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La Consulta delle Scuole CBT: un Convegno per il Futuro della Psicoterapia in Italia

Il convegno della Consulta delle Scuole Italiane di CBT ha offerto un'occasione per esaminare la formazione attuale e futura, sottolineando l'importanza di adottare pratiche basate sull'evidenza.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 13 Giu. 2025

Aggiornato il 14 Giu. 2025 17:01

Roma, 12 giugno 2025 – Presso la Sala Monsignor Luigi Di Liegro di Palazzo Valentini si è tenuto il convegno nazionale della Consulta delle Scuole Italiane di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, un appuntamento annuale che si conferma come il più importante momento di confronto e proposta per il settore della formazione psicoterapeutica nel nostro Paese.

Un organo di rappresentanza al servizio della qualità

La Consulta CBT si presenta oggi come l’organo più autorevole nel rappresentare gli interessi e il punto di vista delle scuole di psicoterapia cognitivo-comportamentale italiane. Nata dall’esigenza di creare una voce unitaria e qualificata del settore, la Consulta ha saputo evolversi in un punto di riferimento essenziale per la definizione di standard formativi, la promozione dell’eccellenza didattica e il dialogo con le istituzioni.

Il convegno di quest’anno, intitolato “La qualità della formazione nelle Scuole di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale: la valutazione tra pari e la Carta dei Valori”, ha rappresentato un momento cruciale per presentare i risultati di un lavoro pluriennale iniziato nel 2019 e finalizzato alla standardizzazione dei criteri di qualità nella formazione psicoterapeutica.

L’esempio italiano nella formazione specialistica

Come sottolineato nell’apertura dei lavori, l’Italia vanta un primato nell’aver istituito una specializzazione in psicoterapia regolamentata per legge e sotto la vigilanza del Ministero dell’Università e della Ricerca. Si tratta dell’unica specializzazione di area sanitaria che può essere erogata non solo dalle università statali e non statali, ma anche da istituti privati riconosciuti dal MUR, creando un sistema formativo unico al mondo per flessibilità e capillarità.

Questo modello, tuttavia, comporta una responsabilità particolare per le scuole private che rilasciano titoli pubblici con valore legale, rendendo ancora più necessario un sistema di controllo e garanzia della qualità come quello sviluppato dalla Consulta.

L’appello al mondo politico

Uno degli obiettivi strategici del convegno è stato quello di sensibilizzare il mondo politico sui vantaggi sociali ed economici della psicoterapia. In un’epoca segnata dalle conseguenze psicologiche della pandemia, con un “disastro generazionale” nella salute mentale dei giovani tra i 25 e 30 anni, investire nella qualità della formazione psicoterapeutica significa:

  • Ridurre i costi sanitari a lungo termine attraverso interventi preventivi efficaci
  • Migliorare la produttività sociale riducendo l’impatto dei disturbi mentali
  • Valorizzare un’eccellenza italiana nel panorama internazionale della formazione sanitaria
  • Creare un sistema sostenibile di accesso alle cure psicologiche per tutti i cittadini

Il profilo dell’evento è stato testimoniato dalla presenza di autorità istituzionali che hanno portato i loro saluti e il loro sostegno all’iniziativa:

  • Stefano Cacciotti, Consigliere della Città Metropolitana di Roma
  • On. Luciano Ciocchetti, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera
  • On. Paolo Ciani, Segretario della Commissione Affari Sociali della Camera
  • On. Fabio Massimo Castaldo, Deputato al Parlamento Europeo
  • Paola Medde, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio 
  • Alessandra Ruberto in rappresentanza del CNOP (Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi)
  • Stefano De Lillo, Vicepresidente dell’O.M.C.eO.

La partecipazione di rappresentanti di primo piano del mondo politico e professionale ha evidenziato la crescente attenzione delle istituzioni verso il ruolo strategico della psicoterapia nel sistema sanitario nazionale.

