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Le origini del perfezionismo postmoderno in una cornice evolutiva

L'idea di perfezione ha sempre giocato un ruolo dominante nelle diverse culture ed epoche storiche, fino all'attuale concetto di perfezionismo in psicologia

Di Camilla Cozzi

Pubblicato il 10 Apr. 2024

Conoscere il perfezionismo

Risulta ad oggi di fondamentale importanza indagare il perfezionismo valutando il fenomeno nella sua complessità, in una prospettiva integrata, considerando tema di analisi tanto gli aspetti psicologici quanto l’interdipendenza con gli aspetti sociali.

A tal proposito, l’unico modo per raggiungere la conoscenza desiderata consiste nel ricercare, in una costellazione di variabili che si esprimono in un intimo valzer tra determinanti genetiche ed apprendimento, influenze dirette o indirette, tra dimensioni di cui l’individuo fa parte e nelle quali è coinvolto.

Il perfezionismo: uno sguardo attraverso epoche e culture

Il concetto di perfezione ha sempre giocato un ruolo dominante nelle diverse culture e differenti epoche storiche, assumendo significati e sfumature diverse.

Etimologicamente il termine “Perfezionismo” risulta essere un derivato di “perfezione”, dalla radice latina “perfectio – onis” significa “compiuto” (Treccani, edizione on-line). 

Dunque, quello che i latini ci suggeriscono è che quando una cosa è compiuta, è necessariamente perfetta.

Anche il mondo greco nel suo pensiero filosofico ha discusso il concetto di perfezione. L’approccio adottato considerava la perfezione come uno stato di completezza dell’essere, in quanto contiene tutto ciò che è essenziale alla sua natura.

Parmenide concepiva l’essere come perfetto in quanto eterno e immutabile, non suscettibile a cambiamenti e trasformazioni. Aristotele, d’altra parte, individuava la perfezione nell’ente che aveva raggiunto il proprio scopo o finalità  (Reale, 2005). 

Lo stesso concetto è stato sviluppato anche da San Tommaso D’Aquino, che definiva la perfezione come realizzazione della propria essenza e piena attuazione delle proprie virtù (Garrigou-Lagrange, R., 1933).

Nella cultura e nella religione cristiana il concetto di perfezione è legato alla figura di Dio come essere perfetto e al desiderio umano di avvicinarsi a lui attraverso la santità e la virtù.

La perfezione si riferisce quindi ad un percorso spirituale pratico che mira a realizzare pienamente gli ideali del battesimo, basato sulla grazia santificante. Secondo San Paolo ai Romani (13,10), “…l’essenza della perfezione cristiana è l’amore di Dio e del prossimo” (San Paolo, Romani 13,10).

Questa perfezione può essere raggiunta attraverso diversi stadi: il purgativo, che mira ad evitare i peccati mortali; l’illuminativo, focalizzato sulla pratica efficace delle virtù cristiane; l’unitivo, dove le virtù vengono messe in pratica con eroismo.

Tutti i fedeli cristiani, indipendentemente dal loro stato, sono chiamati alla perfezione (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 1964).

Ma questo concetto ha occupato una posizione rilevante anche nel panorama artistico, basti pensare al periodo del Rinascimento, dove l’idea di bellezza come perfezione matematica e geometrica ha influenzato l’arte e l’architettura. Ad esempio, l’architetto Leon Battista Alberti ha sviluppato il concetto di “bellezza ideale” come perfezione armonica delle forme, che doveva essere raggiunta attraverso l’imitazione della natura e l’applicazione di principi matematici (Enciclopedia Treccani, 2022).

Anche nel panorama orientale, in Giappone, il concetto di perfezione assume un ruolo importante, ad esempio nella cerimonia del tè, dove la ricerca della perfezione e dell’armonia dei gesti e degli oggetti è considerata essenziale per creare un’esperienza estetica completa (Yanagi, 1972).

In generale possiamo quindi affermare che il concetto di perfezione è stato al centro di molte riflessioni filosofiche e religiose nel corso della storia, e ha assunto diverse sfumature a seconda del contesto culturale e storico in cui è stato discusso.

Il perfezionismo in psicologia

Tutti questi tentativi di interpretazione, riflettendoci, creano un precedente. Raccontano la storia di una “quasi obbligata” ricerca della perfezione, in parte evoluta in un effetto collaterale che ad oggi può essere identificato come uno stile multidimensionale di personalità, che rende l’individuo esposto a sfaccettate forme di sofferenza psicologica. 

