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L’eclissi della speranza. Riflessioni sul suicidio e sul lutto di chi rimane (2024) di Ghinassi e Milanese – Recensione

Il libro L'eclissi della speranza (2024) affronta il tema del suicidio e fornisce strumenti utili per affrontare il dolore in seguito alla perdita di una persona cara

Di Valentina Nocito

Pubblicato il 27 Mar. 2025

L’eclissi della speranza: Comprendere il suicidio e il dolore di chi resta

“L’eclissi della speranza”, un testo che affronta con estrema sensibilità e rigore scientifico un tema doloroso e spesso taciuto come quello del suicidio e delle sue ripercussioni su chi resta. Le autrici, Annagiulia Ghinassi psicologa, psicoterapeuta e tanatologa e Roberta Milanese psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, propongono un’analisi lucida e profonda su un argomento ancora avvolto da stigma e silenzi accompagnando il lettore con dolcezza e delicatezza.  

Nel corso del libro, vengono esplorati non solo i fattori che possono portare una persona a togliersi la vita, ma anche le emozioni e i processi di elaborazione del lutto vissuti da chi rimane. Il suicidio non è mai un evento isolato: colpisce famiglie, amici, colleghi, comunità intere, generando domande, sensi di colpa e spesso un dolore difficilmente verbalizzabile.  

Il libro è suddiviso in cinque capitoli, ognuno dei quali affronta una specifica dimensione del fenomeno suicidario. La narrazione alterna dati scientifici, riflessioni psicologiche ed esperienze realmente accadute, rendendo il testo accessibile sia a chi opera nel campo della salute mentale sia a chi ha vissuto direttamente o indirettamente questa dolorosa realtà.  

Uno degli elementi più preziosi del libro è la capacità delle autrici di bilanciare l’approccio scientifico con uno stile empatico e umano. La prefazione di Diego De Leo, uno dei massimi esperti internazionali sul tema, arricchisce ulteriormente il valore dell’opera, offrendo un quadro ampio e documentato sulle dinamiche del suicidio.  

Il suicidio è la peggiore di tutte le tragedie umane. Non solo spesso costituisce l’epilogo di una sofferenza insopportabile per la persona che decide di metterlo in atto, ma può anche rappresentare la fonte di un dolore inesauribile per quelli che sono costretti a sopravvivere alla perdita.  (Cit. Diego De Leo p. 12)

Il suicidio: tra disperazione e ricerca di senso

Uno dei punti centrali del libro è la consapevolezza che, nella maggior parte dei casi, chi tenta il suicidio non desidera realmente morire, ma vuole cessare un dolore che percepisce come insopportabile. 

Importante dunque nel lavoro terapeutico dare voce ai pensieri suicidari, approfondire e capire cosa significa per quella persona nello specifico tale atto, da quali emozioni è governato e riuscire anche ad individuare una possibile leva su cui lavorare.

Proprio perché ucciderci è un atto di libertà che nessuno può toglierci, perché non provare prima a vivere?(p.65)

In tal senso le autrici sottolineano come sia importante alleviare la sofferenza e riaccendere la speranza inserendo una terza opzione tra vivere una vita che non si sopporta più e suicidarsi, magari correre il rischio di provare a vivere e magari rischiare di scoprire che può anche piacere o trovarne il senso.

Interessanti gli spunti pratici rispetto alle tecniche e manovre terapeutiche che vengono riportate all’interno del libro per incanalare o far decantare le emozioni del paziente.

Non mancano poi i riferimenti anche di carattere sociale intorno al tema come l’effetto Werther, ossia il fenomeno secondo cui la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa provoca nella società alti atti a catena nel susseguirsi dei giorni, l’effetto Papageno, ossia l’importanza che i media diffondano messaggi in grado di dissuadere da pensieri suicidari, promuovendo storie di riprese e resilienza come possibile prevenzione del fenomeno , la Death Education, filone di studio e di ricerca sull’educazione al rapporto alla morte e alla perdita rivolta ai giovani per scardinare i tabù, anche perché come ricordano le autrici , ogni tabù porta con sé un alone di fascinazione.

