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L’efficacia del ruolo dei clown negli ospedali pediatrici

La presenza dei clown ospedalieri riduce il disagio psicologico sperimentato dai bambini sottoposti a interventi chirurgici o ad altre procedure invasive

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 25 Gen. 2022

Aggiornato il 28 Gen. 2022 12:04

Il pioniere del clowning ospedaliero è stato il medico americano Patch Adams, a metà degli anni ’70. Si è poi sviluppata la figura del clown ospedaliero che aiuta a creare uno stato emotivo positivo in bambini e adolescenti e favorisce un atteggiamento di speranza anche ai genitori.

 

Diversi studi in letteratura dimostrano come l’autostima, il benessere e altri fattori psicologici possano influenzare e migliorare le risposte ad un trattamento nei pazienti ricoverati in ospedale.

Alcune procedure di intervento eseguite in ospedale possono, infatti, aumentare il carico emotivo di un paziente, soprattutto quando si tratta di bambini o adolescenti e provocare diversi sintomi che si aggiungono a quelli per i quali sono stati ricoverati (Lopes-Júnior et al., 2015). Alleviare tali cluster di sintomi è diventata quindi una priorità nelle cure pediatriche. Intorno agli anni ’80 in Nord America è stata introdotta la figura del clown ospedaliero, pensata principalmente per pazienti pediatrici in condizioni gravi. Tale figura si riteneva avesse un ruolo importante nelle cure sanitarie: sembrava avere un effetto positivo sugli esiti dei trattamenti nei bambini e sul recupero (Spitzer, 2006). I clown ospedalieri solitamente sono comici con costumi stravaganti e vivaci che usano la produzione teatrale e il mimo per intrattenere bambini e genitori.

L’origine dei clown ospedalieri

Il pioniere del clowning ospedaliero è stato il medico americano Patch Adams, a metà degli anni ’70. Successivamente si è sviluppata la figura del clown dottore il quale, tramite la musica, l’improvvisazione, la magia, la narrazione e la giocoleria, fornisce una forma di assistenza sanitaria a bambini e adolescenti in ospedale, aiutando a creare uno stato emotivo positivo e favorendo un atteggiamento di speranza anche ai genitori. I clown sfruttano il potere dell’umorismo, del gioco e i benefici fisiologici della risata, ben espressi nella frase “la risata è la migliore medicina”, per affrontare i bisogni psicosociali dei pazienti ricoverati, adattando le loro competenze ad ogni situazione, paziente e procedura medica che viene eseguita (Lopes-Jùnior et al., 2020). Attualmente diversi programmi di clowning ospedaliero operano in tutto il mondo fornendo una forma complementare di assistenza sanitaria, in particolare in Europa, Stati Uniti, Inghilterra, Brasile, Canada, Israele, Sud Africa e Hong Kong (Raviv, 2014).

Alcuni studi hanno dimostrato che il clowning riduce lo stress e l’ansia nei bambini sottoposti ad alcuni interventi chirurgici con anestesia o ad altre procedure invasive (Sridharan & Sivaramakrishnan, 2016; Könsgen et al., 2019); altri studi hanno dimostrato che riduce il disagio psicologico sperimentato poco prima di un intervento (Zhang et al., 2017).

Lopes-Júnior e colleghi, nel 2020 hanno condotto una revisione sistematica per valutare gli effetti dei clown in vari contesti ospedalieri pediatrici su diversi cluster di sintomi in bambini e adolescenti ricoverati in ospedale con condizioni acute o croniche. Sono stati inclusi nella revisione studi controllati sia randomizzati che non randomizzati che valutavano bambini e adolescenti ricoverati in ospedale per condizioni acute o disturbi cronici; studi che confrontavano la figura del clown ospedaliero con le cure standard e, infine, che valutavano l’effetto dei clown ospedalieri sulla gestione dei sintomi di bambini e adolescenti ricoverati come risultato primario. Tramite il metodo PRISMA (Moher, 2009) dal 1947 a Febbraio 2020 sono stati analizzati diversi articoli utilizzando le seguenti banche dati: Medline, ISI of Knowledge, Cochrane Central Register of Controlled Trials, Science Direct, Scopus, American Psychological Association PsycINFO, Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature e Latin American and Caribbean Health Sciences Literature. 24 studi hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità (n=1612) e sono stati quindi inclusi dagli autori; tra questi la maggior parte erano randomizzati controllati (n=13). Inoltre i sintomi analizzati sono stati l’ansia (che risulta il sintomo più frequente), il dolore, le risposte psicologiche ed emotive e il benessere percepito, lo stress, la fatica legata ad una malattia come il cancro e infine il pianto.

L’effetto positivo dei clown ospedalieri

I risultati mostrano che i clown ospedalieri hanno un effetto positivo nel migliorare il benessere psicologico e le risposte emotive nei bambini e negli adolescenti ricoverati con disturbi acuti e cronici. In particolare, alcuni studi hanno rilevato che i bambini e gli adolescenti ai quali ha fatto visita un clown ospedaliero, riportano significativamente meno ansia e un migliore adattamento psicologico (Vagnoli et al., 2005; Vagnoli et al., 2010; Wolyniez et al., 2013;  Kocherov et al., 2016). Inoltre, gli interventi dei clown hanno ridotto l’ansia in sala pre-operatoria prima di interventi dolorosi e durante l’induzione di anestesia rispetto ai bambini che hanno ricevuto interventi standard. Un articolo (Bertini et al., 2011) ha riportato una migliore evoluzione clinica nei bambini con patologie respiratorie che hanno interagito con i clown in ospedale, i quali avevano pressione diastolica, frequenza e temperatura ridotte. Anche i livelli di cortisolo salivare erano ridotti in diversi studi (Sánchez et al., 2017; Saliba et al., 2016), sebbene in uno sembravano invece aumentare nei bambini del gruppo dei clown rispetto a quello di controllo (Newman et al., 2019). In aggiunta, la presenza di un clown medico durante una procedura dolorosa tendeva a migliorare i livelli di dolore nei bambini più piccoli di 7 anni (Wolyniez et al., 2013). Il ruolo dei clown ha ridotto anche il disagio psicologico, la paura e il dolore durante un esame anogenitale; anche i periodi di pianto di ciascun bambino sembrano essere più brevi in presenza dei clown ospedalieri (Hansen et al., 2011). Infine, nei ragazzini che hanno interagito con un clown, vi è stato un aumento del benessere psicologico e delle risposte emotive.

In conclusione i risultati suggeriscono che che la presenza di clown negli ospedali durante le procedure mediche, l’induzione dell’anestesia in sala pre-operatoria e come parte delle cure di routine per le condizioni croniche può essere una strategia per gestire alcuni cluster di sintomi. Inoltre, i clown ospedalieri sembrano migliorare il benessere psicologico e le risposte emotive nei bambini e negli adolescenti ricoverati con disturbi acuti e cronici, rispetto a quelli che hanno ricevuto solo cure standard (Lopes-Júnior et al., 2020).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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