Difatti, si può osservare come nella psicologia, ciò che è stato definito da culture e religioni nei secoli come un obiettivo da perseguire, venga indagato attraverso differenti teorie.

Il concetto di perfezionismo è stato introdotto in psicologia nel ventesimo secolo, originariamente espresso negli influenti lavori di Alfred Adler (Adler, 1979) e Karen Horney (Horney, 1950), che diedero per primi una rilevanza al perfezionismo e alla necessità di focalizzarsi in modo particolare sui temi sottostanti che lo alimentano.

Negli anni ’70/’80 il tema viene poi approfondito da Hewitt e Flett (1991), i quali sviluppano una scala di misura del perfezionismo, iniziando a studiarne la relazione con il benessere psicologico.

La MPS (Multidimensional Perfectionism Scale) consiste in un questionario composto da diverse sottoscale che misurano differenti aspetti del perfezionismo. Le sottoscale includono la preoccupazione per gli errori, l’eccessiva esigenza verso se stessi, la preoccupazione per la critica altrui, la necessità di controllo, l’eccessiva organizzazione e l’insoddisfazione per i risultati.

Quando ci troviamo di fronte a soggetti che ricercano ad ogni costo la perfezione parliamo di “perfezionismo”. Per una sintetica definizione, i soggetti perfezionisti possono essere descritti come individui caratterizzati dall’impostazione di standard eccessivamente elevati per le prestazioni, accompagnati da tendenze per valutazioni eccessivamente critiche del proprio comportamento.

Osservando con sguardo critico la realtà che ci circonda, possiamo affermare quanto il soggetto perfezionista sia assolutamente conforme al panorama sociale post-moderno. Basti pensare ai modelli proposti dallo scenario pubblicitario e dalla dimensione social, con le continue condivisioni di canoni di bellezza standardizzati attraverso la frequente manipolazione dell’immagine (come filtri ed altre tecniche per incrementare l’appetibilità di queste), all’interno dei nuclei familiari dove la pressione sociale percepita dalle figure genitoriali le rende ipercontrollanti e richiestive verso i figli, o ancora nei contesti collettivi come le realtà aziendali dove si respira il culto della produttività e l’individuo cede la propria specialità personologica votandosi alla prestazione. 

Ci rendiamo conto quindi, di quanto sia responsabilità individuale e collettiva cessare di alimentare una politica della prestazione che ci condanna all’irraggiungibile proposito di infallibilità (Terry-Short, 1995).

Per interrompere tale trasmissione risulta opportuno educare le generazioni presenti e future al “fallimento” come fenomeno inevitabile parte del processo, superando quella che è stata una più o meno desiderata educazione alla perfezione, promotrice di un solo ed unico desiderio accettabile: raggiungere l’eccellenza ad ogni costo.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Adler, A. (1979). Superiority and Social Interest, tr. it. Aspirazione alla superiorità e sentimento comunitario. Roma: Edizioni Universitarie Romane.
  • Garrigou-Lagrange, R. (1933). Perfezione cristiana e contemplazione. Secondo S. Tommaso d’Aquino e S. Giovanni della Croce. Lecce: Vivere In Casa Editrice.
  • Hewitt, P. L., Flett, G. L., Turnbull-Donovan, W. e Mikail, S. F. (1991). The Multidimensional Perfectionism Scale: Reliability, validity, and psychometric properties in psychiatric samples. Psychological Assessment. A Journal of Consulting and Clinical Psychology, 3, 464-468.
  • Horney, K. (1950). Nevrosi e sviluppo della personalità. Roma: Astrolabio
  • Reale, G. (2005). La filosofia antica. Bari: Casa Editrice Laterza.
  • San Paolo. (I secolo d.C.). Lettera ai Romani. In Bibbia (Versione Riveduta, Romani 13,10).
  • Yanagi, S. (1972). The Unknown Craftsman: A Japanese Insight into Beauty. Kodansha International.
  • Terry-Short, L. A., Owens, R. G., Slade, P. D., Dewey, M. E. (1995). Positive and negative perfectionism. Personality and Individual Differences, 18, 663-668.

Sitografia

  • Enciclopedia Treccani. (2022). Arte Rinascimentale. In Enciclopedia Treccani (edizione online).

 

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