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Effetti del trauma emotivo sulla metacognizione e sulle funzioni esecutive – Forum di Assisi 2015

Di Chiara Caruso, Guest, Fiammetta Monte, Michela Grandori

Pubblicato il 30 Mag. 2016

Aggiornato il 04 Lug. 2019 11:54

Dal VI FORUM sulla FORMAZIONE in PSICOTERAPIA – Assisi 2015

Effetti del trauma emotivo sulla metacognizione e sulle funzioni esecutive

Fiammetta Monte, Monia Torrieri, Michela Grandori, Martina Torresi, Tatiana Bartolatto, Chiara Caruso, Tiziana Ciccioli, Clarice Mezzaluna

Introduzione

La sperimentazione di molteplici traumi, in particolare nei primi anni di vita, aumenta il rischio per lo sviluppo di disturbi cognitivi (Bremner et al., 1995;) e metacognitivi (Myers & Wells, 2015) e i deficit cognitivi interessano in particolar modo l’attenzione, la memoria, e le funzioni esecutive.

La compromissione delle funzioni esecutive è stata osservata in diversi adulti con Disturbo da stress post traumatico (DSPT). Tuttavia, un’importante limitazione di questi studi è il ricorso eccessivo a campioni clinici che corrono il rischio di enfatizzare eccessivamente gli effetti specifici della sintomatologia del DSPT sui deficit cognitivi a scapito degli effetti intrinseci del trauma. Infatti alcuni autori osservano che la semplice esposizione al trauma è in grado di produrre di per sé una compromissione delle funzioni esecutive (Navalta et al. 2006; Stein et al. 2002).

Myers e Wells (2015) hanno osservato che l’abuso emotivo correla positivamente e significativamente con alcune credenze metacognitive, determinando che le esperienze negative e in particolare l’abuso emotivo siano un fattore rilevante nello sviluppo problematico della metacognizione e del distress emotivo, a differenza di altre forme di trauma precoce, come l’abuso sessuale e fisico o gli eventi traumatici in generale come le malattie gravi, le quali non sono connesse alle credenze metacognitive e all’affettività negativa (Myers e Wells, 2015).

Nel modello dell’Autoregolazione delle funzioni Esecutive (Self-Reguatory Executive model S-REF; Wells e Matthews, 1994, 1996; Wells, 2000) i disturbi psicologici sono dovuti all’elaborazione prolungata di informazione negativa come strategia di coping. Questa elaborazione prolungata viene chiamata CAS (cognitive Attentional Sindrome) e consiste in rimuginio, ruminazione, e focus attentivo su minacce esterne ed interne. Questo stile cognitivo è determinato da un deficit delle funzioni esecutive che produce un’incapacità di controllare e monitorare i processi di pensiero disfunzionali (es. metacredenze positive e negative), rispettivamente tramite processi top down (controllo inibitorio, risoluzione del conflitto, correzione degli errori, pianificazione e allocazione delle risorse) e bottom-up (monitoraggio della fonte e detenzione degli errori), dando luogo a bias attentivi verso stimoli minacciosi e a delle strategie cognitive patologiche.

Lo scopo della ricerca è di analizzare gli effetti del trauma in soggetti adulti senza Disturbo Post traumatico da stress (PTSD) con eventi traumatici avvenuti prima dei 18 anni. E stato ipotizzato che i partecipanti con abuso emotivo abbiano rispetto ad altre tipologie di trauma punteggi più elevati al Metacognition Questionaire-30 e che presentino maggiore deficit delle funzioni esecutive (FE) (controllo inibitorio e flessibilità cognitiva).

 

Metodo

Gruppo sperimentale: 13 soggetti con trauma emotivo. Gruppo di controllo: 29 soggetti senza trauma emotivo. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: Gruppo 1 (presenza trauma emotivo); Gruppo 2 (assenza trauma emotivo), considerando i punteggi ottenuti alla TEC.

Strumenti: TEC (Traumatic Experiences Checklist), Self-Report Symptom Inventory – Revised (SCL-90-R); State-Trait Anxiety Inventory-x (STAI-X); Beck Depression Inventory (BDI); Dissociative Experiences Scale-2 (DES-2); Metacognition Questionnaire (MCQ-30); Difficulties in Emotion Regulation Strategies (DERS); Emotional Inhibition Scale (EIS); Penn State Worry Questionnaire (PSWQ); Ruminative Response Scale (RRS); Davidson Trauma Scale (DTS), Span di cifre, Test di Stroop, Torre di Londra; Trial Making Test (TMT A -B), Wisconsin Card Sorting Test (WCST).

 

Risultati

I dati sono stati analizzati utilizzando un test non parametrico di Mann-Whitney per campioni indipendenti. I due gruppi differiscono significativamente tra loro per i valori ai test del Digit Span Forward (p< 0,01) e WCST (p< 0,01) rispetto agli errori perseverativi: in particolare il gruppo 1 presenta performance migliori per quanto riguarda la memoria di lavoro. Il gruppo 1 risulta inoltre meno perseverativo rispetto al gruppo 2.

 

Conclusioni E Limiti

La migliore performance osservata nel gruppo 1 risulta in conflitto con studi che individuano nei soggetti che hanno subito un trauma (con e senza PTSD) dei deficit delle FE (Bremner et. Al, 1995).

D’altra parte, coerentemente con il modello di Wells, i soggetti del gruppo 1, che non hanno deficit delle FE, non hanno sviluppato disturbi metacognitivi. Una possibile spiegazione potrebbe essere che, come sostiene Aupperle (Aupperle et al., 2011), un miglior funzionamento delle FE, potrebbe agire come fattore di protezione per lo sviluppo del PTSD. La migliore performance del gruppo 1 potrebbe essere altrimenti attribuibile ai maggiori livelli d’ansia. Sebbene non sia stata controllata l’ansia di tratto potremmo ipotizzare che secondo il fenomeno del mood congruity effect, aumenti l’accuratezza delle risposte sul Digit span e il WCST perchè gli stati affettivi emozionali determinano un aumento dell’arousal che porterebbe ad un maggior monitoraggio dell’informazione da elaborare, comportando quindi una migliore capacità di memorizzazione e una migliore pianificazione e flessibilità.

Limiti dello studio sono la bassa numerosità del campione e il mancato bilanciamento tra i due gruppi.

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