Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025)
Il libro Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025) è un testo dal rigore scientifico unito a leggerezza, freschezza e semplificazione per come si rivolge al lettore, dedicato interamente al goal-setting, che non si presenta come un “ricettario” o mera raccolta su cosa sia già presente in letteratura, ma aggiunge ricchi e preziosi contributi al tema.
Nel panorama contemporaneo della psicologia applicata, uno dei temi più discussi, ma anche più frequentemente fraintesi, è quello della definizione degli obiettivi. In un tempo saturo di stimoli, urgenze e prestazioni, imparare a orientare il proprio agire verso mete significative rappresenta un’arte tanto essenziale quanto trascurata. È qui che si inserisce con forza e chiarezza il volume Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025), scritto a quattro mani da Bernardo Paoli, psicologo, psicoterapeuta e trainer, e Maria Sperotto, psicologa, coach e formatrice.
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili. Cit. Seneca
Il testo Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi non si presenta come un semplice manuale operativo, ma come compagno di riflessione e trasformazione, capace di accompagnare il lettore in un percorso di consapevolezza che parte da una domanda tanto semplice quanto disarmante: qual è davvero il tuo obiettivo?
Nel tentativo di provare a rispondere a tale domanda gli autori del testo Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025) partono da una divisione di capitoli alternando spiegazioni teoriche a strumenti pratici, esercizi di auto-osservazione e aforismi che aprono alla chiarificazione, comprensione ed azione.
Non un ricettario valido per tutti ma sicuramente Bernardo Paoli e Maria Sperotto individuano degli ingredienti essenziali per lavorare sul proprio benessere psicologico, senso della vita e definizione di obiettivi.
Cosa non dovrebbe mancare ad un sano e valido obiettivo?
Gli autori suggeriscono dei feedback essenziali quali efficacia, flessibilità e soddisfazione, ma anche di saper sfruttare tutto a nostro vantaggio, dove anche il senso di incompletezza che spesso affligge l’uomo, può divenire motore che spinge ancora all’azione.
Ma serve anche muoversi secondo priorità, che non possono essere uniche ed universali ma in sintonia con i nostri valori. Allora per lavorare su un efficace goal setting bisogna procedere come una sartoria lavora con la persona che si trova di fronte, ed anche in tal senso diventa altrettanto essenziale individuare e riconoscere le proprie inclinazioni psicologiche affinché riconoscendole si possa lavorare armonicamente esaltandole, sapendole giocare a nostro vantaggio.
Si entra nel vivo di tale argomento dal secondo capitolo dove viene fornita una dettagliata spiegazione di alcune specifiche inclinazioni psicologiche, schemi comportamentali e relazionali, punti deboli e punti di forza. Di seguito un sintetico elenco di possibili inclinazioni psicologiche (p. 20):
- Sensation-driven: Persone che cercano di sperimentare e vanno costantemente alla ricerca di sensazioni ed emozioni forti;
- Value-driven: essenziale per queste persone rispettare e difendere valori e principi etici anche con le persone con le quali instaurano relazioni;
- Prudence-driven: Osano poco preferendo stabilità, e all’interno delle relazioni cercano di ottenere protezione e sicurezza;
- Service-driven: Molto accomodante ed accondiscendente, anche all’interno delle relazioni tende a sacrificarsi per gli altri;
- Duty-driven: Vive seguendo un forte senso del dovere e sembrerebbe affrontare vita e relazioni come compiti ed impegni da portare avanti;
- Doubt-driven: Prima di prendere iniziativa rischia di rimanere paralizzata nel dubbio nel tentativo di approfondire la conoscenza e rispondere ai dubbi stessi;
- Dominance-driven: la persona è caratterizzata dalla tendenza a primeggiare e dominare;
- Flow-driven: Persone che non amano molto prendere l’iniziativa, preferendo che lo faccia qualcun altro al posto loro e che preferiscono seguire il flusso della vita.
- Pleasur-driven: Persone amanti del piacere di varia natura e declinazione.
Ma come ricordano gli autori siamo inclinati, ma liberi. Gli obiettivi di coltivazione personale devono armonizzarsi con le inclinazioni psicologiche, rispettarle e valorizzarle, altrimenti rischiano di essere irraggiungibili, frustanti o insignificanti. (p.24)
Riprendendo dalle saggezze antiche già incise nel tempio di Apollo e Delfi “conosci te stesso” anche gli autori sottolineano dunque come sia essenziale anche individuare le nostre personali inclinazioni, punti su cui fare leva e cosa un obiettivo dovrà contemplare per essere il nostro.
Ma un altro aspetto che gli autori suggeriscono di prestare attenzione e l’autosabotaggio. In tal senso vengono analizzati vari meccanismi secondo sempre personali inclinazioni al fine di riuscire a trasformare il nemico interno in alleato.
Un testo per terapeuti, formatori e viandanti del sé
Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025) è un testo che si rivolge a una platea ampia: terapeuti, coach, insegnanti, genitori, ma anche e soprattutto a chiunque senta il bisogno di fare chiarezza nella propria direzione di vita. Il linguaggio è accessibile, senza essere semplicistico; gli esempi sono vivi e mai didascalici; la bibliografia, presente ma non invadente, è una porta aperta per ulteriori approfondimenti.
Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come. Cit. Friedrich Nietzsche
Il testo Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025) non offre un ricettario unico e valido per tutti, ma sicuramente individua degli importanti ingredienti da non trascurare nell’individuare il senso della nostra vita e stabilire i nostri obiettivi e lavorare per il nostro benessere psicologico e personale.
In tempi in cui l’individuo è spesso chiamato a reinventarsi continuamente, questo libro non propone una nuova ideologia della performance, ma un ritorno al senso. Non si tratta solo di raggiungere obiettivi, ma di comprenderli, nominarli, sentirli propri, lasciando che siano loro ad indicarci il percorso verso la meta.
Ma quale percorso e quale meta?
Anche in questo senso gli autori alla formulazione SMART oramai conosciuta in ambito del goal-setting, introducono il modello INSPIRE‑MAP: dieci elementi di efficacia che connettono scienza, contesti e psicologia individuale che consentono di creare una mappa che ci orienta verso una meta significativa, ossia per l’appunto il nostro obiettivo.
Vediamo sinteticamente i dieci aspetti essenziali a partire dall’acronimo Inspire-Map a cosa si riferiscono:
- I: Intrinsic (intrinseco): dunque, un obiettivo deve essere mosso da una motivazione interna intrinseca per l’appunto legata ad amare quel che si fa;
- N: Negoziated (negoziato): la negoziazione in tal senso fa riferimento a un accordo che possiamo prendere noi con noi stessi in riferimento agli obiettivi oppure in riferimento anche a feedback che possono giungere anche da un esperto qualificato;
- S: Specific (specifico): riprendendo le parole degli autori del testo: “la specificità dell’obiettivo consente di stabilire in che modo tradurre lo sforzo in prestazioni di successo, scegliendo un piano d’azione appropriato” (p.157)
- P: Proximal (prossimale): ormai esperienza nota in tal senso come un obiettivo, comunque deve essere anche misurabile in un lasso di tempo non eccessivamente lungo in quanto concentrarsi su obiettivi a lungo termine è inevitabile che abbassi poi le prestazioni, inficiando l’efficacia;
- I: Important (importante): si tratta dell’importanza di quell’obiettivo per quella specifica persona;
- R: Result Focused (D’approccio): gli autori suggeriscono una domanda: il tuo obiettivo ti permette di andare verso ciò che desideri, piuttosto che allontanarti da ciò che non vuoi? (p. 163)
- E: Empowering (sfidante ma realistico): sia che si tratti di un obiettivo d’apprendimento che di performance, le persone mostrano maggiore interesse non nei compiti facili, ma in compiti sfidanti ed ambiziosi. Ciò però dovrà essere fatto entro una certa misura pena il fatto di porci obiettivi irrealistici generatori di frustrazione. Come recitano gli autori del testo “obiettivi sfidanti sì, ma solo se con i piedi per terra” (p.166).
- M: Meaningfully coherent (coerente ed equilibrato): i nostri obiettivi dovranno sempre armonizzarsi con i valori personali ed il senso che vogliamo dare alla nostra vita.
- A: Adaptive (sinergico e flessibile): indica la capacità di modificare le proprie azioni in risposta ai cambiamenti e alle esigenze ambientali, al fine di mantenere una condizione di benessere. La sinergia fa si che gli obiettivi della persona possano sostenersi a vicenda senza che si corra il rischio che uno prevarichi l’altro e la flessibilità richiama alle capacità adattive del soggetto.
- P: Positive (ottimista e compassionevole): essenziali aspetti per affrontare con giusto spirito le sfide che inevitabilmente si possono incontrare durante il nostro percorso.
Verso la fine del viaggio (tra le pagine del libro)…
Il libro Qual è il tuo obiettivo? Smettere di sabotarsi (2025) continua poi con una sezione dedicata a due approfondimenti tematici. Uno inerente a fornire un elenco utile e interessante anche rispetto alle domande del goal setting in terapia breve è un’altra sezione su aspetti più epistemologici.
Completa la ricchezza del testo un’intervista Mick Cooper, psicologo, autore e formatore di fama internazionale nel campo delle psicoterapie umanistiche, esistenziali e pluralistiche, una checklist utile a definire efficacemente i nostri obiettivi evitando di cadere nei nostri autosabotaggi ed una ricchissima sezione di note bibliografiche che permette ai lettori che lo desiderano, ulteriori spunti e riflessioni per continuare nel percorso di studio, approfondimento e arricchimento.
Pertanto gli autori, oltre a offrire un utile strumento ma ne sono in primis preziosi esempi, in quanto se il loro obiettivo era mettere a disposizione del lettore uno strumento valido, dal rigore scientifico, chiaro ed accessibile, che contempli non solo teoria ma aiuti alla pratica, ritengo che lo abbiano raggiunto a pieno.
E di nuovo torno a citare Seneca che ci ricorda che non esistono correnti favorevoli per il marinaio che non sa dove approdare.
Con uno stile brillante e rispettoso, Paoli e Sperotto ci consegnano uno strumento prezioso: non solo per “raggiungere” qualcosa, ma per abitare con maggiore pienezza ciò che siamo. Il vero traguardo, suggeriscono, non è l’obiettivo in sé, ma il modo in cui impariamo a camminare verso di esso!