L’evoluzione delle generazioni: influenze storiche e sociali
Ogni generazione è fortemente influenzata dai cambiamenti sociali, dalle condizioni economiche e dagli eventi storici che definiscono tratti collettivi distintivi (Chicca & Shellenbarger, 2018). Il concetto di “generazione” è molto più di una semplice divisione cronologica: racchiude valori, prospettive e abitudini spesso condivise da coloro che sono cresciuti nello stesso arco di tempo, influenzati dalle stesse tendenze e trasformazioni sociali.
Le etichette generazionali abbracciano generalmente un periodo di circa 20 anni, suddividendo la popolazione in gruppi con esperienze formative simili e valori condivisi. Tra le generazioni più studiate, troviamo i Millennials (o Generazione Y), che copre il periodo tra il 1981 e il 1996, e la Generazione Z, i cui membri sono nati tra il 1997 e il 2012 (Pew Research Center, 2019).
Confrontando Millennials e Generazione Z, emergono differenze e affinità che mostrano come le esperienze vissute abbiano modellato il loro approccio al lavoro, alla tecnologia e alle relazioni.
Millennials
I Millennials, o Generazione Y, sono nati in un periodo segnato da rapidi cambiamenti tecnologici, economici e sociali. Questa generazione è cresciuta durante l’era della digitalizzazione, assistendo all’avvento di Internet, dei social media e di nuove forme di comunicazione. Tra le loro caratteristiche distintive troviamo un forte orientamento verso la tecnologia e una naturale familiarità con i dispositivi digitali (Pew Research Center, 2018). I Millennials sono anche noti per essere generalmente orientati alla collaborazione e al lavoro di squadra, preferendo spesso ambienti lavorativi inclusivi e dinamici, dove le opinioni e il benessere del gruppo sono valorizzati (Howe & Strauss, 2000). Sono anche tendenzialmente ambiziosi e orientati al successo, con una forte attenzione al raggiungimento di obiettivi professionali e personali, ma spesso possono affrontare pressioni elevate riguardo alle aspettative sociali e familiari (Twenge, 2017).
Aver sperimentato la diversità culturale e sociale, può rendere questa generazione propensa ad affrontare problematiche globali, come il cambiamento climatico, l’eguaglianza di genere e i diritti civili (Petrescu-Mag et al., 2013).
La crisi finanziaria del 2008 ha colpito molti millennials, facendoli entrare nel mercato del lavoro in un contesto di incertezze e difficoltà economiche (Fry, 2018). Questo ha portato a un crescente senso di insoddisfazione professionale e a difficoltà nel trovare stabilità finanziaria.
In sintesi, Howe e Strauss (2000) identificano sette caratteristiche distintive dei Millennials, descrivendoli come “protetti”, “speciali”, “orientati al team”, “fiduciosi”, “convenzionali”, “realizzati” e “sotto pressione”.
Generazione Z
La Generazione Z, composta dai nati tra la metà degli anni ’90 e i primi anni del 2010, si distingue per l’abilità di navigare in un mondo altamente digitalizzato, dove la tecnologia e l’accesso immediato alle informazioni sono parte integrante della quotidianità. Questa generazione è spesso descritta come “nativa digitale”, avendo avuto una connessione costante a Internet fin dalla nascita, il che ha influenzato il loro modo di apprendere, comunicare e socializzare (Pew Research Center, 2019). I membri della Generazione Z sono considerati più pragmatici e cauti rispetto ai Millennials (Howe & Strauss, 2000). Questi giovani tendono a essere più focalizzati sulla stabilità economica e sulla sicurezza. Da un lato, la Generazione Z è apprezzata per la sua resilienza. Dall’altro, alcuni critici evidenziano la loro tendenza a diventare troppo dipendente dalla tecnologia, con possibili effetti negativi sulla salute mentale, come l’aumento di ansia e solitudine, dovuti alla continua esposizione ai social media (Twenge, 2017).
Millennials e Generazione Z: oltre gli stereotipi generazionali
Nonostante alcuni tratti distintivi di Millennials e Generazione Z, molte delle differenze percepite tra queste due generazioni sono in realtà basate su stereotipi ampiamente diffusi e non sempre supportati da prove concrete. In tal senso, sfatando alcuni miti, si possono individuare nuove prospettive che possono contribuire alla realizzazione di una società sempre più dinamica e interconnessa.
I Millennials ossessionati dalla tecnologia
Una caratteristica frequentemente attribuita alle giovani generazioni è l’ossessione per la tecnologia. La letteratura precedente suggeriva che i cosiddetti “nativi digitali” fossero più abili nell’uso della tecnologia rispetto agli “immigrati digitali”, ossia le generazioni più anziane che si sono adattate progressivamente all’uso di dispositivi (Prensky, 2001). Tuttavia, ricerche più recenti hanno sfatato questo mito, evidenziando che le differenze nelle competenze tecnologiche non sono tanto legate alla data di nascita quanto alla variabilità dell’esposizione individuale alla tecnologia (Bennett et al., 2008). In altre parole, non è l’età anagrafica a determinare la familiarità con gli strumenti digitali, ma piuttosto l’accesso e l’uso continuativo della tecnologia nella vita quotidiana (Schnapp et al., 2022).
Feedback e ricerca di approvazione
Un tratto spesso attribuito agli studenti più giovani, in particolare ai Millennials e alla Generazione Z, è il bisogno frequente di ricevere lodi e riconoscimenti per i loro sforzi. Questa percezione deriva dall’idea che le generazioni più recenti siano cresciute in un contesto in cui è più comune ricevere riconoscimenti simbolici per la partecipazione, piuttosto che premi legati a risultati concreti (Schnapp et al., 2022). Questo fenomeno ha alimentato uno stereotipo sugli studenti più giovani, descritti come alla continua ricerca di feedback positivi e meno inclini ad accettare critiche costruttive. Tuttavia, queste generalizzazioni non trovano riscontri solidi nelle ricerche. Non esistono infatti prove concrete che suggeriscono che la fragilità emotiva sia una caratteristica esclusiva delle generazioni più giovani, e i problemi relativi alla gestione del feedback sono una sfida che esiste da lungo tempo nell’ambito educativo.
Basso livello di attenzione
Il mito secondo cui le generazioni più giovani abbiano una capacità di attenzione inferiore rispetto a quelle delle generazioni precedenti è molto diffuso, ma la ricerca non fornisce nessuna prova solida. Alcuni studi risalenti agli anni ’70 suggeriscono che la capacità di attenzione degli studenti possa ridursi dopo circa 10-15 minuti (Hartley & Davies, 1978), ma questi risultati si basano prevalentemente su misurazioni di attenzione auto-riferita, una metodologia limitata per la sua soggettività e per la bassa affidabilità. Al contrario, ricerche più recenti mettono in luce che la durata dell’attenzione varia ampiamente e che fattori individuali e ambientali, come la privazione del sonno, la fame, e la qualità dell’insegnamento, giocano un ruolo rilevante nel mantenimento dell’attenzione (Bunce et al., 2010). In altre parole, piuttosto che essere legato a una questione generazionale, il calo di attenzione sembra quindi influenzato da variabili situazionali e personali.