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Sluggish Cognitive Tempo: disturbo della concentrazione distinto ma sovrapposto all’ADHD negli adulti

Ad oggi non c’è totale accordo sullo Sluggish Cognitive Tempo: ovvero se si tratti di una tipologia di ADHD, oppure di un disturbo a sé stante.

Di Annalisa Morsiani

Pubblicato il 16 Feb. 2021

Sluggish Cognitive Tempo (SCT) è un termine che comprende un insieme di sintomi che influiscono sulla capacità attentiva e di conseguenza può essere definito un disturbo della concentrazione.

 

È caratterizzato dalla tendenza a sognare ad occhi aperti, avere la mente annebbiata, percepire lentezza del pensiero e ipo-attività motoria (Becker P.B. e Barkley A.B., 2018).

Non è una diagnosi ufficiale contenuta nel DSM-5, ma ha caratteristiche in comune con il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e spesso possono essere in comorbilità. In particolare lo Sluggish Cognitive Tempo e l’ADHD di tipo attentivo danno sintomi come comportamento letargico, difficoltà nel recuperare i ricordi, problemi a stare all’erta in situazioni noiose ed elaborazione lenta delle informazioni.

Come è nato l’interesse per lo Sluggish Cognitive Tempo?

Lo studio dei sintomi legati allo Sluggish Cognitive Tempo è iniziato con la pubblicazione della terza edizione del DSM nel 1980. In questa edizione, infatti, il Disturbo da Deficit di Attenzione (ADD) venne suddiviso in due sottocategorie: iperattività (ADD+H) e senza iperattività (ADD-H). In quest’ottica si cercò di categorizzare anche i sintomi come la letargia, la lentezza e l’indifferenza ma risultarono essere poco predittivi nell’identificazione dell’ADHD e quindi non vennero considerati. Lo studio dei sintomi legati a Sluggish Cognitive Tempo ebbe quindi un periodo di stallo fino alla pubblicazione di una review di Milich R.e di un articolo di McBurnett K., entrambi pubblicati nel 2001, in cui le componenti dello Sluggish Cognitive Tempo vennero studiate indipendentemente e in contrasto con l’ADHD.

Ad oggi non c’è totale accordo sul ruolo dello Sluggish Cognitive Tempo: ovvero se si tratti di una tipologia di ADHD, al pari del tipo iperattivo-impulsivo, attentivo o combinato, o se debba essere considerato un disturbo a sé stante.

Però sono sempre più gli studi che suggerisco di considerare lo Sluggish Cognitive Tempo come un tipo di disturbo dell’attenzione separato e con sintomi ben distinti, tuttavia parzialmente sovrapponibili all’ADHD, soprattutto alla componente attentiva. Infatti la probabilità di comorbilità fra i due disturbi arriva al 50%. (Barkley RA, 2012, 2018; Tirapu-Ustàrroz J. et al., 2015).

Quali sono i sintomi del costrutto Sluggish Cognitive Tempo e come influiscono sulla vita quotidiana?

I sintomi appartenenti a questo disturbo della concentrazione hanno un impatto sulla qualità di vita delle persone, influenzando il funzionamento quotidiano e i livelli di stress. Le difficoltà legate allo Sluggish Cognitive Tempo sono molte e nei bambini e negli adolescenti si evidenziano soprattutto in ambito scolastico, mentre negli adulti le compromissioni sono maggiori e si riscontrano sia nelle relazioni sociali che al lavoro (Barkley RA., 2018).

Sono 16 i sintomi individuati da Becker e colleghi in una metanalisi del 2017 che andrebbero a formare il costrutto riferito alla popolazione adulta:

  • Lentezza nel fare le cose
  • Sentirsi con la mente annebbiata
  • Fissare il vuoto
  • Sentirsi assonnati durante il giorno
  • Perdere il filo dei pensieri
  • Non essere molto attivi
  • Perdersi nei propri pensieri
  • Stancarsi facilmente
  • Dimenticarsi cosa si stava per dire
  • Sentirsi confusi
  • Non essere motivati a fare cose
  • Estraniarsi
  • Sentirsi la mente confusa
  • Il pensiero sembra lento o rallentato
  • Sognare ad occhi aperti
  • Difficoltà nel riunire le idee.

Questi sintomi provocano quindi un senso di ottundimento, rallentamento psicomotorio che può provocare sentimenti di autosvalutazione e bassa percezione di autoefficacia.

Infatti lo Sluggish Cognitive Tempo è collegato a sintomi internalizzanti quali ansia e depressione. In particolare negli adulti, questi sintomi influiscono sul funzionamento psicosociale, sia nei casi in cui lo Sluggish Cognitive Tempo è associato ad una diagnosi di ADHD, sia nei casi in cui non lo è (Becker SP. et al., 2013).

La lentezza cognitiva tipica di questo disturbo rende difficile cogliere i segnali sociali e in conseguenza le persone con Sluggish Cognitive Tempo rischiano di essere isolate e di limitare le interazioni sociali. Se a queste difficoltà si unisce la tendenza ad avere sintomi internalizzanti, come quelli collegati alla depressione, non sorprende che ci sia una evidente tendenza ad avere problemi di regolazione emotiva (Becker P.B. e Barkley A.B., 2018).

Negli adulti il rallentamento nel flusso di pensieri, il senso di ottundimento e in generale i sintomi legati alle difficoltà di concentrazione sembrano sovrapporsi alla sintomatologia dell’ADHD di tipo attentivo.

Le difficoltà attentive legate a questo pattern dell’ADHD risultano essere collegate ad alterazioni delle funzioni esecutive. Nella quotidianità queste persone tendono ad avere un pensiero lento e difficoltà nella formulazione delle idee a causa delle distrazioni. Tendono a formulare pensieri con lunghi giri di parole, perdendosi in inutili dettagli o cambiando discorso inconsapevolmente. Questa tipologia di pazienti possono avere difficoltà nel prendere decisioni. Ma possono altresì avere un’eccessiva concentrazione, anche detta iper-focus, in cui c’è una difficoltà a distogliere l’attenzione da qualcosa che li interessa particolarmente (Kooij S.JJ., 2019).

Nonostante i sintomi riportati dalle persone con Sluggish Cognitive Tempo possano sembrare simili a quelli dell’ADHD di tipo attentivo, la causa non sarebbe dovuta alle funzioni esecutive, bensì ad una difficoltà nell’elaborazione precoce delle informazioni o all’attenzione visiva selettiva (Kim K e Kim HJ, 2020).

Trattamento

Attualmente non ci sono standard di trattamento per lo Sluggish Cognitive Tempo, ma alcuni studi preliminari danno alcune informazioni utili su come gestire i sintomi soprattutto quando c’è una sovrapposizione con ADHD, depressione e ansia:

  • Atomoxetina, che riduce i sintomi Sluggish Cognitive Tempo nei casi con ADHD
  • Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) e Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), hanno dato buoni risultati nei casi di comorbilità con ansia o depressione
  • Mindfulness
  • Social Skills Training
  • Psicoeducazione, che favorisce l’aderenza al trattamento e quindi migliora la gestione dei sintomi. (Becker P.B. & Barkley A.B., 2018; Gaur S e Pallanti S, 2020)

 

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