba in qualche modo distaccarsi da emozioni troppo pervasive, possiamo decidere di trascurare i C e passare direttamente al B. In altri casi si può addirittura partire dai C, se il paziente ha per esempio difficoltà a entrare in contatto con le proprie emozioni.

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Ellis, A. (1962) Reason and Emotion in psychotherapy. Secaucus, NJ: Citadel
  • Neenan, M., Dryden, W. (2006). Rational Emotive Behaviour Therapy in a Nutshell. Sage Publications.
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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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