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Natalina teneva le fila (2024) di Giuseppe Femia – Recensione

Il libro Natalina teneva le fila (2024) narra il viaggio interiore dello psicoterapeuta, un processo di crescita che intreccia storie di vita e memorie emotive

Di Roberta Trincas

Pubblicato il 18 Mar. 2025

Natalina teneva le fila: storie, emozioni e il viaggio nella mente

Un libro intenso, carico di significati, traboccante di stati d’animo, ricco di storie che si accavallano, vissuti svariati che trovano un filo logico grazie al racconto del terapeuta. Storie che si dipanano in poche righe, che si spiegano con occhio analitico, profondo e vivace al tempo stesso. Un libro che smuove vissuti di ogni tipo, ossessioni, stati depressivi, paure, rabbia, svilimento, invalidazione, con il filo conduttore della perdita…vissuto che accomuna pazienti che raccontano e colui che tira le fila, il terapeuta.

La lettura travolge, smuove, confonde diversi stati d’animo, riflessioni, pensieri.
Si parla di schemi di sé e di schemi interpersonali e di quanto sia fondamentale ricollegare ai sintomi i significati della propria storia di vita. Un mestiere difficile e complesso quello della psicoterapia, ricercare i nodi nella storia di vita, trovare i nessi e provare a scioglierli con tutte le resistenze e gli attacchi subiti. Attacchi di chi si difende, per paura, paura di soffrire, paura del rifiuto, paura del giudizio, paura di esprimere un Sè indesiderato, paura di danneggiare gli altri, paura delle responsabilità.
Ancora più complesso quando i temi personali del terapeuta si attivano e si intrecciano con quelli dei pazienti. Mestiere complesso perché il terapeuta elabora, evolve, si modifica in parte anche attraverso le esperienze che ascolta.

Natalina teneva le fila: un viaggio intenso tra emozioni, sofferenza e trasformazione

Giuseppe Femia, in maniera leggera e intensa al tempo stesso, riesce a descrivere questo processo così complesso in questo libro. Ogni riga cattura l’attenzione, attiva riflessioni, suscita emozioni in un turbinio frenetico che ha fine solo nell’ultima pagina. In poco tempo si viene catturati e catapultati in un vortice di emozioni, pensieri, storie intrecciate, vissuti altrui e personali, ci si sente scossi e confusi ma al tempo stesso diviene tutto più chiaro se si segue il filo logico dove l’autore vuole portare.


Si affrontano temi personali, ossessivi , depressivi, narcisistici, istrionici, e schemi interpersonali: temi abbandonici, timori di rifiuto, evitamenti del coinvolgimento affettivo, isolamento sociale adottati per quel perverso meccanismo della profezia che si auto avvera, per il timore che la propria storia si ripeta e stravolga e trascini nel vortice della sofferenza. Sofferenza che l’autore accoglie, affronta, buttandosi dentro insieme al paziente, e sporcandosi di vissuti altrui e propri, con fatica e sofferenza tira quel filo…provando a scioglierne i nodi rimasti bloccati nel tempo.


Intervallati a storie di vita, si alternano stralci dove si racconta il processo terapeutico, gli aspetti a cui si presta attenzione, le riletture delle storie riportate dai pazienti. E tra una storia e l’altra, l’autore ricorda, pezzi della propria vita che si alternano, flashback dell’infanzia, figure femminili portanti, il vissuto della perdita.

Dentro la mente dello psicoterapeuta

Dal punto di vista di uno psicoterapeuta, è un libro grazie al quale ci si sente compresi, si condividono fatiche e vissuti, ma al tempo stesso si umanizza la nostra professione. Professione tanto strana, lavoriamo su nodi che ci portiamo dietro, mentre aiutiamo gli altri stiamo nel frattempo aiutando un po’ anche noi stessi.

Risulta anche un’occasione per chi non è del mestiere di comprendere la prospettiva di chi fa psicoterapia, emozioni, fatiche, vissuti personali che si susseguono a quelli degli altri.

È una lettura, a mio avviso, necessaria, originale, emozionante. E’ come tuffarsi a capofitto nell’animo umano, diretto e sincero, affonda nel passato ricollegando le memorie emotive alle ferite attuali. Uno spaccato dei vissuti di tutti gli esseri umani, raccontato attraverso storie di persone intrecciate alla storia personale dell’autore.

Attraverso la narrazione di storie, l’autore percorre un processo evolutivo interiore, affronta le sue paure, passa attraverso il proprio dolore, spinto dal desiderio.

L’alternanza di paura e desiderio è filo conduttore nelle diverse storie, così come nel conflitto interno dell’autore, combattuto dalla paura di scrivere e toccare il dolore e il desiderio di esprimersi attraverso la scrittura. Paura e desiderio si interfacciano nella vita di ognuno, la paura che blocca e crea nodi di sofferenza, il desiderio che spinge a prendere coraggio, sciogliere i nodi e raggiungere una coerenza interna nella propria storia.

Giuseppe Femia racconta perfettamente questo processo, fondamentale in psicoterapia, fondamentale nell’ elaborazione della propria storia dolorosa.

Semplicemente profondo ed emozionante.

Riferimenti Bibliografici
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