Viene pertanto analizzato il ruolo della società e delle sue narrazioni intorno alla morte volontaria: il suicidio è ancora un tabù, un evento che molte famiglie cercano di nascondere, spesso dichiarandolo come incidente per evitare lo stigma sociale. Le autrici evidenziano come questa mancanza di elaborazione collettiva possa aumentare il senso di isolamento e vergogna, sia per chi è a rischio suicidario, sia per chi sopravvive alla perdita di una persona cara.  

Il lutto di chi rimane…

Uno degli aspetti più toccanti del libro è l’attenzione al dolore dei sopravvissuti. Chi perde una persona per suicidio si trova spesso ad affrontare emozioni contrastanti: tristezza, rabbia, senso di colpa, confusione, paura di essere giudicato. L’elaborazione di questo tipo di lutto, un lutto traumatico, è complessa e richiede un percorso specifico, che tenga conto non solo dell’assenza della persona amata, ma anche del peso delle domande irrisolte e delle dinamiche relazionali interrotte in modo traumatico.  

Le autrici offrono spunti preziosi su come supportare chi vive questa esperienza, sottolineando l’importanza dell’ascolto empatico e dell’assenza di giudizio. Non si tratta di trovare risposte definitive, ma di creare uno spazio in cui il dolore possa essere accolto e trasformato.  

Nonostante il tema doloroso, il libro si chiude con una nota di speranza. Le autrici invitano a riflettere su come sia possibile ricostruire un senso di appartenenza e di significato anche dopo esperienze di profondo dolore. La speranza, che nel titolo appare “eclissata”, può tornare a brillare attraverso la condivisione, la comprensione e il riconoscimento della sofferenza come parte dell’esperienza umana.  

“L’eclissi della speranza” è un libro necessario, che colma un vuoto nel dibattito sul suicidio e il lutto. Con un linguaggio chiaro e coinvolgente, le autrici riescono a trasmettere conoscenze essenziali per chiunque voglia comprendere meglio questo fenomeno, sia per ragioni professionali sia per esperienze personali.  

È un testo che può essere utile a psicologi, psicoterapeuti, educatori, operatori sociali, ma anche a chi ha perso una persona cara e cerca risposte e strumenti per affrontare il dolore. La grande forza del libro sta nel suo approccio rispettoso e mai sensazionalistico, che restituisce dignità e umanità a un tema troppo spesso ridotto a mera statistica o, al contrario, a narrazione drammatica priva di analisi.  

“L’eclissi della speranza” è un libro che parla di dolore, ma anche di possibilità. Un testo che invita a non girarsi dall’altra parte, a non tacere, a non smettere di cercare modi per comprendere e prevenire il suicidio. Con delicatezza e profondità, Ghinassi e Milanese ci accompagnano in un viaggio complesso, ma necessario, per restituire voce a chi non ha più potuto trovarla.  

Un libro da leggere, da condividere e da tenere come riferimento per costruire una cultura più consapevole e umana sul tema del suicidio e del lutto.

Mi piace concludere riportando una riflessione del grande professionista psichiatra e uomo Viktor Frankl:

Proviamo a immaginare un giocatore che, posto di fronte a un problema scacchistico, non trovi la soluzione. Cosa fa a quel punto? Rovescia i pezzi della scacchiera. È una soluzione al suo problema? Certamente no. Ma è proprio così che reagisce il suicida: getta via la sua vita pensando di aver condotto a soluzione un problema che gli appariva insolubile. Non sa che in tal modo non rispetta le regole del gioco della vita, proprio come lo scacchista del nostro paragone non si attiene alle regole del suo gioco, all’interno delle quali un problema si risolve con un salto del cavallo, un arrocco o in qualche altro modo, ma comunque con una mossa, non certo con il comportamento descritto. Ora, anche il suicida viola le regole del gioco della vita; queste regole non ci richiedono di vincere a tutti i costi, ma ci richiedono di non abbandonare la partita. (p.79)

Riferimenti Bibliografici
  • Ghinassi, A., Milanese, R. (2024). L’eclissi della speranza. Riflessioni sul suicidio e sul lutto di chi rimane. Edizioni Messaggero Padova.
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