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Lo stadio operatorio formale secondo la teoria di Piaget – Introduzione alla psicologia

Lo stadio operatorio formale consiste nello sviluppo di processi mentali formali e astratti e tipici del pensiero ipotetico - deduttivo. 

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 23 Giu. 2016

Lo stadio operatorio formale inizia dagli undici-dodici anni e si conclude verso i 15 anni. In questo periodo si verificano una quantità di trasformazioni a livello cognitivo che portano a uno sviluppo esponenziale del pensiero, poiché il preadolescente è ormai in grado di implementare processi mentali che variano dal particolare – concreto al generale- astratto.

 

Stadio Operatorio formale: introduzione

Siamo giunti all’ ultima puntata con la teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo nel bambino. Durante questa ultima fase il protagonista non sarà più il bambino, ma il preadolescente.
Infatti, lo stadio operatorio formale inizia dagli undici-dodici anni e si conclude verso i 15 anni. In questo periodo si verificano una quantità di trasformazioni a livello cognitivo che portano a uno sviluppo esponenziale del pensiero, poiché il preadolescente è ormai in grado di implementare processi mentali che variano dal particolare – concreto al generale – astratto.

 

Stadio Operatorio formale: in cosa consiste

Questa fase delle operazioni intellettuali formali, ovvero operazioni mentali eseguite su contenuti astratti o formali, riguarda concetti non immediatamente percepibili. Il preadolescente è in grado di staccarsi mentalmente dal concreto per iniziare a estendere i contenuti inviluppandoli in una realtà più ampia. Quindi, si parte dal reale per arrivare a produrre ragionamento ipotetico o astratto.

Il pensiero in questo stadio è molto immaginativo, in gergo si definisce di logica – proposizionale, ovvero si fantastica su cose tendenzialmente probabili. Tutto questo è possibile grazie allo sviluppo di capacità mentali totalmente reversibili, che portano, alla fine della fiera, alla formazione di concetti generali, credenze o verità, indubbiamente soggettive.

Queste nozioni generali sono desunte da una serie di strutture logiche di base possedute precedentemente e che, solo in questo momento, è possibile astrarre utilizzando una serie di principi:
1. Proporzionalità, rispettare le reali proporzioni e relazione tra le variabili;
2. operazioni combinatorie, capacità di ricavare tutte le combinazioni possibili tra diverse variabili;
3. relatività dei movimenti e delle velocità, percepire le diverse sfumature dovute alla distanza e al movimento;
4. nozione di probabilità, si tratta di ragionare in base al calcolo combinatorio;
5. nozione di correlazione, stabilire la reale relazione di causa ed effetto tra le variabili in base a elementi comuni;
6. compensazione moltiplicativa, l’aumento del peso può essere compensato da una diminuzione dell’altezza;
7. Forma di conservazione che oltrepassa l’esperienza, conservazione non verificabile in quanto non sperimentabile come nel caso del principio di inerzia.

Le operazioni descritte sono puramente intellettive poiché il preadolescente giunge alle conclusioni tramite un processo di esclusione mentale di alcune variabili concrete.
Il pensiero formale è caratterizzato, inoltre, dalla capacità di separare, che consiste nel considerare in modo disgiunto e staccato diverse variabili di un sistema. Quindi, il preadolescente è in grado di comprendere che alcuni fenomeni sono costituiti da parti e di conseguenza scomponibili.

 

Stadio Operatorio formale: evoluzione del pensiero

Durante il periodo delle operazioni formali si assiste a una evoluzione del pensiero rispetto allo stadio precedente poiché non più solo concreto e tangibile, ma squisitamente astratto e fantasticato.
Le capacità intellettive sono molto più flessibili e manipolabili e possono generare sintesi o ipotesi nuove e diverse.
Il bambino molto piccolo è solamente uno spettatore ed è capace di pensare solo concretamente, mentre ora, da quasi adolescente, astrae concetti rendendoli generali. L’adolescente, infatti, potrebbe allontanarsi tanto dalla realtà al punto da non trovare, in casi estremi, riscontro e avere dei conflitti.

