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Fallacie argomentative: i nemici nascosti della comunicazione

Cosa si intende per fallacie argomentative, quali sono le tipologie più frequenti e cosa le differenzia dalle argomentazioni

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 31 Ott. 2023

Cosa sono le fallacie argomentative?

Il termine “fallacia” ha un’accezione negativa, che indica specifici errori di ragionamento e argomentativi, non sempre palesi e intuitivi da individuare.

Difatti, questo termine fa riferimento a tutte quelle argomentazioni che, pur essendo scorrette tendono, a primo impatto, a sembrare esatte e persuasive, ma che se messe sotto esame mostreranno di non esserlo.

Il termine “argomentazione” invece va inteso come una serie di premesse a sostegno di determinate conclusioni. Esse sono degli enunciati dichiarativi, come appunto le premesse e le conclusioni nelle quali ci si chiede se siano vere o false. Si intendono escluse, quindi, le domande o le esclamazioni.

Cosa vuol dire argomentare bene?

Per argomentare bene bisogna innanzitutto distinguere il piano logico da quello comunicativo, poiché dal punto di vista comunicativo ci possono essere casi in cui un argomento appare persuasivo ma senza essere logico. Questo perché probabilmente sono state utilizzate specifiche tecniche persuasive, che spesso sono proprio le fallacie argomentative.

Ne deriva l’utilità che a volte possono avere le fallacie: se usate in maniera adeguata e strategica possono far risultare un argomento più persuasivo rispetto ad un argomento che invece è corretto dal punto di vista logico e argomentativo.

È facile, infatti, trovarle in ambiti come quello politico o pubblicitario.

Un argomento è definibile buono dal punto di vista logico quando le premesse sono plausibili, pertinenti rispetto alla conclusione.

Classificazione delle più comuni fallacie argomentative: imparare a riconoscerle

Ambiguità e vaghezza

Ambiguo è un enunciato che in base al tipo di interpretazione può assumere diversi significati. Ad esempio, nel dire: “Luca adora la pesca”, la pesca può essere intesa sia come attività sportiva che come frutto che si mangia; quindi, è un’ambiguità lessicale.

Un enunciato può avere anche un’ambiguità nella struttura.

Ad esempio, dicendo: “Sono andato a vedere un film con Jeremy Irons”, l’interpretazione dipende da chi pronuncia la frase, se un amico dell’attore o un fan.

Per vago invece si intende un termine che ha un significato preciso e definito ma è difficile capire quali sono i confini entro i quali può essere utilizzato. Ad esempio, gli aggettivi “alto”, “grande” e “ricco”, per i quali è difficile definire chi rientra nella categoria e chi no.

Argomenti tendenziosi

Vengono definiti argomenti tendenziosi tutti quegli argomenti presentati in modo da amplificare in maniera positiva o negativa alcune loro componenti in base all’obiettivo.

Nei messaggi pubblicitari sono presenti quando viene presentato un prodotto andando oltre alla semplice descrizione delle caratteristiche, arrivando a porsi già dalla parte del consumatore nel valutare l’offerta come conveniente.

Questo viene fatto attraverso l’uso di termini che servono ad enfatizzare o minimizzare qualcosa, come “ben” e “solo”.

Un esempio è: “Con questa nuova auto potrete percorrere ben 2000km con un solo pieno di benzina”.

Un esempio invece in ambito politico è l’utilizzo di domande con presupposto, si può ad esempio immaginare un giornalista televisivo che pone al proprio intervistato la domanda: “Stavolta vi presenterete di fronte agli elettori con un programma finalmente chiaro?”. L’obiettivo qui è di metterlo in cattiva luce con l’utilizzo dei termini “stavolta” e “finalmente”, che danno ad intendere che in precedenza il programma elettorale sia stato presentato in maniera poco chiara.

Le fallacie emotive

Le fallacie emotive sono presenti quando le emozioni interferiscono in maniera inopportuna con gli scopi di un’argomentazione. Il risultato è che gli interlocutori svieranno dall’obiettivo originario del loro dibattito.

Un esempio potrebbe essere quello di uno studente che dice: “Professore, non può bocciarmi: ho avuto la febbre per tutta la settimana e ieri mi ha perfino lasciato il mio ragazzo”. In questo caso è evidente come si faccia leva sulla sfera emotiva piuttosto che su quella razionale.

Le fallacie ad hominem

Nelle fallacie ad hominem l’interlocutore, invece che portare motivazioni e argomenti contro la tesi che vuole contrastare, cerca di screditare chi la sostiene.

Può essere caratterizzata da critiche dirette e oltraggiose, ad esempio: “Non dirmi cosa sia più giusto fare, proprio tu che sei sempre impulsivo e non capisci un accidente!”.

Oppure può porre l’accento sulla contraddizione che c’è tra le tesi che si vuole confutare e colui che la sostiene. Un esempio potrebbe essere la frase rivolta ad un ricercatore in medicina al quale viene detto: “Ma come credi di trovare la cura al cancro proprio tu che sei un incallito fumatore?”. In questo caso si va a pensare che la coerenza personale sia più importante della correttezza dell’argomento, e che quindi una persona che non ha uno stile di vita sano non possa essere un bravo scienziato in grado di trovare una cura al cancro.

Le fallacie statistiche

Le fallacie statistiche fanno riferimento alle situazioni nelle quali viene citato un dato numero o il risultato di un’indagine statistica in modo che un’informazione sembri più convincente e valida. Vengono inoltre spesso fatte delle generalizzazioni impropriamente.

Un esempio è: “Ti garantisco che a Palermo cucinano meglio che a Milano: due volte mi son trovato a mangiare a Palermo e due a Milano: le prime due volte è stato un vero piacere, le altre due una vera tortura!”. È evidente l’errore di generalizzazione sulla base di un campione poco rappresentativo.

Un altro esempio è dire: “Il numero degli arresti è calato del 15%.”, che lascia intendere che la criminalità sia diminuita, ma se a questo dato si aggiungesse quello che le forze dell’ordine sono state ridotte del 50%, allora il significato cambierebbe.

In questi e molti altri casi vengono quindi riportati i dati in maniera parziale, in base ai propri scopi e obiettivi, tralasciando i dati più sfavorevoli.

Come diventare esperti argomentatori

Per diventare esperti argomentatori dovrete quindi essere in grado di capire come comunicare in base alle circostanze, infatti il tipo di persuasività più opportuna in un’intervista è diversa da quella utile a fini commerciali.

Sarà altrettanto importante filtrare le informazioni che vi arrivano dai vari interlocutori, analizzando i messaggi che spesso hanno come unico obiettivo quello di essere convincenti e non logici, difendendovi così dai persuasori.

Solo così sarete in grado di usare le fallacie argomentative a vostro favore senza lasciare che vi ingannino.

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