Il Manuale della Qualità: uno strumento prezioso

Nella prima relazione del convegno, il Prof. Paolo Michielin (Università di Padova) e la Dott.ssa Susanna Pizzo hanno presentato la quarta edizione del Manuale della Qualità della Formazione tra Pari, frutto di un lavoro sistematico iniziato nel 2019. Questo strumento, accompagnato dalla Carta dei Valori, rappresenta un’innovazione senza precedenti nel panorama formativo italiano.

Il manuale si articola in cinque aree strategiche che coprono tutti gli aspetti della formazione specialistica, dalla selezione degli studenti alla valutazione finale, dai criteri di docenza alla supervisione clinica. La Carta dei Valori, invece, definisce i principi etici e deontologici che impegnano le scuole nei confronti di studenti, docenti e dell’utenza.

Tra gli obiettivi a breve termine, è stata sottolineata l’urgenza di rivedere i processi di valutazione attualmente in uso, ritenuti in parte inadeguati o obsoleti. È in corso lo sviluppo di un nuovo quadro di valutazione, che sarà applicato in modo trasversale a tutti i programmi delle scuole aderenti, per monitorare l’efficacia formativa e assicurare uno standard qualitativo elevato e uniforme.

La sfida della “formazione selvaggia”

La prima delle due tavole rotonde in programma ha affrontato il tema della “formazione selvaggia” in terapia psicologica, moderata dalla Dott.ssa Susanna Pizzo con la partecipazione di figure chiave come l’Avv. Luisa A. De Paola (MUR), il Dott. Davide Lazzari (Commissione Consultiva Scuole di Psicoterapia MUR) e la Dott.ssa Paola Medde, Presidente dell’Ordine Psicologi del Lazio.

È emersa la necessità urgente di contrastare la proliferazione di percorsi formativi non regolamentati o scientificamente deboli, che rischiano di compromettere la qualità dell’offerta terapeutica e la sicurezza dei pazienti. Il sistema di accreditamento attuale, risalente a trent’anni fa, appare inadeguato di fronte alla crescita esponenziale delle richieste: 30 nuove domande in soli 5 mesi. Si è proposta l’ipotesi di una pianificazione nazionale della capacità formativa, per evitare una proliferazione disorganica delle scuole e garantire una distribuzione equa dei posti, anche in funzione delle reali necessità territoriali.

Un altro punto di rilievo è stato il problema dell’accessibilità ai servizi di psicoterapia, spesso limitata dalla scarsità di risorse pubbliche. Tra le proposte avanzate, si è discusso un modello di voucher o sovvenzioni pubbliche a favore dei cittadini, da utilizzare per accedere a percorsi di psicoterapia erogati da professionisti formati e accreditati, anche in ambito privato. Tale misura avrebbe il duplice obiettivo di ampliare l’accesso alle cure psicologiche e di valorizzare la qualità formativa delle scuole autorizzate.

I risultati della ricerca: uno scenario preoccupante

Uno dei momenti più significativi del convegno è stata la presentazione della ricerca del Prof. Tommaso Boldrini (Università Pegaso) sullo status evidence-based dei programmi di formazione in psicoterapia in Italia. I dati emersi delineano un quadro che richiede interventi urgenti:

  • Sono state individuate 262 scuole
  • Modelli clinici teorico/clinici individuati: 84
    I più comuni:
    • sistemico-relazionale (15,6%),
    • cognitivo-comportamentale (14,5%)
    • psicoanalitico (10,3%)
  • Il 54,8% delle scuole fa riferimento a pochi modelli teorici/clinici (24,7%) supportati da evidenze medio-alte (3-5 punti)
  • Il 45,2% delle scuole fa riferimento a un’ampia varietà di modelli teorici/clinici (75,3%) supportati da poche o nessuna evidenza (0-2 punti)
Questi risultati suggeriscono la definizione di criteri più chiari e oggettivi per il procedimento di riconoscimento delle scuole private da parte del MUR

Il boom di iscrizioni 

La seconda tavola rotonda è iniziata con discutendo i dati presentati dal Prof. Francesco Mancini, Presidente della Consulta. Essi sono emblematici della crescente attrattività della psicologia: le iscrizioni ai corsi di laurea sono passate da 9.600 nel 2020 a 16.000 nel 2024, con proiezioni che indicano un potenziale aumento di 10.000 nuovi studenti nei prossimi tre anni.