Il processo di pensiero a cui ci riferiamo è definito ipotetico-deduttivo e si sviluppa gradualmente, svincolandosi dalla realtà per cedere il posto all’immaginazione. In questo modo, si generano rappresentazioni mentali degli oggetti attraverso la creazione di schemi intellettivi, copie della realtà che, attraverso l’utilizzo dell’inclusione in classi, tipiche del pensiero concreto, determinano e generano il ragionamento per ipotesi. Così facendo ci si allontana dalla realtà attraverso la fantasia ed è possibile creare nuove teorie per merito della riflessione spontanea che, chiaramente, prende spunto e parte da qualcosa di tangibile.

 

Stadio Operatorio formale: egocentrismo

Il preadolescente, esattamente come accadeva per il bambino piccolo, è ancora totalmente centrato su se stesso. Siamo ancora alle prese con l’egocentrismo che in questa fase diventa metafisico e non più intellettuale, malgrado conservi delle caratteristiche simili a quelle del bambino. Solo in un secondo momento, grazie al raggiungimento dell’equilibrio che consiste nel riaccomodarsi alla realtà circostante attraverso la creazione di schemi d’azione, egli potrà riflettere e comprendere il pensiero altrui con l’interpretazione dell’esperienza. A questa epoca siamo molto lontani dal pensiero concreto perché al mondo reale sono affiancate [blockquote style=”1″]le costruzioni indefinite della deduzione razionale e della vita interiore[/blockquote] (Miller, 1992).

Altra caratteristica del pensiero formale è il riflettere sul proprio pensiero e su quello degli altri, si acquisiscono delle capacità metacognitive, che consentono di ragionare su questioni sociali, immaginando le diverse prospettive e implicazioni future, o sulle conseguenze dei propri pensieri.

 

Stadio Operatorio formale: la personalità

Durante questa fase di sviluppo del pensiero formale si pongono le basi per la definizione della propria personalità.
La costruzione della personalità ha inizio verso gli otto anni, si struttura intorno ai 12 anni e, inevitabilmente, è influenzata dalla cultura, dalle regole e dal senso di moralità.
La personalità è il risultato finale che si ottiene nel momento in cui tutte le fasi di pensiero sono state raggiunte, sviluppate e si è definito un minimo di progetto evolutivo sulla propria persona.

Per questo, l’adolescente in questo periodo fantastica progetti e sogna il futuro, facendo i conti con il reale, la società, in cui non si riconosce, perché gli impedisce, con le sue regole, di far sbocciare il suo essere.
L’amore, l’essere al centro del suo mondo costituiscono le basi per entrare a far parte di diritto nel mondo circostante, apportando un contribuito specifico rispetto alle proprie potenzialità e caratteristiche personologiche.
In questo periodo il pensiero è caratterizzato da idee astratte e consente all’adolescente di raggiungere un certo equilibrio fra assimilazione e accomodamento.

Per verificare l’effettiva evoluzione del pensiero, Piaget utilizza l’esperimento del pendolo: al preadolescente è presentato un pendolo con una cordicella a cui è appeso un piccolo oggetto. Il compito è scoprire quali elementi, lunghezza della corda, peso del solido, ampiezza di oscillazione, slancio impresso al peso, riesce a variare a suo piacere per determinare la frequenza delle oscillazioni. Lavorando in maniera logica e ordinata sulle diverse componenti, l’adolescente arriverà ben presto a capire che la frequenza del pendolo dipende dalla lunghezza della sua cordicella. Insomma, scopre come usando la logica si riesce a raggiungere l’obiettivo.
Ovviamente il pensiero logico-formale non è ancora quello teorico-scientifico, che non si forma nel periodo adolescenziale, ma molto più tardi.

 

Stadio Operatorio formale: conclusioni

Con il raggiungimento delle operazioni formali, l’adolescente completa e definisce le sue abilità cognitive. I diversi processi logici di pensiero operazionale concreto sono stati combinati e arricchiti per cedere il passo a un pensiero più organizzato, astratto, e strutturato.
Il pensiero così caratterizzato non resta stabile ma tende ad evolversi con l’età, diventa logico, teorico e flessibile e continua a svilupparsi attraverso l’età adattandosi a diverse situazioni e condizioni.

Anche l’egocentrismo pian piano si dissolve e si plasma in relazione alle esperienze individuali derivanti anche dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali. Questi cambiamenti che si verificano solo dopo i 15 anni, non determinano un mutamento strutturale di pensiero, ma solo una modifica qualitativa nei contenuti e nella stabilità nel tempo dei processi appresi.

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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