È mancato Nino Dazzi, una figura importante della psicologia italiana. È stato per quasi trent’anni Professore Ordinario di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, dove fu anche Preside di Facoltà e Prorettore e infine Professore Emerito. Lo ricordano molti suoi collaboratori e allievi e amici, come ad esempio Francesco Gazzillo che ne sottolinea i due interessi principali, quello per lo sviluppo e alla diffusione della teoria dell’attaccamento di John Bowlby promuovendo la conoscenza e l’uso della Adult Attachment Interview (AAI) in Italia, e quello della ricerca empirica sulle psicoterapie e, più in generale, di un approccio scientifico a esse. Un terzo interesse lo nutriva per l’evoluzione storica del pensiero psicologico, dedicandosi alle biografie intellettuali di William James, Wilhelm Wundt, Herman Ebbinghaus e di Gabriele Buccola. Infine, fu sempre a favore del dialogo interdisciplinare e affascinato dalle sfide dell’integrazione tra i modelli, come testimoniato dal suo ruolo significativo nella Society for Psychotherapy Research.
Sosteneva l’importanza di una concettualizzazione rigorosa e del dialogo tra i saperi. La sua azione si è manifestata sia nell’ambiente accademico, dove ha promosso gli studi in psicodinamica rendendoli autonomi da quelli di psicologia generale, che al di fuori, dove non si può dimenticare quanto si spese per l’apertura alle scuole di psicoterapia di tutti gli orientamenti, compreso quello cognitivo per il quale con il tempo maturò un interesse intellettuale crescente. Il numero di suoi allievi che hanno raggiunto posizioni scientifiche di prestigio è così elevato da suggerire che, attraverso loro, la sua influenza sulla psicologia clinica italiana sarà duratura. La redazione di State of Mind lo conobbe di persona quando, negli ultimi anni del suo percorso scientifico, venne a insegnare alla Sigmund Freud University di Milano dove risiede anche il nostro ufficio e dove ci regalò la sua sapienza, la sua allegria, la sua saggezza, il suo spirito. I vari ricordi che in questi giorni concordano nel definirlo sanguigno e appassionato, nel ricordarne la ricca e vasta cultura e la molteplicità di interessi, dalla storia alla musica classica e il sapore della sua conversazione. Ci mancherà.
Leggi l’articolo di Sandra Sassaroli in ricordo di Nino Dazzi