Questo tsunami formativo richiede una riprogettazione strutturale del sistema, come evidenziato nella seconda tavola rotonda moderata dal Prof. Mancini, con la partecipazione dei Prof. Massimo Biondi e Tommaso Boldrini (Sapienza), del Prof. Tonino Cantelmi (ITCI) e della Dott.ssa Fortunata Pizzoferro (Presidente AP e Vicepresidente ENPAP).

Durante il confronto, è emersa la necessità di armonizzare la formazione scientifica con la pratica clinica, superando le criticità legate ai tirocini pre-laurea e alla disomogeneità tra le scuole. È stato sottolineato come le attuali normative non sempre garantiscano una qualità uniforme della formazione, rendendo necessario un aggiornamento del sistema di specializzazione, anche con l’introduzione di percorsi diversificati oltre la sola psicoterapia. I relatori, pur riaffermando il valore delle pratiche basate sull’evidenza, hanno evidenziato come la mancanza di evidenze non implichi necessariamente l’inefficacia di un trattamento. È stato sottolineato l’equilibrio tra il rigore scientifico e la saggezza clinica, con particolare attenzione agli aspetti relazionali e compassionevoli della terapia.

Verso un sistema integrato di qualità

Le proposte emerse dal convegno delineano una roadmap ambiziosa:

Standard e Monitoraggio

  • Aggiornamento del sistema di accreditamento con criteri più stringenti e basati sull’evidenza
  • Introduzione di processi di ri-accreditamento dinamico per garantire qualità continuativa
  • Sviluppo di sistemi di monitoraggio costante delle scuole

Accessibilità e Sostenibilità

  • Sperimentazione di sistemi di voucher per rendere la psicoterapia accessibile ai cittadini
  • Pianificazione nazionale della capacità formativa per evitare proliferazioni disorganiche
  • Integrazione strutturale del supporto psicologico nelle scuole, dove già oltre il 55% degli interventi avviene in ambito educativo

Differenziazione Professionale

  • Chiarificazione delle competenze tra psicologi e psicoterapeuti
  • Creazione di percorsi specialistici diversificati oltre la sola psicoterapia
  • Rafforzamento dell’identità professionale attraverso formazione evidence-based

Un appuntamento annuale di crescente rilevanza

Il convegno annuale della Consulta CBT si sta affermando come l’evento di riferimento per tutti gli stakeholder del settore psicoterapeutico italiano. La capacità di riunire autorità politiche, rappresentanti istituzionali, accademici di prestigio e professionisti ha reso questo appuntamento un momento privilegiato per:

  • Fare il punto sullo stato della formazione specialistica
  • Presentare ricerche e innovazioni metodologiche
  • Costruire consenso su standard condivisi di qualità
  • Influenzare le politiche formative e sanitarie
  • Valorizzare il contributo delle scuole CBT al sistema sanitario nazionale

Conclusioni: una professione in evoluzione

Il convegno del 12 giugno 2025 ha dimostrato come la Consulta delle Scuole CBT sia oggi molto più di un semplice coordinamento tra istituti formativi: è diventata un attore politico consapevole del proprio ruolo nel definire il futuro della salute mentale in Italia.

L’impegno verso l’eccellenza formativa, la trasparenza dei processi, l‘evidence-based practice e la responsabilità sociale configura un modello di professionalità che guarda al futuro senza perdere di vista i valori fondamentali dell’etica e della competenza.

In un momento storico in cui la salute mentale è finalmente riconosciuta come priorità di salute pubblica, il lavoro della Consulta CBT rappresenta un investimento strategico per il benessere collettivo e per il prestigio scientifico del nostro Paese nel panorama internazionale della psicoterapia.

La strada tracciata è chiara: qualità, trasparenza, evidenza scientifica e responsabilità sociale come pilastri di una formazione che non si limita a preparare professionisti competenti, ma contribuisce attivamente alla costruzione di una società più consapevole e resiliente.

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