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Schema Therapy: dal Training Internazionale di Roma (#1 Assessment)

La Schema Therapy di Young: integra elementi della CBT, della teoria dell’attaccamento, dal modello psicodinamico, costruttivista e Gestalt.

Di Silvia Taddei

Pubblicato il 08 Feb. 2012

Aggiornato il 18 Set. 2013 13:25

Silvia Taddei.

Schema Therapy: dal Training Internazionale di Roma. - Immagine: © puckillustrations - Fotolia.com - In questi mesi si sta svolgendo a Roma il training internazionale per diventare terapeuta certificato per la schema therapy dalla Società Internazionale della Schema Therapy ISST e organizzato dalla Società Italiana per la Schema Therapy. Alcune ricerche mostrano come la Schema Therapy sia molto efficace con pazienti che presentano un disturbo di personalità (Arntz A.,et al.2006).

Durante i primi giorni è stato illustrato il modello teorico sviluppato da Jeffrey Young. Esso è un approccio che integra elementi derivanti dalla terapia cognitivo- comportamentale, dalla teoria dell’attaccamento, dal modello psicodinamico, da quello costruttivista a quello della Gestalt.

Habemus Schema Therapy.
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Si è appreso come in realtà le problematiche del paziente siano il risultato di una interazione tra temperamento ed esperienze di vita negative vissute nella prima infanzia e nell’adolescenza. Uno dei concetti fondamentali su cui si basa la Schema Therapy è infatti quello dei “bisogni emotivi primari” che ogni essere vivente, chi più chi meno, presenta fin dalla nascita e per tutta la vita (alcuni sarebbero più importanti in alcune fasi, altri in altre). Il soddisfacimento adeguato di questi bisogni nell’infanzia favorisce un equilibrio psicologico interno sano rendendo l’individuo capace nell’arco della sua vita di imparare a soddisfare lui stesso tali bisogni in modo funzionale al suo benessere psicofisico. Laddove essi non vengano soddisfatti in maniera adeguata invece si formerebbero quelli che vengono definiti Schemi “maladattivi precoci”. Uno schema mal adattivo precoce viene definito da Jeffrey Young come: “Un tema o un aspetto generale e pervasivo, Comprende ricordi, emozioni e cognizioni, è relativo a sé e alle proprie relazioni con gli altri, Insorto durante l’infanzia o l’adolescenza e elaborato nel corso della vita, Disfunzionale ad un livello significativo.

Analisi Critica della Schema Therapy - Immagine: © robodread - Fotolia.com
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Obiettivo della Schema Therapy è quindi quello di aiutare i pazienti a riconoscere i loro schemi e i loro bisogni non soddisfatti e soddisfare i propri bisogni primari in modo adattivo, modificando i loro schemi, i mode e i comportamenti di coping. I mode possono essere definiti come “qualsiasi schema, o comportamento che si esprima nel momento presente”. Il concetto di mode viene introdotto e risulta molto utile quando si lavora con pazienti con disturbi di personalità gravi e che presentino numerosi schemi dei 18 individuati da J.Y. Questo perché esso permette di non perdersi durante la seduta dietro l’attivazione di ogni singolo schema.

Gli stili di coping sono le modalità attraverso cui la persona cerca di gestire l’attivazione degli schemi. Fondamentalmente sono tre: resa (il paziente ritiene assolutamente vero lo schema) evitamento (il paziente evita le circostanze in cui uno schema si può attivare o evita di sentire sensazioni fisiche o emozioni) ipercompensazione (il paziente agisce così da sentirsi all’opposto rispetto a quello che lo schema vorrebbe fargli sentire); Es: per uno schema di inadeguatezza, Resa: “Io sono inadeguato” e quindi agisco in modo inadeguato; Evitamento: evito di trovarmi in una situazione in cui possa sperimentare la mia inadeguatezza; Ipercompensazione: mi comporto facendo sentire gli altri inadeguati. I comportamenti di coping in realtà per numerosi motivi tendono a rafforzare gli schemi stessi, nel tempo.

L’Assessment viene svolto su tre livelli: un livello cognitivo, attraverso i colloqui mirati, partendo dai problemi individuati nel presente e tornando indietro fino all’infanzia per individuare i pattern o “costanti di vita”. Il livello testistico con l’utilizzo dello Young Schema Questionnaire e dello Young Parenting Inventory o dello Schema Mode Inventory. Utili per avere una valutazione più “oggettiva”degli schemi, o dei mode e delle origini degli stessi, e anche per raccogliere altro materiale per approfondire la conoscenza delle problematiche del paziente. Interessante è spesso mettere in luce quelle che possono essere le discrepanze tra i punteggi nei vari item delle diverse scale.

Mode - Schema Therapy - Terapia Cognitiva - © Web Buttons Inc
Leggi l'articolo: I “Mode” della Schema Therapy e la Terapia Cognitiva.

Il terzo livello di assessment è quello emotivo fatto attraverso le tecniche immaginative. Esse sono utilizzate per aiutare il paziente ad individuare a livello non solo cognitivo quali sono i suoi problemi e da dove essi derivino. Le tecniche immaginative diventano fondamentali nella prima fase per riuscire a cogliere quali siano stati i bisogni emotivi primari che non sono stati soddisfatti in modo adeguato e che hanno portato alla formazione degli schemi maladattivi con tutte le conseguenze, spesso disastrose, per la vita della persona. Si inizia con questa tecnica immaginativa: si fa chiudere gli occhi al paziente, si chiede di pensare all’ immagine di un luogo sicuro, si chiedono dettagli visivi, emozioni, pensieri, e sensazioni fisiche; si chiede al paziente di far sfumare via l’immagine del luogo sicuro, e di individuare un’immagine di sè da bambino con un genitore o figura di riferimento che lo ha turbato, e a questo punto gli si chiede cosa vorrebbe dire a questa persona e come vorrebbe che questa cambiasse; poi si chiede di individuare un’immagine nella vita attuale, da adulto, in cui sia presente la stessa emozione; infine piano piano si fanno riaprire gli occhi.

EABCT 2011: Arntz sulla Schema Therapy di Jeffrey Young
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L’aspetto peculiare di questa tecnica è il forte impatto emotivo che provoca, inoltre consentendo al paziente di ampliare la comprensione dei suoi schemi, favorendo il passaggio da un piano puramente razionale ad uno emotivo. Contrariamente ad altri esercizi immaginativi, che mirano a suscitare emozioni negative, lo scopo di questa tecnica è di permettere al paziente di esprimere i propri bisogni.

Tutte le informazioni ottenute nelle tre fasi di assessment vengono messe in relazione tra di loro, evidenziando eventualmente le discrepanze tra di esse, per arrivare veramente a definire in profondità i problemi psicologici della persona. Il tutto viene restituito al paziente in accordo al modello della Schema Therapy ricollegando quindi i problemi del presente a tutte le informazioni raccolte sulla vita della persona e cercando di favorire l’apprendimento di un linguaggio comune tra Terapeuta e paziente. 

LA PROSSIMA SETTIMANA parleremo della seconda fase: quella di cambiamento ovvero la Terapia

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Silvia Taddei
Silvia Taddei

Terapeuta Cognitivo-Comportamentale - Docente presso Scuola Cognitiva di Firenze. Via delle Porte Nuove,10 Firenze

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